Economia

Saldi di metà stagione: è colpa della crisi climatica

A causa delle temperature record dei mesi autunnali, alcuni negozi sono costretti a lanciare i mid season sale per vendere i capi invernali già in magazzino
Credit: Sora Shimazaki
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27 ottobre 2023 Aggiornato alle 12:00

È tempo di sconti… sì, ma perché a ottobre?

Il periodo promozionale autunnale non influenzerà certo la corsa allo shopping che partirà regolarmente dal 5 gennaio in quasi tutte le Regioni italiane: l’Ufficio Studi Confcommercio stima affari per circa 4,7 miliardi di euro con 15,4 milioni di famiglie che approfitteranno dei ribassi, con un acquisto medio di 304 euro.

«Con queste premesse, stimiamo una crescita dei saldi di oltre il 10%, che sarà più utile alla liquidità piuttosto che ai guadagni, che confidiamo possano arrivare dalla rinnovata fiducia che i consumatori ripongono con sempre maggiore frequenza nei nostri negozi orientati verso future strategie legate alla sostenibilità e all’innovazione», spiega Giulio Felloni, presidente nazionale di Federmoda.

Maglieria, pantaloni, scarpe e accessori saranno al centro della spesa per via dei prezzi «che non hanno subito aumenti come invece in altri settori che hanno risentito dell’inflazione».

Nonostante sembri non interferire con il costo degli indumenti, l’aumento generale dei prezzi ha delle ripercussioni sulle scelte di consumo, indirizzando le famiglie a rivedere le priorità e a fare acquisti più intelligenti e durevoli. A questo proposito, per attirare i consumatori nei negozi e nelle boutique, è sempre più frequente la pratica dei saldi di mezza stagione: un fenomeno che non rientra nelle classiche finestre promozionali ed è dettato, in maniera diretta, dai cambiamenti climatici e del progressivo aumento delle temperature stagionali.

In Italia il mese d’ottobre ha confermato l’estrema instabilità atmosferica con una situazione anomala di caldo estremo, con temperature record di 33 gradi (superando di 13 gradi la media stagionale) sulla Valle Padana, le Isole e il Centro-Nord. Tutto ciò ha delle ripercussioni sulla scelta e acquisto del vestiario, creando disagi ai venditori, che vedono nei magazzini una stagnazione dei capi di abbigliamento invernali che non rientrano tra le opzioni a causa del clima estivo.

«L’inizio di ottobre è stato tragico in termini di vendite, con incassi che rispetto allo stesso periodo del 2022 sono calate in media del 25-30%», spiega Felloni. Si cerca quindi di arginare le perdite economiche tramite questo meccanismo e all’imminenza del Black Friday, che come ogni anno incentiverà gli acquisti e muoverà anche altri settori collegati in maniera più o meno diretta al mondo della moda.

Infatti, le vendite totali dello scorso anno (non solo vestiario) hanno segnato un +130% rispetto al Black Friday del 2021, mostrando l’atteggiamento positivo della domanda in rapporto a un adeguamento delle sue esigenze (economiche e climatiche) da parte dell’offerta.

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