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C’è un collegamento tra farmaci dimagranti e pensieri suicidi?

Dopo la segnalazione dell’Agenzia islandese per i medicinali, l’European Medicine Agency ha avviato un’indagine sui prodotti a base di semaglutide e liraglutide, come Sexanda e Ozempic
Credit: Cottonbro studio
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
12 luglio 2023 Aggiornato alle 18:00

I farmaci per la perdita del peso potrebbero avere tra gli effetti collaterali pensieri suicidi? È quello che appurerà l’indagine del comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza (Prac) dell’Ema, European Medicines Agency, che sta conducendo una revisione relativamente ai rischi dei farmaci dimagranti che contengono semaglutide o liraglutide.

Un funzionario dell’Ema ha dichiarato alla Bbc che «la revisione viene condotta nel contesto di una procedura di segnalazione sollevata dall’Agenzia islandese per i medicinali, a seguito di 3 segnalazioni di casi. Un segnale è un’informazione su un evento avverso nuovo o noto che è potenzialmente causato da un medicinale e che richiede ulteriori indagini».

Quelli segnalati erano 2 casi di pensieri suicidi (uno in seguito all’uso di Saxenda e uno dopo Ozempic) e uno di pensieri di autolesionismo dopo l’utilizzo di Saxenda.

Saxenda è un farmaco approvato e autorizzato per la perdita di peso. Ozempic, invece, è un medicinale destinato alle persone affette da diabete per aiutarle a controllare la glicemia e il peso. Complice anche il tam-tam sui social media e la testimonianza di alcune celebrities che lo hanno utilizzato per perdere peso velocemente, sempre più persone non diabetiche hanno acquistato le penne pre-riempite, causando preoccupanti carenze a livello globale, al punto che in giugno sono stati trovati farmaci contraffatti.

In Ue, i bugiardini dei prodotti non elencano come effetto collaterale i pensieri suicidi per nessuno dei 2 farmaci. Negli Stati Uniti, invece, le istruzioni per la prescrizione di Wegovy (farmaco per il trattamento dell’obesità che contiene semaglutide, lo stesso principio attivo di Ozempic, non ancora disponibile in Italia e in diversi Paesi in Europa) raccomandano che i pazienti siano monitorati per pensieri o comportamenti suicidari.

Il sito web di Novo Nordik (il produttore dei farmaci) sotto la voce Warnings and Precautions scrive infatti: “Comportamento e ideazione suicida: negli studi clinici con altri prodotti per la gestione del peso sono stati segnalati comportamenti e ideazione suicidari. Monitorare i pazienti per depressione, pensieri o comportamenti suicidari e/o eventuali cambiamenti insoliti di umore o comportamento. Interrompere Wegovy® nei pazienti che manifestano pensieri o comportamenti suicidari e evitare nei pazienti con una storia di tentativi di suicidio o ideazione suicidaria attiva”.

Secondo il Dashboard pubblico del sistema di segnalazione degli eventi avversi (Faers) della Food and Drug Administration degli Stati Uniti, dal 2018 ci sono state almeno 60 segnalazioni di pensieri suicidari da parte di pazienti trattati con semaglutide o dai loro operatori sanitari. Le segnalazioni di questo tipo da parte di pazienti trattati con liraglutide, il principio attivo del farmaco Saxenda, o dei loro operatori sanitari sono state almeno 70 dal 2010.

“Le informazioni in questi rapporti non sono state verificate e l’esistenza di un rapporto non è una prova del nesso di causalità - ha spiegato la Fda, secondo quanto riportato da Reuters - La Fda ha affermato di monitorare la sicurezza dei farmaci durante il loro ciclo di vita. Gli studi di Wegovy non hanno suggerito un aumento del rischio di comportamento suicidario, ma l’etichetta del farmaco contiene un avvertimento per comportamento suicidario e ideazione a causa dei rischi associati ad altri farmaci per la gestione del peso”.

Dopo una prima revisione, limitata ai farmaci in oggetto, l’Ema valuterà se debbano essere indagati anche altri trattamenti nella stessa categoria di medicinali, ovvero gli agonisti del recettore del peptide-1 (GLP-1) simile al glucagone.

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