Culture

César: cerimonia vietata agli indagati per violenza sessuale

L’Académie organizzatrice degli Oscar francesi ha diramato una nota per mettere a tacere le voci su un possibile premio a Sofiane Bennacer, accusato di stupro
Credit: Via ibercine.com 
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
3 gennaio 2023 Aggiornato alle 20:00

Le polemiche erano nell’aria e per evitare che l’onda travolgesse la cerimonia ufficiale, l’Académie des arts et techniques du cinéma francese ha giocato d’anticipo comunicando il divieto di partecipare alla prossima cerimonia dei César a chiunque sia indagato e quindi rischi una condanna per violenza, in particolare di natura sessuale o sessista, oltre ovviamente a chi è già condannato per reati analoghi.

Considerati gli Oscar francesi, la prossima assegnazione dei César è prevista per il 25 febbraio all’Olympia di Parigi e non stupisce che una simile decisione sia stata presa proprio prima della kermesse.

Da alcune settimana infatti, su media, social network e tra la gente sta montando il malcontento in merito alla probabile presenza la sera delle premiazioni di Sofiane Bennacer, astro nascente della cinematografia transalpina e non solo, indicato da molti come il favorito a ricevere la statuetta per la sua parte in Les Amandiers di Valeria Bruni Tedeschi.

Nulla da eccepire se non fosse che sul capo dell’attore 25enne pende al momento un’accusa pesantissima, anzi tre: due per stupro su due ex compagne e una per violenza su coniuge. I fatti si sarebbero verificati tra il 2018 e il 2019 in location diverse: Mulhouse, Strasburgo e Parigi.

Alla notizia del rinvio a giudizio dell’enfant prodige, arrivata a fine novembre, la regista italiana, nonché sua attuale compagna, si era detta indignata e aveva parlato di linciaggio mediatico e del fatto che i produttori fossero a conoscenza delle indagini in corso sull’attore già durante le riprese del film. Idem la sorella e ex Premièr dame Carla Bruni, secondo la quale l’esclusione dalla cerimonia sarebbe una decisione che mina la presunzione di innocenza, «uno dei fondamenti della nostra democrazia».

Famiglia Bruni sugli scudi a parte, la decisione ormai è stata presa e anche se l’Accademia non l’ha posta ufficialmente in relazione con questo fatto è molto probabile che abbia agito non solo a seguito di una presa di coscienza complessiva sul tema, ma intimorita da ciò che sarebbe potuto accadere in caso di immobilismo.

Anche perché già nel 2020 un caso di stupro aveva impattato sulla cerimonia dei César. Quell’anno Roman Polanski vinse il premio come miglior regista per il film L’ufficiale e la spia e il riconoscimento, nonostante la sua condanna per stupro nei confronti di un tredicenne negli anni Settanta, aveva scatenato furiose polemiche. Durante la premiazione molte attrici francesi uscirono dalla sala e alcune di esse, come Adèle Haenel, raccontarono di aver subito violenze o molestie su alcuni set.

Polansky non era presente alla cerimonia ma oltre al premio a far scattare l’indignazione era stata quella sorta di immunità, penale e morale, che sembrava godere in Francia, dove risiede da tempo per evitare l’incarcerazione in patria, ovvero in quegli Stati Uniti che, invece, gli riservano ben altro trattamento.

Nel 2018, infatti, dopo Harvey Weinstein e insieme a Bill Cosby, è stato espulso dalla Film Academy, che si occupa della cerimonia di assegnazione degli Oscar e che all’epoca aveva specificato che il regista non fosse eticamente idoneo a far parte dell’organizzazione.

Nonostante le molte contraddizioni e le migliaia di eccezioni, gli Usa dopo lo scoppio del #metoo sembrano viaggiare a un passo decisamente più spedito dell’Europa su questo versante, e in particolare della Francia, che oltre a non calcare la mano su Polansky si dimostra piuttosto morbida anche nei confronti di Gerard Depardieu incriminato per stupro e di Dominique Boutonnat, presidente del National Film Board e rieletto per un secondo mandato nonostante l’accusa di violenza sessuale nei confronti del suo figlioccio.

Almeno fino a oggi però visto che, meglio tardi che mai, sembra finalmente arrivata anche oltralpe la svolta.

«Si è deciso di non dare risalto a persone che potrebbero aver commesso atti di violenza, in segno di rispetto per le vittime, anche se solo presunte» si legge nel comunicato ufficiale diramato dall’Accademia.

E questo potrebbe non essere l’unico provvedimento, visto che l’organismo ha anche fatto sapere che sta decidendo in questi giorni se le persone con accuse e condanne di natura sessuale e sessista debbano essere bandite non solo dalla cerimonia di premiazione dei César ma anche da future nomination e premi.

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