Ambiente

Tuvalu: i migranti climatici trovano rifugio in Australia

Per la prima volta, il governo australiano riconoscerà la cittadinanza a persone di un altro Stato minacciate dalla crisi climatica. L’accordo prevede anche il finanziamento di opere di conservazione dell’isola
Credit: EPA/MICK TSIKAS 

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13 novembre 2023 Aggiornato alle 11:00

La popolazione dell’atollo di Tuvalu, come quelle di altre isole che rischiano di scomparire a causa dell’innalzamento del livello dei mari dovuto al riscaldamento globale, è in pericolo.

Per dare rifugio ai migranti climatici dell’isola e favorire la sua conservazione, il governo australiano e quello di Tuvalu hanno sottoscritto un accordo che permetterà a 280 persone all’anno di ricevere il visto per lavorare e studiare nel Paese ospitante.

Come riferito dall’Australian Broadcasting Corporation, è la prima volta che l’Australia offre la residenza a cittadini stranieri che fuggono dal cambiamento climatico.

Un recente rapporto del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite ha di fatto sottolineato la vulnerabilità dei piccoli Stati insulari come Tuvalu e di aree geografiche come l’Africa e l’Asia meridionale, le cui popolazioni hanno 15 volte più probabilità di morire a causa di condizioni meteorologiche estreme rispetto alle altre popolazioni nel mondo.

Il timore di scomparire è tale che, a gennaio, l’atollo di Tuvalu ha promesso di costruire una versione digitale di se stessa nel metaverso per preservare la sua storia e la sua cultura. Lo stesso governo dell’isola insiste da tempo sull’esigenza di mettere in campo sforzi maggiori da parte della comunità internazionale per salvare l’isola in cui ha sede.

In occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre, Kausea Natano, Presidente delle isole Tuvalu, ha denunciato gli effetti devastanti che l’innalzamento del livello dei mari sta avendo sulla popolazione, affermando che campi coltivati, case, strade e linee elettriche stanno venendo spazzate via.

Il costo per guadagnarsi da vivere è diventato insostenibile e sta causando l’abbandono dell’isola da parte delle famiglie, con la scomparsa della nazione stessa. Eppure, secondo Natano, Tuvalu e le altre isole nell’Oceano Pacifico «non hanno fatto nulla per causare il cambiamento climatico», poiché il loro contributo alle emissioni di carbonio è pari a meno dello 0,03% del totale mondiale.

Oltre a ospitare i rifugiati climatici, in base all’accordo sottoscritto, l’Australia si impegna a fornire a Tuvalu fino a 10,7 milioni di dollari per espandere del 6% il territorio della sua isola principale, dove ha sede la capitale Funafuti.

L’obiettivo dichiarato è quello di favorire l’adattamento della popolazione ai cambiamenti climatici. L’Australia si è impegnata anche a difendere la nazione del Pacifico dalle aggressioni militari, e Tuvalu ha concordato che non stipulerà patti di difesa con nessun altro Paese senza prima ricevere l’approvazione del governo australiano.

Tuvalu e Isole Marshall hanno nel frattempo chiesto di essere riconosciute come parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, nonché di creare un programma globale per finanziare progetti di adattamento dei loro territori e sostenere le comunità locali nell’approvvigionamento dei mezzi di sussistenza.

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