Economia

Transizione verde: installati 6 gigawatt di rinnovabili nel 2023

Sono soprattutto privati e imprese a utilizzare fonti di energia “pulita”, specialmente sui tetti. Nei prossimi 7 anni la domanda di tecnologie green sarà di circa 118 miliardi l’anno
Credit: DeepMind 
Tempo di lettura 4 min lettura
24 novembre 2023 Aggiornato alle 08:00

Di fronte al cambiamento climatico e agli ambiziosi obiettivi di sostenibilità europei, cresce l’attenzione nei confronti della transizione verde in Italia. A mettere in luce l’importanza di agire in maniera adeguata è l’ultimo report elaborato da Confindustria in collaborazione con Deloitte, dal titolo La competitività nelle tecnologie verdi, una nuova politica industriale per le imprese italiane.

Nei prossimi 7 anni in Italia la domanda di tecnologie verdi sarà di circa 118 miliardi di euro l’anno, un’opportunità innegabile che il Belpaese deve riuscire a cogliere. L’indagine si basa su interviste svolte in 30 aziende del settore aderenti a Elettricità Futura, Anima e Anie che hanno messo in evidenza, in primis, la necessità di snellire la burocrazia per permettere uno sviluppo del mercato sostenibile, oltre a riconoscere nelle istituzioni un ruolo primario nell’identificare una strategia di lungo periodo che comprenda incentivi e aiuti di Stato in grado di guidare il Paese verso la transizione.

Il problema centrale della questione, secondo il Presidente di Elettricità Futura Agostino Re Rebaudengo, è proprio legato al ruolo delle istituzioni. La transizione è guidata soprattutto da privati che effettuano autonomamente piccoli investimenti per installare impianti fotovoltaici con l’obiettivo di risparmiare sulla bolletta. Nel corso del 2023, sono stati installati 6 gigawatt di fonti rinnovabili, il doppio rispetto all’anno precedente, e di questi 4 su 5 sono impianti di dimensioni comprese tra 10 e 200 kilowatt.

Numeri che evidenziano come effettivamente a guidare la trasformazione siano residenti e imprese che decidono di utilizzare energie rinnovabili sui tetti delle proprie case o delle proprie aziende, a fronte spesso di costi elevati e ampie difficoltà di installazione.

Lo stesso Re Rebaudengo evidenzia come questo causi una forte perdita di efficienza per il nostro sistema portando a un notevole aumento dei costi. Infatti, il costo generato per impianti di piccole dimensioni è pari a 180 euro per megawattora contro gli 80 euro per megawattora per impianti uguali o superiore a un megawatt.

Un sistema per ridurre l’impatto dei costi potrebbe essere l’installazione di impianti fotovoltaici a terra. Una realtà, però, ancora di difficile attuazione a causa dell’opposizione delle industrie del settore al decreto legislativo del Governo in materia. Un’opposizione che nasce dalla presenza di una pluralità di fattori che finiscono per limitare le imprese e che, invece, nascono con l’obiettivo di trovare un equilibrio. Un esempio è legato alla tutela del paesaggio: il decreto prevede che possano essere installati impianti a terra sul 20% della superficie ritenute adeguata. Una disposizione che implicherebbe inevitabilmente la presenza di terreni molto vasti su cui operare, un fattore spesso non così scontato.

E mentre gli obiettivi dell’Unione europea continuano a innalzarsi, l’Italia deve trovare il modo di riuscire a non rimanere indietro. Entro il 2030 dovrà aver installato 143 gigawatt di fonti rinnovabili: al momento ne abbiamo 58. Tuttavia, di questi, 8 dovrebbero essere sostituiti. Ciononostante, si mostra ottimista Fabio Pompei, Ceo di Deloitte, secondo il quale il nostro Paese ha tutti gli strumenti necessari per eccellere, ma è fondamentale «ripensare il modello di sviluppo industriale, coniugando i target di sostenibilità con lo sviluppo della competitività e la capacità produttiva delle filiere per far fronte all’emergenza climatica».

Leggi anche
Rinnovabili
di 4 min lettura
Comunità energetiche
di Giacomo Talignani 3 min lettura