Ambiente

Gli alti livelli di smog aumentano i rischi di cancro al seno

Lo rivela una ricerca presentata al Congresso Esmo 2023 della società europea di oncologia medica. I medici: “Lavorare per abbassare ulteriormente i limiti di polveri sottili”
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20 ottobre 2023 Aggiornato alle 08:00

L’ennesimo allarme sui rischi dello smog per la salute, in termini di possibilità di contrarre tumore, arriva dal Congresso 2023 Esmo (società europea di oncologia medica) al via a Madrid.

Secondo le anticipazioni su una ricerca condotta dal Centro globale di studi sul cancro Léon Bérard in Francia le donne che vivono e lavorano in luoghi con livelli più elevati di inquinamento atmosferico, e in particolare di polveri sottili, hanno maggiori probabilità di contrarre il cancro al seno rispetto a quelle che vivono e lavorano in aree meno inquinate.

Si tratta di dati relativi a un importante primo studio che tiene conto sia degli effetti dell’esposizione residenziale sia lavorativa all’inquinamento atmosferico.

«I nostri dati hanno mostrato un’associazione statisticamente significativa tra l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico da particelle sottili, a casa e al lavoro, e il rischio di cancro al seno. Ciò contrasta con la ricerca precedente che esaminava solo l’esposizione alle particelle sottili nei luoghi in cui vivevano le donne e mostrava effetti piccoli o nulli sul rischio di cancro al seno», ha affermato la professoressa Béatrice Fervers, responsabile del dipartimento di prevenzione del cancro del Centro Léon Bérard.

L’esposizione domestica e lavorativa allo smog di 2.419 donne con cancro al seno è stata confrontata con quella di 2.984 donne senza cancro al seno nel periodo 1990-2011 e i risultati mostrano proprio che il rischio di cancro al seno aumenta del 28% quando l’esposizione all’inquinamento atmosferico da particelle fini (Pm 2,5 ) aumenta (di 10 µg/m).

La stessa tendenza, anche se in maniera molto minore, è relativa alle Pm10.

«Ora esistono forti prove epidemiologiche e biologiche del legame tra l’esposizione alle particelle Pm 2,5 e il cancro, e ci sono buone ragioni cliniche ed economiche per ridurre l’inquinamento al fine di prevenire i tumori», ha affermato il professor Jean-Yves Blay, direttore delle politiche pubbliche dell’Esmo.

Anche per questo l’Esmo ha sollecitato una ulteriore riduzione, rispetto a quella già indicata dall’Europa, del limite Pm 2,5 a 5 µg/m.

«Ridurre le particelle Pm 2,5 nell’aria al livello raccomandato dall’Oms è fondamentale a causa della loro associazione con una varietà di tipi di tumore, compreso il cancro al seno. Abbiamo la responsabilità di spingere per questo cambiamento, non solo per le persone in Europa ma in tutto il mondo dove ci sono grandi variazioni nel panorama dell’inquinamento», ricorda Blay.

Raccomandazioni che dovrebbero valere in particolare per aree, come la nostra Pianura Padana, ai primi posti in Europa per livello di smog e inquinamento da polveri sottili.

Sempre in Italia si stima che l’inquinamento ambientale legato a sostanze cancerogene sia responsabile di circa 5 casi di cancro su 100 e sia maggiormente impattante a seconda delle aree in cui si vive.

Le statistiche globali ci ricordano infine che lo smog è oggi considerato responsabile di oltre 250.000 decessi per adenocarcinoma polmonare ogni anno nel mondo, oltre a milioni di morti legate ad altre patologie.

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