Ambiente

Riscaldamento globale: sui media se ne parla solo in termini di “crisi”

Secondo il rapporto Eco-media sono alluvioni e disastri a essere presenti nella narrazione dei media italiani. Meno coperto il tema delle energie rinnovabili
Credit: Thomas Warnack/dpa
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18 dicembre 2023 Aggiornato alle 19:00

Di crisi climatica sui media italiani se ne parla - dato che nell’ultimo anno sono stati prodotti quasi 1 milione di articoli sul tema - ma non abbastanza in termini di problemi e soluzioni, visto che a essere protagonisti sono soprattutto i disastri, dalle alluvioni sino alla siccità.

Questo il quadro che emerge dal nuovo rapporto Eco-media realizzato insieme a Pentapolis Institute e Eco in Città.

Il report, che ha come periodo di riferimento quello tra ottobre 2022 e fine settembre 2023, racconta i dettagli sulla copertura di notizie relative ad ambiente, clima e sviluppo sostenibile da parte dei media italiani analizzando tv, web, radio e quotidiani e “i dati sono stati estrapolati da un flusso alimentato da oltre 4 milioni di notizie al giorno e composto da oltre 200.000 fonti complessive”.

Secondo l’analisi a emergere è soprattutto la parola “crisi”, sua quella legata al cambiamento climatico sia quella ambientale, con citazioni “picco” soprattutto nei mesi di novembre 2022 e maggio 2023, periodi in cui si sono verificati alluvioni e tragedie. Tra gli altri temi chiave l’energia, la biodiversità e l’economia, mentre quello dei trasporti è il meno coperto a livello mediatico.

In generale per le questioni climatiche a mostrare un interesse maggiore è il web (67% delle citazioni totali), seguito dalla stampa (20%), mentre per la tv il 9% e la radio il 4%.

La parola utilizzata con maggior frequenza è invece “alluvioni”, con riferimenti per esempio a quelle dell’Emilia Romagna o la Toscana. Nell’analisi effettuata da Eco-media la fonte stampa più prolifica su questi temi risulta essere Avvenire, per il web ilrestodelcarlino.it, repubblica.it, lastampa.it e lanazione.it, mentre per la tv a parlare della “crisi” sono soprattutto RaiNews, SkyTg24, Rai3, Tgcom24, LA7 e Telenorba e per le radio Radio24, Radio1, Giornale Radio, Radio Radicale e Radio Popolare.

Per il direttore Massimiliano Pontillo, presidente di Pentapolis Group «il percorso italiano sul doppio binario del Green New Deal e dell’Agenda 2030 è ancora un po’ in ritardo, nonostante segnali incoraggianti. Sono necessarie strategie condivise, politiche integrate, azioni concrete e un’informazione all’altezza del compito. È importante sottolineare un crescente impegno della società civile, delle imprese e da qualche tempo del mondo della finanza; la nostra società, anche grazie al recente dinamismo dei giovani, ha ormai preso coscienza dei problemi che abbiamo di fronte e domanda interventi urgenti, che operino una giusta transizione ecologica: in questo scenario, i media hanno un ruolo molto importante, decisivo, di formazione e accelerazione nel centrare i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile».

Infine, mentre il report sottolinea comunque una crescita nella copertura delle tematiche legate alla crisi climatica, va sottolineato come alcune questioni parallele ma fondamentali in termini di soluzioni per la riduzione delle emissioni - come le energie rinnovabili o le comunità energetiche - siano oggi meno centrali (e meno riportate sui media), mentre al contrario trovano spesso spazio gas e infrastrutture come i rigassificatori, entrambi al centro della narrazione sull’energia portata avanti da parte di questo governo.

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