Diritti

Ai Grammy Awards trionfano le donne

Beyoncé è l’artista con il maggior numero di grammofoni dorati di sempre, ma non è la sola ad aver ricevuto un premio. Con lei: Viola Davis, Kim Petras, Samara Joy e Bonnie Raitt
Kim Petras, Sam Smith, Violet Chachki e Gottmik arrivano alla 65ª edizione dei Grammy Awards alla Crypto.com Arena di Los Angeles, California, il 5 febbraio 2023.
Kim Petras, Sam Smith, Violet Chachki e Gottmik arrivano alla 65ª edizione dei Grammy Awards alla Crypto.com Arena di Los Angeles, California, il 5 febbraio 2023. Credit: EPA/CAROLINE BREHMAN
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
6 febbraio 2023 Aggiornato alle 15:20

Si sono alzati tutti in piedi alla Crypto.com Arena di Los Angeles, stanotte. Hanno applaudito la donna che ha battuto ogni record diventando l’artista con il maggior numero di vittorie ai Grammy Awards: Beyoncé. La National Academy of Recordings Arts & Sciences, nota anche come The Recording Academy, l’ha premiata per il suo album di musica dance/elettronica Renaissance, facendole battere il primato del direttore d’orchestra ungherese Georg Solti, vincitore di 31 Grammy Awards e nominato 74 volte. Beyoncé Giselle Knowles, con l’ultima vittoria, ha accumulato 32 statuette a forma di grammofono dorato su un record di 88 nomination.

Lei, cantautrice, ballerina e attrice statunitense classe 1981, è anche la prima donna nera a vincere per il miglior album nella categoria dance/elettronica. Dal palco ha ringraziato «Dio per avermi protetto», «mio zio Johnny che non c’è ma è qui con lo spirito» (era una persona omosessuale, morta per complicazioni legate a una diagnosi di Aids), i genitori, i figli e il marito Jay-Z, vincitore di 24 Grammy Awards e, anche lui come sua moglie, a quota 88 nomination. Il rapper compare con il suo vero nome, Shawn Carter, in 3 delle 16 tracce dell’album: Alien Superstar, Break My Soul e America Has A Problem. Ha poi ringraziato la comunità queer «per il vostro amore e per aver inventato il genere». Nel suo album, pubblicato il 29 luglio 2022, Beyoncé ha collaborato con icone queer e nere come Big Freedia, Syd, Ts Madison, Honey Dijon, Grace Jones e Moi Renee.

Ma artisti e artiste della comunità nera e Lgbtq+ hanno avuto numerosi motivi per festeggiare stanotte: durante la 65° edizione dei Grammy Awards, infatti, l’attrice e produttrice statunitense Viola Davis ha tenuto in mano il suo primo grammofono dorato per l’audiolibro di Finding Me, una biografia in cui raccontata la sua storia di bambina afroamericana, penultima di 6 figli, fuggita dal un passato di violenza e razzismo. Conquistando anche questo premio, Davis è diventata la 18° persona a entrare nel gruppo degli Egot: si tratta di coloro che hanno vinto almeno un Grammy, un Emmy, un Oscar e un Tony Award (i riconoscimenti più importanti del mondo legati alla carriera televisiva e cinematografica). Davis, 4 volte candidata agli Oscar, è l’attrice nera più nominata della storia e con il riconoscimento di questa notte è diventata la terza donna nera vincitrice di un Egot, dopo le colleghe Whoopi Goldberg e Jennifer Hudson.

Il riconoscimento Best duo pop/Group performance è stato assegnato a Kim Petras, prima donna transgender a vincere in questa categoria: la cantante pop tedesca, premiata per la sua Unholy, presente nell’album del collega Sam Smith Gloria, ha ringraziato l’icona della musica pop Madonna per la sua lotta per i diritti Lgbtq+, «le incredibili leggende transgender prima di me» e sua madre, «che ha creduto che fossi una ragazza, e non sarei qui senza di lei e il suo sostegno».

Il web ha accolto con grande entusiasmo la vittoria di Petras, ma si è opposto a un’altra assegnazione, quella dello statunitense Dave Chappelle: il suo speciale Netflix The Closer, premiato nella categoria Best Comedy Album, era stato oggetto di enormi polemiche al momento della sua uscita, a ottobre 2021, perché lastricato di numerose battute interpretate come transfobiche. «Dave Chappelle ha appena vinto un Grammy per essere transfobico, quindi prova a parlarmi ancora di cancel culture» si legge su Twitter. 2 settimane dopo il lancio di un’anteprima dello spettacolo su Netflix, numerosi dipendenti transgender avevano lasciato la loro postazione lavorativa per protesta.

Per il secondo anno consecutivo, i Grammy hanno premiato un comico considerato “controverso” da una parte del pubblico: l’anno scorso era stato Louis C.K., con Sincerely, a portarsi a casa il grammofono dorato. L’uomo ha affrontato diverse accuse di cattiva condotta sessuale che risalivano al 2017, ammettendo di aver costretto molte donne a guardarlo mentre si masturbava. In quel periodo venne cacciato da tutti gli show, ma premiato dai Grammy. Che, però, il 3 aprile 2022 non gli concessero di salire sul palco e consegnarono il premio al conduttore LaVar Burton.

Tra coloro che stanotte hanno potuto tenere tra le mani il proprio premio c’è anche la cantautrice Bonnie Raitt, sorpresa della vittoria della sua Just Like That come miglior canzone dell’anno e premiata anche per la miglior performance americana. Lei, veterana della musica country, vanta ora 13 statuette e 30 nomination. Il suo brano, che parla «dell’amore, della grazia e della generosità di qualcuno che dona gli organi della persona amata per aiutare un’altra persona a vivere», ha battuto artisti del calibro di Kendrick Lamar, Taylor Swift, Beyoncé (che si è consolata con altro, come dicevamo) e Lizzo. Anche lei, cantante e rapper afroamericana di 34 anni che promuove da sempre la body positivity, ha comunque ricevuto un riconoscimento durante la serata: il grammofono per la “Miglior registrazione dell’anno” è andato a About Damn Time, un inno alla fiducia in se stessi.

Ma la vera rivelazione è Samara Joy, nominata 2 volte e 2 volte vincitrice di un Grammy: la Recording Academy l’ha premiata come “rivelazione dell’anno” e per il “miglior album vocal jazz”. Lei, giovanissima, è una cantante di soli 23 anni che ha registrato il suo album di debutto mentre era ancora al college, nel 2021. È stata paragonata a 2 grandissime artiste del jazz: Etta James e Ella Fitzgerald. «L’eredità [delle artiste nere nel jazz] è profonda e importante - ha detto Joy in un’intervista prima della sua partecipazione ai Grammy - Sono così felice di esserne una figlia. Non puoi sapere dove stai andando se non sai da dove vieni».

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