Ambiente

Alaska: il climate change uccide i senzatetto

Il riscaldamento globale crea le condizioni per tempeste di pioggia e neve mai viste. A pagarla sono i più deboli. Ti raccontiamo il caso di Anchorage
Credit: Loren Holmes / Adn/Alaska Dispatch News via ZUMA Wire
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10 gennaio 2024 Aggiornato alle 18:00

Poco prima dei problemi trovati da Alaska Airlines sui Boeing 737 MAX, il Washington Post lanciava un altro allarme che riguarda proprio la regione più grande degli Stati Uniti: i cambiamenti climatici, il global warming e l’aumento dell’umidità in particolare stanno mettendo in difficoltà i senzatetto.

Al contrario di quanto successo in Italia, nelle scorse settimane sono caduti tanti fiocchi a Anchorage, a conclusione dell’anno più nevoso della storia, facendo seguito a un 2022 che invece era risultato il più piovoso mai registrato.

A nord della maggiore città dell’Alaska centinaia di clochard hanno trascorso questo inverno così rigido in un accampamento all’aperto, nascosto tra i boschi, oltre che per strada, nelle rientranze dei portoni e nei rifugi senza più un posto disponibile.

Le conseguenze si sono rivelate gravi, soprattutto a causa delle tempeste. Se diversi alberi hanno ceduto di fronte alle intemperie, allo stesso modo molte tende non hanno potuto sopportare il peso della neve accumulata. Così in alcune situazioni ci si è trovati a estrarre persone in difficoltà tra i tendaggi abbattuti mentre cadevano rami tutt’intorno.

La polizia e i gruppi di cittadini vicini ai senzatetto hanno fatto sapere che durante l’ondata di freddo del mese scorso ci sono state almeno quattro vittime. Per contrastare le bassissime temperature, i clochard hanno cercato di condividere il proprio calore corporeo ma hanno anche tentato di riscaldarsi attorno a fuochi alimentati da propano, indicato poi come una possibile causa delle morti.

Di nuovo a dicembre nella località costiera di Wrangell le forti piogge e il vento hanno provocato una frana che ha ucciso almeno cinque persone, tra le quali due bambini.

Il territorio dell’Alaska subisce quindi le distorsioni del climate change, del riscaldamento globale e degli eventi meteorologici sempre più estremi. Basti pensare al mese di novembre che è stato al contempo più caldo della media e nevoso.

Negli ultimi due anni questi fenomeni si sono mostrati in tutta la loro forza: le acque più calde del normale del Pacifico alimentano l’umidità, portando poi alla sproporzionata caduta di pioggia e neve - fino a un metro la scorsa settimana - su Anchorage, se non a vere e proprie tempeste.

Secondo le previsioni del National Climate Assessment del governo federale, gli eventi estremi andranno peggiorando: le precipitazioni medie annuali dello Stato aumenteranno del 20% entro la fine del secolo, considerando un panorama intermedio relativo alle emissioni in futuro.

Gli abitanti di Anchorage si stanno man mano convincendo che vanno incontro a una “nuova normalità” climatica, mentre la popolazione di senzatetto cresce a vista d’occhio. Negli ultimi anni, specialmente dalla pandemia di Covid-19 in poi, le difficoltà economiche si sono fatte sentire per tutti.

Inoltre i servizi sociali locali hanno registrato un’impennata dell’uso di fentanyl, analgesico a base di oppio. È in questo contesto che nel 2023 sono morti almeno 50 clochard, un numero altissimo per la città.

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