Culture

Unprovoked Narratives: 12 film per raccontare la vita a Gaza

Il Palestine Film Institute ha messo a disposizione (gratuitamente e fino a domani) alcune pellicole del suo archivio per narrare le storie della striscia di terra più densamente popolata al mondo
Scena tratta dal film "One more jump"
Scena tratta dal film "One more jump" Credit: One more jump/Emanuele Gerosa 
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23 ottobre 2023 Aggiornato alle 16:00

Prima di concentrarci sui nuovi interrogativi aperti dal riaccendersi del mai sopito conflitto tra Israele e Palestina, forse dovremmo fare i conti con le domande che riguardano il passato. Non soltanto il passato “lontano”, ma quel passato che, fino a pochi giorni fa, prima che Hamas attaccasse Israele all’alba di sabato 7 ottobre, era presente. Per esempio: cosa sappiamo del popolo palestinese? E come si vive nella striscia di terra più densamente popolata del mondo?

Per rispondere a queste domande, il Palestine Film Institute (PFI), l’organizzazione no-profit volontaria e indipendente palestinese che ha la missione di sviluppare e promuovere la comunità e l’industria del cinema in Palestina, ha lanciato il programma online Unprovoked Narratives. Con questa iniziativa, il PFI mette a disposizione 12 film del proprio archivio in forma gratuita fino a domani, 24 ottobre. “Una serie di film che racconta la bellezza di Gaza, il suo popolo, la sua lotta e la sua sopravvivenza”, scrivono gli organizzatori.

I film inclusi nel programma coprono una vasta gamma di temi e generi, dalle storie personali di trionfo e speranza ai documentari che fanno luce su realtà sociopolitiche, e permettono di farsi un’idea di quella che è stata la vita a Gaza in un arco temporale piuttosto ampio (la pellicola più vecchia è del 1973 e quella più recente del 2019). L’obiettivo, scrive il PFI, è quello di “resistere alla demonizzazione di questo luogo meraviglioso”.

I film di Unprovoked Narratives

La storia dei tre gioielli. È un film del 1995, diretto dal regista palestinese Michel Khleifi. Si tratta del primo lungometraggio girato interamente nella striscia di Gaza. Racconta la storia di Yussef, un ragazzino palestinese di 12 anni che cresce nel periodo della prima intifada. Per evadere dalla violenza che lo circonda, Yussef si rifugia nella sua immaginazione, spesso fuggendo nella campagna di Gaza. Proprio qui si innamorerà di una gitana di nome Aida e troverà ad attenderlo delle vere avventure.

Ouroboros. Considerato un “un omaggio alla striscia di Gaza”, è un film sperimentale del 2017 scritto e diretto dalla regista palestinese Basma Alsharif. Il protagonista, Diego Macron, si muove in una dimensione onirica, spostandosi tra una Palestina splendente e immaginaria, riconosciuta come Nazione e dalle frontiere libere, alla Palestina che conosciamo, devastata dalla guerra.

Scene di occupazione a Gaza. Un prezioso documentario di soli 13 minuti, risalente al 1973 e premiato nello stesso anno come il miglior film al Festival di Damasco. Il regista Mustafa Abu Ali ha utilizzato delle tecniche di montaggio sperimentali per assemblare le scene girate da un team di giornalisti francesi. Il risultato è un film sovversivo dal punto di vista cinematografico e politico.

Ambulance. Il regista Mohamed Jabaly documenta la sua esperienza come volontario nell’equipaggio di un’ambulanza durante la guerra a Gaza del 2014. Nel 2016, l’anno in cui è uscito, Ambulance ha partecipato a numerosi festival, tra cui l’Amsterdam International Documentary Film Festival.

To my father. Ambientato in parte a Rafah, città a sud della Striscia di Gaza, è un documentario del 2008 girato dal regista Abdel Salam Shehadah. Ripercorre 50 anni di storia palestinese e araba, raccontati attraverso le fotografie, i reportage e le voci di questi fotografi oggi.

Condom Lead. È un cortometraggio del 2013 diretto da Tarzan e Arab Nasser. Racconta l’impossibile ricerca di intimità di una giovane coppia, continuamente interrotta dai bombardamenti della campagna militare israeliana conosciuta con il nome di Cast Lead, l’offensiva che nel 2019 ha lasciato la popolazione in un clima di terrore e disperazione per 22 giorni.

Gaza Ghetto: Portrait of a Palestinian Family. È un documentario del 1985 che mostra la vita sotto l’occupazione militare a Jabalia, il più grande dei campi profughi palestinesi. Diretto da PeÅ Holmquist, Joan Mandel e Pierre Bjorklund, il film mostra l’impatto di decenni di guerra e sfollamenti sulla vita quotidiana e le ritualità familiari della popolazione palestinese.

One more jump. Uscito nel 2019 e diretto da Matteo Delbò, è un documentario che mette a confronto la vita del fondatore del Gaza Parkour Team, Abdallah, che è riuscito a fuggire da Gaza, con quella del suo amico Jehad, che vive ancora lì, allenando giovani atleti per i quali lo sport rimane l’unica cosa intrisa di speranza in mezzo al conflitto.

Gaza Calling. È un documentario del 2012 diretto da Nahed Awwad. Segue le vicende di Samer, un ragazzo che vive a Ramallah, in Cisgiordania, e l’inferno burocratico che da più di 6 anni gli impedisce di vedere la sua famiglia che vive a un’ora di distanza da lui.

Habibi. Scritto e diretto da Susan Youssef, è un lungometraggio del 2011. Moderna rilettura della famosa antica parabola Sufi di Majnun Layla, Habibi racconta la storia d’amore impossibile tra due studenti costretti a fare ritorno alle loro case a Gaza dalla Cisgiordania.

Shujayya, È un breve documentario del 2016 diretto da Mohammed Almughanni. Mostra la vita di una famiglia di Gaza dopo che i bombardamenti israeliani hanno distrutto la loro casa, ucciso alcuni degli occupanti e lasciato altri gravemente feriti.

Samouni Road. È un lungo documentario del 2018 diretto da Stefano Saviola. Nella periferia rurale di Gaza City una piccola comunità di contadini, la famiglia allargata Samouni, sta per celebrare un matrimonio. Sarà la prima celebrazione dall’ultima guerra.

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