Ambiente

In Italia muore un ciclista ogni due giorni

I dati dell’Osservatorio Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale mostrano la silenziosa strage quotidiana in tempo reale e le lacune della sicurezza stradale urbana
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cottonbro studio 

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12 gennaio 2024 Aggiornato alle 08:00

Il 2023 si è portato via 197 ciclisti. «È come se scomparisse il Giro d’Italia ogni anno», spiega il presidente Asaps Giordano Biserni.

I numeri sono proprio dell’Osservatorio dell’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, ente da sempre impegnato nella sicurezza, che continua anche nel 2024 ad aggiornare tutti in tempo reale sul tema.

Questa strage silenziosa quasi quotidiana non accenna a finire. La cifra è molto vicina a quella del 2022, quando i ciclisti deceduti sono stati 205, come certificato dall’Istat.

Il periodo più duro è quello che per le biciclette dovrebbe essere il più bello, l’estate: il picco di vittime sulle due ruote si è avuto a luglio 2023 con 34 casi. Ma non c’è un mese senza morti: sono 13 solo a dicembre, per esempio.

E ancora: 75 ciclisti avevano più di 65 anni. Tra l’altro i dati sono parziali perché considerano solo i decessi avvenuti nell’immediatezza degli incidenti e non tengono conto dei feriti gravi che poi non ce la faranno in ospedale.

In tutto questo sono diciotto i casi di pirateria stradale accertati, con la fuga dell’autore dell’investimento. Sono rimaste inoltre coinvolte una dozzina di bici elettriche, mezzi sempre più presenti sulle strade.

Nel complesso tra le cause principali ci sono gli investimenti da parte di autovetture ma anche di autobus e autocarri. In alcuni casi gli automobilisti sono stati trovati positivi all’alcol, alle droghe oppure a entrambe le sostanze. Molti incidenti sono avvenuti nelle ore notturne e su strade extraurbane, con poca visibilità.

Le informazioni raccolte dall’Osservatorio Ciclisti inoltre mettono in luce la localizzazione per regione, anche attraverso una mappa interattiva disponibile online: la Lombardia ha avuto un quinto dei decessi di tutta Italia, 39, seguita dall’Emilia Romagna con 29 e dal Veneto con 22. Emergono come zone più “sicure” la provincia autonoma di Bolzano, la Sardegna e la Valle D’Aosta con una sola vittima a testa.

«I quasi duecento ciclisti morti nel 2023 sulle strade italiane, come se fossero scomparsi tutti i partecipanti al Giro d’Italia di ciclismo, sono lo specchio di una insicurezza che è presente soprattutto nelle città, dove un sempre maggior numero di piste ciclabili costruite dalle amministrazioni comunali a tutela degli utenti, si scontra con la distrazione e l’alta velocità da parte di molti automobilisti», dichiara il presidente Asaps Giordano Biserni.

«Questo veicolo va assolutamente più tutelato nelle piccole e grandi città, sempre più congestionate, ma è necessario aumentare la sicurezza con un numero maggiore di divise e di controlli - continua Biserni - Occorre poi, lo ribadiamo, che il disegno di legge ora in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati venga approvato con urgenza, temiamo infatti che i lavori parlamentari necessitino di molti mesi, come accaduto con la legge sull’omicidio stradale, dato che ci sono alcune norme sulla ciclabilità che potrebbero garantire quella sicurezza sempre più richiesta dai ciclisti. L’anno 2024, appena iniziato, dovrà vedere ognuno di noi protagonista nel rispettare le regole sulla strada, per ridurre le croci e i mazzi di fiori che costeggiano molte arterie».

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