Ambiente

La Terra sta diventando sempre più salata

Lo racconta uno studio pubblicato su Nature Reviews Earth & Environment. La causa è l’essere umano, che ha accelerato processi e tempi del ciclo del sale, alterandone la direzionalità e creandone uno di tipo antropogenico
Credit: Zhan Youbing/VCG via Getty Images
Tempo di lettura 4 min lettura
14 novembre 2023 Aggiornato alle 07:00

Seppur non sia tra le intimidazioni più allarmanti del nostro Pianeta, l’inquinamento salino è un problema gravemente trascurato, che sta però diventando sempre più improcrastinabile.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Reviews Earth & Environment, le attività umane si stanno rivelando centrali nell’aumento della produzione e dell’uso del sale, spostando gli equilibri naturali degli ioni di sali nei sistemi terrestri e causando effetti correlati tra i sistemi biofisici, collettivamente noti come sindrome da salinizzazione dell’acqua dolce.

Il ciclo naturale del sale è guidato principalmente da processi geologici e idrologici relativamente lenti, che portano diversi Sali sulla superficie della Terra. Le attività antropiche hanno accelerato i processi, il tempo e l’entità dei flussi di sale, alterandone la direzionalità e creando un tipo di sale antropogenico.

La maggior parte delle persone pensa al sale come ai granelli bianchi che mettiamo nel cibo o al sale negli oceani, chimicamente noto come cloruro di sodio (NaCI); il sale di sodio può essere trovato anche nei detersivi, in altri prodotti per la casa e altro ancora. Negli ultimi 50 anni, gli ioni di sale sono aumentati nei corsi d’acqua e nei fiumi poiché le persone hanno iniziato a utilizzare e produrre più sali.

Dalla ricerca emerge che in tutto il mondo sono diventati più salati circa 2,5 miliardi di acri di suolo (un’area grande quanto gli Stati Uniti); anche i laghi salati si stanno prosciugando, con il conseguente rilascio di polvere salina nell’aria. Gli autori dello studio sostengono che l’aumento delle concentrazioni di sale potrebbe diventare una minaccia esistenziale per le nostre riserve di acqua dolce.

«Utilizziamo l’acqua per tutto, dalla coltivazione dei raccolti, al consumo di acqua, ai processi industriali, al riscaldamento e al raffreddamento. Ma quando c’è il sale nell’acqua, questo influisce su tutte le altre cose ed è una situazione che sta aumentando sempre di più», ha affermato Kaushal, geologo dell’University of Maryland.

Il sale è un componente naturale e necessario della Terra: il composto viene portato in superficie lentamente su lunghe scale temporali geologiche, attraverso processi naturali come l’erosione delle rocce sedimentarie.

Quando esposto in superficie, il sale può mescolarsi con l’acqua, essere trasportato nell’acqua o disperdersi nell’aria.

Dalle piante alle persone, ogni tipo di organismo vivente ne assorbe piccole porzioni per aiutare a regolare le funzioni quotidiane. Il sale in eccesso si unisce alle molecole d’acqua, penetrando nelle falde acquifere, nel suolo e negli oceani.

Con il rapido aumento della produzione globale di sale, quello in eccesso si è propagato nell’ultimo secolo lungo il ciclo del sale di origine antropica, causando l’estensione della sindrome da salinizzazione dell’acqua dolce oltre le riserve. Questo influenza anche la produzione di cibo ed energia, la qualità dell’aria, la salute umana e le infrastrutture. Pertanto, è necessario identificare i limiti e le soglie ambientali per ridurre la salinizzazione prima che i confini planetari vengano superati, causando danni gravi o irreversibili ai sistemi terrestri.

Dallo studio emerge che negli ultimi decenni sono state proprio le attività umane ad aver alterato il canonico ciclo del sale; l’agricoltura, l’estrazione mineraria, l’edilizia, il trattamento delle acque e delle strade e altre attività industriali, stanno aumentando il sale nel nostro suolo, nei sistemi di acqua dolce e nell’aria.

Un esempio può essere l’enorme quantità di sale stradale, che negli Stati Uniti le comunità utilizzano per sbrinare d’inverno; dal 2013 al 2017, il sale stradale ha rappresentato il 44% dell’intero consumo di sale del Paese.

Il sale utilizzato per i fondi stradali può contaminare i corsi d’acqua dolce, ma anche entrare nei tubi che forniscono acqua potabile - molti di questi sono realizzati in metalli come piombo o rame, elementi che possono essere dannosi per l’ambiente e per le persone.

Come sostiene Kaushan, quando grandi quantità di sale stradale si riversano in tubi scarsamente protetti, possono spingere questi metalli nell’acqua.

«Stiamo salando la Terra dove non dovrebbe essere salata. Stiamo ridistribuendo il sale dove non dovrebbe essere fatto, come nei laghi, ruscelli, fiumi e zone umide che ci forniscono acqua potabile attività ricreative e pesca», afferma il professore dell’University of Toledo Hintz, il quale ribadisce la necessità di un intervento di una politica ambientale e proattiva per affrontare questi cambiamenti indotti dall’uomo.

Leggi anche
Estinzione
di Elena Esposto 4 min lettura
Linguaggi
di Costanza Giannelli 3 min lettura