Futuro

James Webb scopre 2 galassie lontane lontane

Distanti circa 350/400 milioni di anni luce, potrebbero essere le più remote mai avvistate prima. Ecco perché il telescopio più potente al mondo può aiutare a svelare i segreti dell’Universo Primordiale
GLASS-z12 al centro del riquadro (NASA, ESA, CSA, Tommaso Treu UCLA; Zolt G. Levay STScI)
GLASS-z12 al centro del riquadro (NASA, ESA, CSA, Tommaso Treu UCLA; Zolt G. Levay STScI)
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22 novembre 2022 Aggiornato alle 13:00

Puntando il telescopio spaziale James Webb (JWST) verso il cielo, gli astronomi hanno avvistato 2 galassie che potrebbero contendersi il titolo della più remota mai avvistata prima.

Entrambe le masse sono apparse nella volta celeste nelle settimane successive a luglio, all’inizio delle attività di osservazioni del telescopio. Dopo un esame approfondito, potremmo avere di fronte una delle prime scoperte del JWST sull’Universo primordiale.

I ricercatori devono ancora confermare le distanze di queste galassie analizzando le proprietà spettrali della luce che emettono. Ma se le stime iniziali sono corrette, la luce di questi oggetti ha percorso distanze così grandi che il loro aspetto dovrebbe essere quello corrispondente a 350/450 milioni di anni dopo il Big Bang. Si sarebbero quindi formate e sviluppate in un periodo anteriore a quello sinora studiato e osservato dagli astronomi.

Le galassie appaiono piccole e luminose, il che ha fatto ipotizzare agli scienziati che si tratti di oggetti piatti, simili a dischi. L’osservatorio JWST, costato ben 10 miliardi di dollari, studia l’Universo tramite le lunghezze d’onda dell’infrarosso ed è in grado di rilevare la luce proveniente da galassie lontanissime.

Non è ancora chiaro quando abbiano iniziato a formarsi le prime stelle, ma le ipotesi più condivise ritengono improbabile che ce ne potessero già essere quando l’Universo aveva meno di 100 milioni di anni. Le galassie da poco osservate dal JWST sono comunque piuttosto grandi e potrebbero essersi formate prima che l’Universo avesse 200 milioni di anni. Il che fa sorgere nuovi affascinanti questiti.

La galassia GLASS-z12 iniziò a brillare quando l’età dell’Universo era 350 milioni di anni, mentre GLASS-z10 quando aveva circa 450 milioni di anni. Il record precedente era di 400 milioni di anni e apparteneva a GN-z11, galassia osservata dal telescopio spaziale Hubble.

Come molti dei primi risultati del JWST, i dati sono stati sottoposti a un ampio ricalcolo dopo che lo Space Telescope Science Institute di Baltimora, nel Maryland, ha rilasciato le calibrazioni dei dati aggiornate per il telescopio a partire dalla fine di luglio.

Osservare oggetti così distanti non è affatto semplice, nemmeno per un telescopio estremamente potente come il JWST. Più ci si allontana, infatti, più la luce emessa da questi oggetti diventa fioca e difficile da cogliere. Per superare queste limitazioni, gli astronomi sfruttano un particolare effetto legato alla gravità e alla distorsione del percorso che segue la luce. Il fenomeno permette di disporre di una sorta di lente d’ingrandimento cosmica, appunto soprannominata “lente gravitazionale”.

Gli scienziati stanno esaminando i risultati preliminari per cercare di capire cosa potrà rivelarci sulla nascita delle galassie l’avanzatissimo telescopio. In una prestampa pubblicata il 10 novembre, un team di ricercatori ha analizzato 26 galassie osservate dal telescopio: “Anche se è ancora agli inizi con JWST - scrivono gli autori dello studio - i risultati forniscono prospettive avvincenti sui potenziali segreti dell’Universo primordiale”.

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