Economia

Sharing mobility: i monopattini elettrici sono in crisi

Gli electric scooter noleggiabili stanno perdendo terreno; Bird Global, società pioniera del settore, è quasi in bancarotta: i costi (di manutenzione e non solo) sono troppo elevati e i ricavi non coprono tutte le spese
Credit: ANSA/Mourad Balti Touati
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5 gennaio 2024 Aggiornato alle 13:00

La sharing mobility è entrata ormai a far parte della nostra vita quotidiana: le auto, le biciclette e i monopattini condivisi registrano oltre 500 milioni di corse in tutta Europa grazie agli 850.000 mezzi in circolazione, per un giro d’affari di oltre 3 miliardi di euro.

Nonostante questi numeri, però, il settore sembra non poter contare su una forte stabilità. Da una parte, il dibattito sullo stop all’uso dei monopattini elettrici, nato per questioni legate alla sicurezza della viabilità e degli utenti, ha portato il tema anche tra le istituzioni: in Italia sono già in vigore leggi che regolano la circolazione di questi mezzi, mentre a Parigi, in seguito al referendum cittadino del 2 aprile, è stata prevista la rimozione di circa 15.000 monopattini dalle strade.

Dall’altro, ci sono preoccupazioni per lo scoppio della bolla sharing. Il caso più eclatante è quello di Bird Global, società pioniera del settore della mobilità condivisa, che ha presentato un’istanza di protezione dalla bancarotta alla Florida. Nel 2018, appena un anno dopo la sua fondazione, era diventata la startup più veloce di sempre a raggiungere una valutazione superiore al miliardo di dollari.

Come riporta il Financial Times, Bird ha un fondo contante di circa 3,25 milioni di dollari, a fronte dei 16,8 necessari per far fronte agli obblighi finanziari entro il 12 gennaio 2024. «Fin dalla sua nascita, Bird ha avuto difficoltà a generare flussi di cassa positivi nonostante i suoi sforzi di crescita e la relativa quota di mercato rispetto ai suoi concorrenti», ha affermato Michael Washinushi, amministratore delegato della società.

A novembre, l’azienda ha dichiarato perdite nette per 73,4 milioni di dollari da inizio anno, mentre a fine 2022 le perdite si attestavano intorno ai 358,7 milioni. «Stiamo facendo progressi verso la redditività e miriamo ad accelerare questo progresso ridimensionando correttamente la nostra struttura di capitale», ha aggiunto Washimushi.

Per evitare il fallimento, la società ha stanziato 25 milioni di dollari di debiti di finanziamento da parte di vari istituti di credito con alta priorità rispetto agli alti creditori e alti tassi di interesse.

Le cause del crollo della compagnia e dell’esplosione della bolla sharing per i monopattini ha diverse cause. Tra le principali troviamo la presenza di alti costi per l’insediamento di una consistente flotta in più città, con errori di calcolo sul proprio ritorno economico; infatti, in molti casi, i ricavi non ricoprivano gli elevati costi iniziali portando a un innalzamento delle tariffe e un conseguente calo di impiego.

Inoltre, sono da considerare i costi per i permessi operativi, le spese legali per le cause relative a richieste di risarcimento per lesioni personali e i costi di manutenzione e riparazione dei monopattini. Tra le cause, anche la diminuzione della domanda nel periodo invernale con gli utenti che, visto il calo delle temperature, preferiscono optare per soluzioni alternative.

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