Diritti

Vin Diesel è stato accusato di violenza sessuale

Il fatto sarebbe avvenuto nel 2010 durante le riprese di Fast Five ai danni di una ex assistente, subito licenziata dopo l’evento
Credit: EPA/CLEMENS BILAN 
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
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27 dicembre 2023 Aggiornato alle 18:00

Lui nega ma nel frattempo la causa va avanti e l’eco mediatico non si placa. Stiamo parlando di Vin Diesel, che dalla scorsa settimana si sta difendendo dall’accusa di violenza sessuale mossa contro di lui da un’ex assistente: Asta Jonasson.

La donna sostiene di essere stata aggredita dall’attore di Fast and Furious in un hotel di Atlanta nel 2010, durante le riprese di Fast Five, e licenziata subito dopo il fatto.

Secondo l’avvocato di Diesel, benché siano passati 13 anni, esisterebbero prove evidenti che confuterebbero completamente le accuse.

Eppure Jonasson ha fornito un racconto dei fatti piuttosto dettagliato.

La donna è stata assunta dalla One Race Productions nel settembre 2010 per lavorare come assistente di Diesel. Come previsto dal suo ruolo si è recata sul set di Fast Five ad Atlanta, dove ha organizzato feste e soddisfatto le richieste dell’attore, tra le quali quella di stargli vicino e fargli da copertura durante gli eventi mondani ai quali avrebbe partecipato senza la propria compagna, nel caso fosse stato fotografato con altre donne.

Una sera Diesel l’avrebbe chiamata nella sua stanza con una scusa e, presentatosi nudo, l’avrebbe trascinata su letto.

Jonasson dopo avergli invano intimato di fermarsi sarebbe riuscita a sfuggire alla sua presa ma sarebbe poi stata di nuovo raggiunta dall’attore, il cui vero nome è Mark Sinclair Vincent, che l’avrebbe palpeggiata e baciata insistentemente, tentando di toglierle la biancheria intima mentre lei lo supplicava di fermarsi.

Infine, la donna sarebbe stata bloccata con forza al muro e costretta, pur rifiutandosi verbalmente, a toccare il pene eretto di Diesel, che nel frattempo si masturbava. “Terrorizzata, la signora Jonasson ha chiuso gli occhi, cercando di dissociarsi dall’aggressione sessuale ed evitare di farlo arrabbiare”, si legge nella causa.

Alcuni giorni prima anche un dipendente della One Race Production aveva tentato un approccio sessuale non gradito con l’ex assistente, invitandola nella sua stanza d’albergo ed esortandola, nudo, ad accomodarsi al suo fianco. In quell’occasione Jonasson se ne andò subito, cosa che non riuscì a fare con Diesel.

Ad aggiungere gravità a una vicenda già profondamente drammatica, è ciò che, sempre secondo l’accusa, sarebbe accaduto dopo: ovvero la ricezione di una telefonata da parte della sorella di Diesel nonché presidente della One Race Productions, Samantha Vincent, in cui la esortava a licenziarsi.

Una richiesta giunta a ciel sereno visto che l’assistente aveva da poco ricevuto elogi sul proprio lavoro.

Secondo l’avvocato di Jonasson, Claire-Lise Kutlay il messaggio in quel caso fu chiaro: «La signora Jonasson è stata licenziata per aver resistito coraggiosamente alla violenza sessuale di Vin Diesel».

Oltre all’attore, Jonasson ha citato in giudizio la sua società di produzione e la sorella per presunta discriminazione basata sul genere, ambiente di lavoro ostile, ritorsioni e licenziamento illegittimo.

In tutti questi anni Jonasson ha continuato a lavorare nel cinema e in televisione, e fino a ora non aveva parlato apertamente dell’accaduto per paura di essere ostracizzata da un settore “che aveva l’abitudine di proteggere gli uomini potenti e di mettere a tacere i sopravvissuti”.

Ora ha deciso di farlo, e come lei stessa ha affermato a darle la forza sono stati anche i movimenti #MeToo e Time’s Up, nonché l’entrata in vigore di una nuova legge in California, che dallo scorso anno ha esteso i tempi entro i quali è possibili denunciare una violenza sessuale.

Negli Stati Uniti, infatti, di norma il termine massimo è 10 anni dal fatto, ma in California la legge AB 2777, nota anche come Sexual Abuse and Cover-Up Accountability Act prolunga il termine per intentare una causa civile per violenza sessuale al 31 dicembre 2026, se l’incidente è avvenuto dopo il 1° gennaio 2009.

Nell’ultimo anno sono diverse le celeb sulle quasi sono piovute denunce per stupro.

Lo scorso novembre Axl Rose, il frontman dei Guns n’ Roses è stato accusato da una ex modella di Penthouse, che sarebbe stata violentata nel 1989.

Nello stesso periodo è uscita anche la notizia di un’accusa analoga verso l’attore Jamie Foxx per un fatto avvenuto a New York nel 2015.

Inizierà invece a febbraio il processo al calciatore Dani Alves per violenza sessuale nei confronti di una ragazza di 23 anni, della quale avrebbe abusato nella notte fra il 30 e il 31 dicembre 2022 nella discoteca Sutton di Barcellona.

Una lunga scia di violenza che con ogni probabilità vedrà in futuro altri capitoli anche se la speranza, come sottolineato anche dall’avvocato di Asta Jonasson è «che la sua coraggiosa decisione di farsi avanti contribuisca a creare un cambiamento duraturo e dia potere ad altri sopravvissuti».

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