Ambiente

Il Portogallo brucia e l’Alaska è inondata

Dopo Italia e Grecia, i roghi colpiscono soprattutto Odemira, tra temperature elevate e forti venti. Nel resto del mondo, dalla Slovenia al Vietnam passando per l’Alaska, sono invece le inondazioni a preoccupare
Credit: EPA/LUIS FORRA
Tempo di lettura 3 min lettura
10 agosto 2023 Aggiornato alle 07:00

Dopo i roghi in Grecia, Sicilia e Sardegna ora è il Portogallo a soffrire per una serie di incendi, in particolare nella zona di Odemira.

Quello che ci siamo da poco lasciati alle spalle, secondo le osservazioni dell’Ue Copernicus, è il luglio con la temperatura media più alta mai registrata nella storia dall’inizio delle rilevazioni.

Un mese di 0,72 gradi più caldo della media 1991-2020, con ondate di calore registrate in molte regioni dell’emisfero nord, compresa l’Europa meridionale, che hanno contribuito tra temperature elevate, forti venti e territori diventati particolarmente secchi, a creare purtroppo le condizioni per lo sviluppo di roghi che, seppur in molti casi dolosi, si propagano poi con facilità.

Anche in Portogallo negli ultimi giorni cittadini e turisti stanno affrontando queste condizioni: a bruciare sono soprattutto la regione di Odemira nel sudovest, Leira nel centro, e Cinafaes nel nord.

Si parla di almeno 2.000 vigili del fuoco mobilitati e 1.400 persone tratte in salvo tra campeggi, resort e villaggi nell’area di Odemira, con 15 focolai che hanno distrutto almeno 7.000 ettari di terreno.

Il bilancio è di oltre 50 persone ferite o rimaste ustionate soprattutto tra i soccorritori.

Le operazioni sono particolarmente complicate a causa delle temperature elevate, oltre i 40 gradi in diverse zone, unite ai forti venti che soffiano sul Paese.

Il Governo ha dichiarato lo stato di allerta per “rischio di incendio molto elevato o massimo in tutto il Paese” e ha messo in campo diverse risorse per tentare di arginare le fiamme.

In certi luoghi, come a Santarém, la colonnina di mercurio segna oltre 46 gradi e le temperature elevate cominciano a preoccupare anche per l’area di Lisbona e Setúbal.

Per precauzione anche alcuni tratti autostradali, come quello fra Lisbona e Oporto, sono stati temporaneamente chiusi.

Dalle previsioni meteo non arrivano buone notizie: si parla di una terza ondata di calore, legata alla presenza dell’anticiclone africano, che si farà sentire in maniera impattante tra Spagna e Portogallo, con rischi incendi in buona parte della penisola iberica.

Se il sud Europa è impattato dalle ondate di calore, in altre aree del mondo si paga invece il conto di violentissime inondazioni. In questi giorni, a fatica, la Slovenia si sta riprendendo dal “peggior disastro naturale degli ultimi 30 anni”, alluvioni che hanno portato ad almeno sei vittime e mezzo miliardo di euro di danni.

Stessa cosa in Vietnam dove la violenza dell’acqua ha portato alla morte di otto persone e lasciato centinaia di cittadini senza casa.

In Alaska invece nei giorni scorsi è scattato lo stato d’emergenza per l’inondazione provocata dal cedimento del lago glaciale Suicide Basin, un bacino laterale del ghiacciaio Mendenhall, a 20 chilometri a nord della capitale dell’Alaska.

Il cedimento della diga glaciale ha impattato fortemente sulla regione e una casa, come si osserva in un video diventato virale, è crollata nel fiume Mendenhall.

Quando l’acqua intrappolata fuoriesce attraverso le fessure nelle dighe di ghiaccio che si assottigliano, azione ormai caratteristica con la crisi del clima, i territori risultano sempre più vulnerabili e instabili con pesanti ripercussioni sulla popolazione.

Leggi anche
Un vigile del fuoco cerca di spegnere un incendio nel villaggio di Metochi, vicino a Epidauro, in Grecia, il 23 luglio 2023.
Estate bollente
di Giacomo Talignani 3 min lettura
Incendi
di Giacomo Talignani 2 min lettura