Diritti

Usa: la salute costa più cara alle donne

Secondo i 2 sondaggi di Deloitte e dell’organizzazione Komen, le lavoratrici con un’assicurazione legata alla propria occupazione spendono 15,4 miliardi di dollari in più di spese sanitarie straordinarie rispetto ai colleghi
Credit: Cottonbro studio
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
6 novembre 2023 Aggiornato alle 09:00

Ci sono pregiudizi di genere nell’assistenza sanitaria? Secondo quanto emerge da due report pubblicati di recente negli Stati Uniti, sì. E rischiano di danneggiare la salute delle donne, soprattutto se sono affette da un cancro al seno.

Secondo il report della società di servizi finanziari Deloitte, coloro che hanno un’assicurazione sanitaria legata al proprio lavoro (negli Usa la maggior parte delle aziende pubbliche e private propone una copertura per il lavoratore, a volte anche per la sua famiglia) pagano circa 15,4 miliardi di dollari in più di spese sanitarie straordinarie rispetto agli uomini che hanno un’assicurazione simile, senza contare le somme da pagare regolarmente a una compagnia assicurativa per la proprio polizza. Questa differenza non fa che esacerbare le disparità salariali di genere. In media, spiega lo studio, le dipendenti che hanno una copertura unica sostengono circa 266 dollari in più di spese extra annuali rispetto ai loro colleghi uomini, escluse le spese legate alla gravidanza.

L’analisi di Deloitte, che ha preso in considerazione un campione di oltre 16 milioni di persone di età compresa tra i 19 e i 64 anni con copertura assicurativa garantita dal datore di lavoro tra il 2017 e il 2022, e ha applicato la struttura media delle prestazioni mediche a ciascun dipendente come se avesse una copertura singola, ha scoperto che in media, nel 2021, per tutte le richieste di prestazioni mediche esaminate, le donne hanno pagato il 20% in più degli uomini in termini di spese straordinarie. Rimuovendo tutte le richieste legate alla maternità, il dato scende al 18%. L’analisi, ha spiegato alla Cnn la dottoressa Kulleni Gebreyes, autrice del rapporto, ha convalidato che «le donne ricorrono a un maggior numero di cure sanitarie e di trattamenti rispetto agli uomini».

Dall’analisi emerge che le compagnie assicurative sembrano coprire una parte minore dei servizi per le donne, rispetto agli uomini. Gli screening per il cancro al seno, per esempio, possono spesso costare di più rispetto a molti altri screening oncologici.

Oltre al divario salariale, infatti, bisogna considerare anche «l’aumento delle spese extra, e sappiamo che il benessere finanziario e la salute fisica e il benessere sono fortemente correlati», ha aggiunto Gebreyes, che spera che, con così tante donne nella forza lavoro, oggi, i responsabili dei benefit guardino più da vicino il modo in cui sono progettati i piani assicurativi delle loro aziende e li rendano più equi. Le donne starebbero pagando una sorta di “pink tax”, o tassa rosa: non solo spendono di più rispetto agli uomini, ma, quando si tratta di patologie come il cancro al seno, le spese extra sono così significative che questo potrebbe addirittura compromettere il successo del trattamento. Secondo uno studio del 2020, hanno una media di 2.900 dollari solo per il primo mese di diagnosi.

L’organizzazione senza scopo di lucro Susan G. Komen, che supporta le donne affette da cancro al seno, ha un programma che fornisce assistenza finanziaria alle pazienti che hanno difficoltà a fare progressi a causa del costo elevato delle cure: ha fornito 9 milioni di dollari in sovvenzioni a quasi 16.000 pazienti da aprile 2022 a marzo 2023. A cosa serviva loro il denaro? Alloggio, trasporto verso il trattamento e bollette, principalmente, oltre al pagamento di cibo e medicine. Le ricerche hanno dimostrato che il cancro al seno ha il costo di trattamento più alto di qualsiasi altro tumore negli Stati Uniti, rappresentando il 14% di tutti i costi di trattamento del cancro.

Il rapporto Komen ha rilevato che quasi la metà delle pazienti affette da tumore al seno ha dichiarato che anche un lieve declino finanziario avrebbe un impatto sulle scelte relative alla cura del cancro: se dovessero decidere scegliere se spendere soldi per le bollette o per il trattamento del cancro (spese per esami, farmaci, interventi chirurgici, ricoveri ospedalieri e trattamenti ambulatoriali) o per nutrire la famiglia, le intervistate opterebbero per ritardare le cure o non riceverle affatto. E questo potrebbe avere delle conseguenze letali.

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