Diritti

Annusare le lacrime delle donne riduce l’aggressività negli uomini

Lo studio, pubblicato sulla rivista Plos Biology, ha coinvolto 31 partecipanti divisi in 2 gruppi: di analisi e di controllo. Nel primo caso è stato registrato un calo del comportamento aggressivo di quasi il 44%
Credit: Maria Luiza Melo 
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
22 gennaio 2024 Aggiornato alle 07:00

C’è chi lo fa ogni giorno e chi di rado; chi si vergogna o preferisce ricacciare tutto dentro e chi, invece, non vuole nascondere le proprie emozioni. C’è chi lo fa quando è triste, per un lutto per esempio, o per la perdita di un’amicizia, di un amore, di un’opportunità; c’è chi lo fa per rimpianto e chi, invece, quando è felice.

Qualsiasi sia il motivo o il momento, piangere fa bene: allenta l’ansia, lo stress e alleggerisce la mente, svuotandola (anche solo per un momento) dai pensieri che la affollano e ci rendono tesi. Quante volte, dopo un bel pianto liberatorio, ci siamo sentiti meglio? E poi, fa bene anche alla nostra salute.

Gli psicologi parlano di repressive coping (ovvero il tenersi tutto dentro, non esternando le proprie emozioni tristi) e, a quanto pare, questa brutta abitudine potrebbe indebolire il nostro sistema, portare a malattie cardiovascolari e all’ipertensione, oltre che ovviamente a un peggioramento del benessere mentale.

Spostando lo sguardo “sull’altro”, ovvero su chi guarda una persona piangere, è comune che in questi casi si provi compassione, tristezza, che si condivida il dolore con quella persona e che il nostro livello di aggressività si anestetizzi, almeno in parte. In molti casi questo avviene quando gli uomini entrano in contatto con il pianto femminile.

È stato scoperto che odorare le lacrime delle donne (che, in realtà, sono inodori) riduce l’aggressività maschile più del 40%; ricerche passate avevano già scoperto che il pianto femminile fa calare i livelli di testosterone negli uomini, ma non erano state chiarite le conseguenze comportamentali di questo calo.

Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Plos Biology, ha coinvolto 31 uomini. Per prima cosa, sono state raccolte le lacrime di un gruppo di donne che guardavano film malinconici e fatte annusare ai partecipanti maschi, ma non a tutti (alcuni hanno odorato soluzioni saline, sempre inodori). Successivamente, agli uomini è stato chiesto di giocare a videogame progettati per generare rabbia e aggressività nell’utente (per esempio, facendo perdere di proposito punti al giocatore).

Da una parte, il comportamento aggressivo-vendicativo degli uomini che avevano odorato le lacrime della donne è diminuito del 43,7%; dall’altra, i ricercatori hanno rilevato un calo dell’attività cerebrale nelle regioni legate all’aggressività dopo l’esposizione alle lacrime delle donne.

«Un calo del 44% non è qualcosa che si vede di solito in laboratorio - ha dichiarato Shani Agron, membro del team di ricerca, a Newsweek - È stato anche sorprendente scoprire che alcuni recettori del sistema olfattivo sono in grado di reagire alle lacrime nonostante non abbiano odore».

«Abbiamo testato l’effetto delle lacrime sugli uomini perché volevamo iniziare dove potevamo avere più chances di vedere un effetto. Sapevamo che odorare le lacrime abbassa il testosterone - ha aggiunto - Tuttavia ora dobbiamo replicare (l’esperimento, ndr) nelle donne per avere un quadro più completo».

Come ha spiegato lo stesso Agron in un comunicato stampa, quando il team ha cercato donatori e donatrici di lacrime si sono candidate soprattutto donne, perché “per loro è socialmente più accettabile piangere”.

Tuttavia, questi risultati non sono da considerarsi certi; secondo Minna Lyons, psicologa alla Liverpool John Moores University, nonostante il calo dell’aggressività abbia raggiunto percentuali «notevoli», è necessario condurre altri esperimenti, sempre analizzando il comportamento umano, prima di trarre conclusioni definitive. Anche il contesto, infatti, potrebbe ribaltare la situazione. «Le lacrime di una vittima di violenza domestica potrebbero contribuire poco a ridurre l’aggressività dell’abusatore - ha affermato Lyons - Perché la segnalazione chimica non funziona in questi casi?».

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