Ambiente

La doggy bag è la “nuova” soluzione antispreco?

Il suo utilizzo nei ristoranti italiani potrebbe diventare obbligatorio grazie a una recente proposta di legge
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25 gennaio 2024 Aggiornato alle 16:00

L’importante lotta allo spreco alimentare potrebbe iniziare dalla tavola e non solo della propria casa. Su questa tematica infatti pesa molto la quantità di cibo avanzato e inutilizzato oggi nei ristoranti. Una nuova proposta di legge vuole intervenire proprio su questo, obbligherà infatti i ristoratori a possedere la doggy bag altrimenti verranno sanzionati. Ma cos’è questo strumento che tanta indifferenza e pregiudizio ha sempre suscitato nella cultura gastronomica italiana?

Cos’è e perché si chiama doggy bag

La doggy bag letteralmente significa vaschetta degli avanzi per il cane ed è stata introdotta in America attorno agli anni ’40.

L’idea che ha dato quindi anche l’origine al nome era quella di portare a casa il cibo avanzato, ma ancora completamente commestibile, per i propri amici a quattro zampe. In Italia, per un retaggio culturale non ben identificato, è considerata una pratica volgare.

I numeri dello spreco

Secondo i dati di Fondazione Barilla, ogni italiano spreca in media 65 chili di cibo ogni anno. Il 26% dei consumatori, secondo Federconsumatori, sembra essere più attento a ridurre il consumo di prodotti più costosi, come la carne e il pesce, ma ancora troppo elevata è la percentuale di spreco di verdura (46%), frutta (40%), pane fresco (27%) e latticini (22%).

Lo spreco di cibo non fa eccezione anzi è molto importante nei ristoranti, che oggi supera il 30% dei pasti ordinati, si arriva a gettare fino al 50% del cibo ordinato e non consumato.

Proposta di legge per l’obbligo della doggy bag

A mettere luce sulla questione è intervenuta una recente proposta di legge presentata il 10 gennaio scorso alla Camera dei Deputati dagli esponenti di Forza Italia Giandiego Gatta e Paolo Barelli.

Questa se dovesse diventare legge renderebbe obbligatorio per i ristoratori fornire ai clienti che lo desiderano le famose doggy bag, rigorosamente riciclabili o riutilizzabili.

Chi rimane sprovvisto di queste confezioni riceverà una multa di 125 euro. La proposta per molti è risultata positiva per quanto riguarda lo spreco del cibo, i clienti non hanno nessun obbligo e possono decidere liberamente se usufruirne o meno. Così non sarebbe per gli addetti ai lavori che hanno l’obbligo di dotarsi di doggy bag a norma di legge.

Questo ha generato alcune perplessità visto i conseguenti maggiori costi di gestione e un servizio più lento a causa del personale che dovrà occuparsi di questo. Per questo sarebbe da considerare un eventuale incentivo ai ristoratori, introducendo uno sgravio fiscale per chi usa con regolarità la doggy bag.

Nella proposta di legge è chiaro però la responsabilità del trasporto e della conservazione del cibo contenuto nella doggy bag, interamente a carico del cliente. L’invito al buonsenso comunque resta aperto e quindi sensibilizzare i clienti invitandoli a non sprecare il cibo in generale e far conoscere anche la possibilità di portare a casa il cibo avanzato, senza paura di essere giudicati.

Doggy bag nel mondo

Gli Stati Uniti da dove arriva la pratica della doggy bag, partita dai locali di San Francisco, continuano a farne largo uso.

Stessa cosa in Spagna dove è uso comune portar via gli avanzi di cibo dal ristorante, complice anche la tv e gli spot televisivi e il web che pubblicizzano molto questa pratica.

In Cina, dove si spreca fino alla metà del cibo ordinato ha un nome preciso, la doggy bag è sostituita dal termine dabao che significa “mi faccia un pacchetto”. Questo in Cina è entrato nel galateo e viene considerato, al contrario di quello che si pensa in Italia, un comportamento da persone educate perché attente a evitare lo spreco di alimenti.

Precursore della proposta di legge italiana è il governo francese che ha approvato una norma che obbliga i ristoranti con più di 180 posti a sedere di avere in dotazione la doggy bag.

La Francia non è nuova alla lotta allo spreco nei supermercati infatti è obbligatorio donare i prodotti ancora commestibili e avanzati al circuito del volontariato, per l’assistenza ai poveri.

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