Ambiente

Transizione ecologica: servono investimenti e una legge per il clima

Asvis, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha raccolto nel suo ultimo report le azioni da compiere per affrontare le criticità ambientali e accelerare la sostenibilità in Italia
Credit: Fabian Wiktor 
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8 dicembre 2023 Aggiornato alle 20:00

In un momento cruciale per la sostenibilità del nostro Pianeta, è essenziale che l’Italia intensifichi gli sforzi per affrontare i cambiamenti climatici e raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030 dell’Onu.

A tal proposito, nel corso dell’ultimo incontro Asvis Live, (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) tenutosi il 6 dicembre presso la CeoForLife Clubhouse di Montecitorio, durante il quale è stato presentato il Rapporto 2023, è emerso con chiarezza che il Governo italiano deve agire tempestivamente per accelerare la transizione ecologica nel Paese.

All’evento sono intervenuti Simona Caselli, presidente di Granlatte, Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, Maria Vittoria Dalla Rosa Prati, New Wave Plef, Eleonora Evi, deputata di Europa Verde, Giordano Fatali, CeoForLife, Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’Asvis, Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Alessandra Prampolini, direttrice di Wwf Italia, Mauro Rotelli, presidente della commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera.

Un passo fondamentale da compiere, sottolineato dagli esperti e dai rappresentanti di Istituzioni, forze politiche, imprese e società civile, è l’approvazione tempestiva del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), che una volta finanziato adeguatamente rappresenterebbe una guida strategica fondamentale per affrontare le sfide derivanti dai cambiamenti climatici, preparando il Paese ad affrontare gli impatti attuali e futuri.

Questo piano, presentato alla Commissione europea lo scorso luglio, deve però essere rivisto in modo approfondito per essere coerente con gli obiettivi europei: solo l’allineamento agli standard comunitari, infatti, può garantire che l’Italia giochi un ruolo significativo nella transizione verso un’economia sostenibile e a basse emissioni di carbonio.

Il dibattito che si è sviluppato all’interno dell’evento ha poi evidenziato la necessità di concentrarsi su obiettivi specifici della dimensione ambientale.

In particolare, sono stati discussi il goal 6, acqua pulita e servizi igienico-sanitari, il goal 7, energia pulita e accessibile, il goal 13, lotta contro il cambiamento climatico, il goal 14, vita sott’acqua e il goal 15, vita sulla Terra: la realizzazione di questi obiettivi richiederà un impegno coordinato da parte di tutti i settori della società.

Ancora, durante l’incontro è emersa la necessità di approvare una legge per il clima, che avrebbe il compito di definire piani di azione chiari verso la decarbonizzazione dei settori produttivi, fornendo una base normativa solida per le iniziative future. In questo senso l’impegno del Governo di procedere entro il 2026 alla revisione dei Sussidi dannosi per l’ambiente, valutati in circa 30 miliardi di euro l’anno, rappresenta un’opportunità significativa per promuovere con decisione la decarbonizzazione dell’economia italiana.

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha sottolineato l’importanza di questo impegno, evidenziando come la revisione dei sussidi possa rappresentare una leva fondamentale per orientare le risorse finanziarie verso settori più sostenibili ed ecocompatibili.

Il rapporto Asvis 2023 dipinge un quadro allarmante dello stato ambientale del nostro Paese, richiamando l’attenzione su una serie di criticità che richiedono azioni immediate e coordinate. L’aumento della temperatura media di 2 °C rispetto al periodo preindustriale in Italia, contro l’1,2 °C a livello globale, è solo uno degli indicatori preoccupanti evidenziati e dibattuti.

Nel complesso, infatti, le cifre parlano di una realtà critica sotto diversi punti di vista: ogni anno si registrano 52.000 morti premature legate all’inquinamento, gli ecosistemi terrestri hanno subito un costante peggioramento tra il 2010 e il 2022, l’impermeabilizzazione del suolo ha raggiunto il 7% della superficie nazionale nel 2021, e gli incendi boschivi minacciano il 18% della copertura naturale del Paese.

Ancora, la dispersione delle reti idriche si attesta al 42%, e quasi il 30% delle famiglie non si fida a bere l’acqua del rubinetto: solo il 43% delle acque superficiali interne è valutato come “buono” o “superiore”, mentre gli ecosistemi marini mostrano un costante peggioramento, con l’80% degli stock ittici sovrasfruttati. Nello specifico, solo il 6,9% delle aree marine è attualmente sottoposto a qualche forma di protezione, lontano dall’obiettivo europeo del 30%.

Per quanto riguarda energia ed emissioni, emerge che la quota di rinnovabili sul consumo finale lordo di energia è scesa al 19% nel 2021, dopo essere salita dal 13% al 20% tra il 2010 e il 2020. Inoltre, la povertà energetica ha toccato il 9% nel 2022, mentre le emissioni di CO2 sono diminuite del 18% tra il 1990 e il 2022, ma a un ritmo annuo del - 0,6%, il che potrebbe portare a termine la decarbonizzazione dell’Italia soltanto tra 2 secoli.

In questo scenario, l’Asvis ha sottolineato e ribadito la necessità di rafforzare i sistemi di mitigazione dell’impatto ambientale sulla salute, prepararsi agli effetti di catastrofi ambientali e sanitarie, pianificare infrastrutture sostenibili e stimolare la ricerca e l’innovazione per la sostenibilità: queste azioni, se adottate con decisione, possono contribuire in modo significativo a invertire la tendenza attuale e guidare l’Italia verso un futuro più sostenibile.

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