Futuro

L’intelligenza artificiale influenza anche la Borsa

L’ultimo allarme arriva dalla Banca d’Inghilterra: gli High frequency traders sono capaci di acquistare e vendere rapidamente azioni. Il rischio è che gli algoritmi vengano usati per attività illegali
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14 dicembre 2023 Aggiornato alle 07:00

È stato chiaro fin da subito che i campi di applicazione dell’intelligenza artificiale sarebbero stati infiniti, con rischi annessi. Dalla scrittura e pubblicazione di libri fino alla creazione delle canzoni: non c’è cosa che l’AI non sappia fare. Di fronte a un potere tanto grande sono nati immediatamente timori su come sarebbero potute andare le cose. Ora continuano a emergere con forza i possibili pericoli dietro a questa tecnologia.

L’ultima allerta è arrivata da Andrew Bailey, presidente della Banca d’Inghilterra, che ha semplicemente acceso i riflettori sull’intervento dell’AI nei settori finanziari, una pratica in atto ormai da tempo, come sanno gli addetti ai lavori. Sono già operativi infatti robot dotati di una capacità di reazione estremamente rapida nell’acquisto e nella vendita di azioni: si chiamano High frequency traders (Hft) e non solo. Esistono, infatti, algoritmi che apprendono in autonomia modalità di investimento irregolari: così in sostanza l’intelligenza artificiale diventa un veicolo per alimentare attività illegali.

Tutto questo pone il mondo intero davanti a un urgente problema di responsabilità, anche perché i mercati sono tutti collegati tra loro e quindi la fragilità di uno potrebbe travolgere gli altri in un effetto domino. Parallelamente gli stessi organismi deputati al controllo, Consob in primis, si servono dell’AI per verificare la correttezza delle operazioni e contrastare gli illeciti.

Un’ipotesi particolarmente allarmante è poi l’agente autonomo: si tratta dello scenario in cui gli algoritmi, senza seguire le indicazioni umane di un Software Developer, assimilino in maniera indipendente strategie per giocare in Borsa e manipolare i listini, arrivando addirittura a pianificare queste operazioni con precisione chirurgica. Potrebbero persino stringere alleanze per questi scopi o copiare azioni fraudolente, inseguendo l’obiettivo del massimo profitto.

Le tendenze di queste condotte sono piuttosto evidenti guardando all’andamento dei mercati, spesso attraversati da fenomeni come lo spoofing e il quote stuffing, che provocano l’immissione e il ritiro improvvisi di un enorme numero di ordini nel tentativo di distorcere i listini, per accontentare secondi fini all’insegna della speculazione.

Una delle prime soluzioni a tutte queste problematiche potrebbe suonare quasi facile e scontata: bisognerebbe banalmente insegnare all’intelligenza artificiale a rispettare le regole e a comportarsi… bene. Proprio in questi giorni il Consiglio Ue e l’Europarlamento hanno raggiunto un’intesa provvisoria sull’Artificial Intelligence Act: è la prima legge al mondo per mettere in riga l’AI e tutelare i diritti fondamentali.

Nel frattempo, a regolamentare tutto il quadro finanziario ci pensano le direttive MiFID - Markets in financial instruments directive (2004/39/EC) che disciplinano da circa 6 anni i mercati dell’Unione europea, ma alla luce dei recenti sviluppi tecnologici si rende davvero sempre più necessario un aggiornamento delle normative.

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