Diritti

Gender gap: i Grammy Awards non ignorano più le artiste?

Da tempo musicisti e critici accusano la National academy of recording arts and sciences di non premiare il lavoro delle donne. Quest’anno, però, potrebbero essere loro ad aggiudicarsi i riconoscimenti più importanti agli “Oscar della musica”
Credit: Via grammy.com
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
2 febbraio 2024 Aggiornato alle 14:00

La 66° edizione dei Grammy Awards, i premi conferiti ogni anno ad artisti e artiste che si sono distinti in campo musicale dalla National academy of recording arts and sciences, è pronta a celebrare, finalmente, le donne. Domenica 4 febbraio 2024 la cerimonia che si svolgerà alla Crypto.com Arena di Los Angeles vedrà 7 donne o persone gender fluid tra gli 8 candidati nella categorie Album e Disco dell’anno: tra queste Taylor Swift, SZA e Olivia Rodrigo.

Nel decennio 2013-2023, l’Annenberg Inclusion Initiative della University of Southern California ha rilevato che solo il 13,9% dei candidati nelle categorie principali erano donne, mentre l’86% erano uomini. La sezione che ha registrato meno nomination femminili in assoluto è stata quella che premia il produttore (o la produttrice) dell’anno, con 1,7% di donne rispetto al 98,3% dei colleghi. Non è andata meglio nelle altre categorie: Record of the year ha avuto solo l’11,1% di artiste nominate, Album of the year il 10,3%, Song of the year 29,2% e Best New Artist il 45,4%.

La lista dei candidati del 2024 sembra voler dare una scossa al gender gap che caratterizza da sempre l’industria musicale: è inclusiva sia per la massiccia presenza di artiste che di persone che si identificano come gender fluid o queer, come i membri dei Boygenius, Miley Cyrus, Billie Eilish e Victoria Monét. Nell’edizione dello scorso anno, è vero che la metà dei candidati al premio per il Miglior artista emergente erano donne, così come un terzo di chi correva per la Canzone dell’anno, ma la percentuale scendeva al 15% e al 12% nelle categorie disco e album dell’anno.

La cantautrice statunitense SZA, il cui album SOS ha ottenuto un grande successo, è in testa con 9 nomination, seguita dalla collega Victoria Monét, con 7; poi Swift, Rodrigo, Billie Eilish, Miley Cyrus e il trio indie-rock Boygenius (composto da 3 donne: Julien Baker, Phoebe Bridgers e Lucy Dacus) ne hanno 6 a testa.

Swift, che ha già vinto 12 trofei e nel 2023 è stata eletta persona dell’anno dal Time, ha dominato le classifiche e si è esibita in tutto il mondo con l’Eras Tour: ora potrebbe conquistare altre vittorie storiche. Così come SZA, una delle artiste pop più famose e influenti del momento. Sarà uno scontro tra titane: sono le donne a dominare le principali categorie più prestigiose degli Oscar della musica, album, disco e canzone dell’anno.

«Si tratta di un cambiamento significativo - ha detto all’AFP Kristin Lieb, professoressa alla Emerson University e studiosa di musica, genere e marketing dell’intrattenimento - Lo sguardo si sta concentrando più sul loro talento e carisma che sui loro corpi e abiti». Lieb ha dichiarato che «le popstar donne sono passate dal dominare la discussione sul red carpet al dominare l’intera discussione sui Grammy».

In gara, tra le candidate, c’è anche Joni Mitchell, che nel 2002 aveva ottenuto un Grammy alla carriera e che domenica potrebbe ritirare il suo 10° premio per il miglior album folk; poi c’è Barbie, il film diretto dalla regista Greta Gerwig, che potrebbe conquistare un grammofono dorato: ha ricevuto 11 nomination in 7 categorie, tra cui migliore colonna sonora. Nella categoria Album dell’anno ci sono anche Janelle Monae e Lana Del Rey. Nelle liste compare anche Jon Batiste, il cantautore e pianista che mescola jazz e R&B, sostenitore dei diritti civili e della lotta al razzismo: è l’unico uomo in lizza per Album, Registrazione e Canzone dell’anno.

Lieb ha detto all’AFP di essere cautamente ottimista sul fatto che il cambiamento sia in atto, sottolineando anche come spesso le artiste di successo, se vendono abbastanza, rischiano di perdere il proprio genere di appartenenza ed essere etichettate come “pop-star”, figura che viene interpretata come «una sorta di sinonimo di qualcosa di artificiale o fugace» e relega le donne a un settore percepito come poco serio. «La musica pop può essere arte, può essere degna di una discussione seria. Può essere degna di riflessione», ha detto la ricercatrice.

L’ex amministratore delegato della Recording Academy e musicista Neil Portnow, che nel 2019 aveva dichiarato che le artiste dovrebbe «farsi avanti» se vogliono ottenere un riconoscimento in un’industria musicale che storicamente le ha messe da parte e sminuite, è stato citato in giudizio alla fine del 2023 con l’accusa di aver drogato e violentato un’artista nel 2018. La donna ha presentato una denuncia anche contro la Recording Academy per aver ignorato la presunta violenza quando era emersa per la prima volta la notizia delle accuse, nel 2020.

Anche l’ex presidente Michael Greene, a dicembre 2023, è stato denunciato da una collega, Terri McIntyre, che lo accusa di averla ripetutamente molestata e aggredita sessualmente nel 1994. Il nuovo capo dell’Academy, Harvey Mason Jr, si è limitato a dire che «le donne hanno fatto della buona musica» dopo la rivelazione delle nomination, a novembre 2023.

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