Futuro

Scoperti 6 Pianeti attorno a una stella simile al Sole

Identificato a 100 anni luce dalla Terra, nella costellazione della Chioma di Berenice, il sistema planetario non sembra adatto a ospitare la vita perché formato da corpi celesti «troppo caldi e troppo grandi», spiega la Nasa
Credit: David Menidrey 
Tempo di lettura 4 min lettura
1 dicembre 2023 Aggiornato alle 17:00

In uno spettacolo celestiale che affascina gli astronomi di tutto il mondo, sono stati scoperti 6 antichi Pianeti che orbitano attorno a HD110067, una stella simile al Sole.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, fa luce su un affascinante sistema planetario formatosi oltre 4 miliardi di anni fa, ma straordinariamente immutato dalla sua origine. Questi Pianeti potrebbero non essere una nuova Terra, ma le loro orbite prevedibili e le rare catene risonanti offrono una potenziale svolta nella nostra comprensione della formazione planetaria.

La danza risonante

Ciò che distingue questi Pianeti non è solo il loro numero consistente, ma la loro intricata danza attorno alla stella HD110067: questi corpi celesti, infatti, si impegnano in una coreografia cosmica in cui un Pianeta completa 3 orbite per ogni 2 orbite completate dal suo vicino. E queste “catene risonanti”, spiega Rafael Luque, docente della University of Chicago e principale autore dello studio, sono estremamente rare in natura e rendono unica questa disposizione celestiale.

La “danza” suggerisce una stabilità notevole: il suo modello orbitale è rimasto praticamente invariato dalla sua formazione, offrendo un contrasto netto con le dinamiche osservate nella maggior parte dei sistemi planetari, compreso il nostro. Il motivo? Molto probabilmente questa “serenità” è dovuto all’assenza di disturbi importanti, come impatti catastrofici o incontri ravvicinati con altre stelle.

Ma dove si trovano i Pianeti? Posizionati a soli 100 anni luce di distanza nella costellazione della Chioma di Berenice, HD110067 è un vicino stellare nel nostro sobborgo cosmico. Sebbene invisibile a occhio nudo, la sua luminosità supera quella di molte stelle conosciute, e questa vicinanza è davvero preziosa per gli astronomi, in quanto è possibile studiare la luce stellare per rintracciare indizi su Pianeti invisibili che orbitano nelle sue vicinanze.

Questo perché quando un Pianeta passa davanti alla “faccia” di una stella (evento noto come “transito), la luce della stella si attenua in proporzione alle dimensioni del Pianeta. A questo punto gli astronomi possono utilizzare una seconda tecnica per creare le oscillazioni periodiche nella luce stellare mentre il Pianeta in orbita e la stella interagiscono gravitazionalmente.

Attraverso l’impego di questi 2 metodi, dunque, gli astronomi possono ottenere una stima delle dimensioni e della densità di un Pianeta, e ulteriori indagini possono potenzialmente rivelare la composizione molecolare di un’atmosfera, laddove presente.

L’enigma dei Sub-Nettuni

Chiamati Sub-Nettuni per via delle loro dimensioni, comprese tra quelle della Terra e quelle di Nettuno, questi Pianeti offrono un affascinante enigma per gli astronomi. Questi mondi caldi e gassosi risiedono al di fuori della zona abitabile, sfidando la ricerca di una Terra 2.0: mondi come il nostro, piccoli e che orbitando a una distanza confortevole da una stella vecchia e calma come il Sole, sono infatti difficili da trovare.

Ma l’interesse maggiore dei Sub-Nettuni sta nel comprendere perché siano così diffusi nella galassia e perché il nostro sistema solare ne sia privo. Knicole Colon, astrofisica della Nasa ed esperta di esopianeti, ha commentato: «Questi Pianeti probabilmente non supporteranno la vita, poiché sono tutti probabilmente troppo caldi e troppo grandi. Ma l’aspetto intrigante è che non sappiamo ancora perché il nostro sistema solare non ne ha uno».

La scoperta, resa possibile dal satellite Tess (Satellite per l’esplorazione di esopianeti in transito) della Nasa e dal satellite dell’Agenzia Spaziale Europea, Cheops, ha preparato il terreno per future esplorazioni. Inoltre, con l’imminente scrutinio del telescopio spaziale James Webb, gli astronomi sperano di svelare i misteri nascosti nelle atmosfere di questi lontani Pianeti.

Nell’ampia estensione del cosmo, dunque, il sestetto risonante che circonda HD110067 si erge come una testimonianza della precisione della meccanica celeste. E, mentre gli scienziati intraprendono un viaggio per decifrare i misteri della formazione e dell’evoluzione dei Pianeti, questo nuovo sistema planetario offre un altro tassello-chiave per svelare i segreti nascosti nell’immensità della nostra galassia.

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