Bambini

Quasi 1 adolescente su 10 ha usato prodotti per perdere peso

Secondo una meta-analisi di 90 studi scientifici, le ragazze del Nord America sono quelle che li hanno utilizzati con più probabilità, ma a livello globale lo ha fatto il 6% dei giovani solo nell’ultimo anno
Credit: Moreno Matković 
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
27 gennaio 2024 Aggiornato alle 11:00

Quasi 1 adolescente su 10 ha usato prodotti per dimagrire. A dirlo è una meta-analisi delle ricerche in lingua inglese pubblicata su JAMA Network Open dell’American Medical Association.

“L’elevata prevalenza di problemi alimentari e legati al peso durante l’infanzia e l’adolescenza è motivo di grande preoccupazione, soprattutto perché queste età comprendono periodi di rapida crescita e sviluppo - spiega lo studio. - Un’alimentazione disordinata e comportamenti non salutari di controllo del peso durante l’infanzia sono associati a problemi psicosociali negativi. Inoltre, comportamenti non salutari di controllo del peso possono contribuire ad aumentare il peso corporeo, il che può contribuire a problemi di salute fisica negativi”.

Un comportamento particolarmente insalubre e preoccupante che, come sottolineano i ricercatori, spinge sempre più spesso all’uso di prodotti dimagranti (compresi farmaci e integratori alimentari) per il controllo o la riduzione del peso senza prescrizione medica. Assumerli però, soprattutto se senza la supervisione di un professionista, aumenta il rischio di un aumento di peso dannoso in età adulta, oltre a essere potenzialmente associato a un rischio elevato di ricevere una diagnosi di disturbo alimentare anche a distanza di anni. Inoltre, alcun studi hanno rilevato un’associazione con bassa autostima, depressione e scarso apporto nutrizionale, oltre che con l’uso di sostanze.

La meta-analisi comprendeva 90 studi con ben 604.552 partecipanti e ha rilevato che la prevalenza dell’uso di prodotti dimagranti negli adolescenti era complessivamente del 6%. Il 2% degli adolescenti li aveva provati nell’ultima settimana, il 4% nell’ultimo mese, il 6% nell’ultimo anno e il 9% nel corso della loro vita. I dati variano considerevolmente a seconda del Paese: dall’1,6% registrato nell’ultima settimana prima dello studio in Australia, a un utilizzo negli ultimi 30 giorni pari al 6,1% negli Stati Uniti, al 6,7% in Brasile e al 2,4% in Corea del Sud. Negli ultimi 12 mesi, l’uso è stato del 3,7% in Nuova Zelanda e del 3,5% in Israele.

Le ragazze adolescenti del Nord America sono risultate il gruppo che più probabilmente aveva utilizzato prodotti per la perdita di peso, ma in generale i tassi erano più alti tra le ragazze e i giovani Lgbtqai+, oltre ad altre categorie in cui l’uso di prodotti dimagranti è più elevato, come chi usa sostanze, gli adolescenti con diabete di tipo 1 e 2 e gli atleti d’élite.

I prodotti più utilizzati erano le pillole dimagranti (rispetto a lassativi e diuretici). L’uso complessivo di prodotti dimagranti senza prescrizione da parte degli adolescenti è stato del 5,3%; tuttavia, escludendo i soggetti ad alto rischio, la prevalenza variava dal 2,0% nell’ultima settimana all’8,9% nel corso della loro vita.

Facendo riferimento al consumo di questi prodotti da parte di ragazze adolescenti (1 su 10), i ricercatori spiegano che “si tratta di un problema di salute pubblica perché sono state trovate correlazioni tra l’uso di prodotti per la perdita di peso con ragazze con bassa autostima, influenza dei genitori a perdere peso o insoddisfazione dei genitori per il peso, insoddisfazione del proprio corpo, gruppi di pari che valorizzano la magrezza e le influenze dei media o dei social media che promuovono standard di bellezza non realistici”.

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