Economia

Le imprese giovanili italiane sono in crisi: -152.000 in 10 anni

Dal 2012 al 2022, il Belpaese è passato da 675.000 aziende gestite da under 35 a 522.000 (-23%); le Marche hanno registrato il crollo peggiore (-36,6%). I dati dell’Istituto Tagliacarne
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18 ottobre 2023 Aggiornato alle 07:00

L’imprenditoria italiana sta attraversando un periodo difficile, con la perdita di oltre 152.000 aziende gestite da giovani under 35 tra il 2012 e il 2022. Un calo del 23%, che sono passate in un solo decennio da 675.053 a 522.086, mentre il numero di imprese totali è rimasto sostanzialmente stabile. È l’analisi dell’Istituto Tagliacarne a rivelare questo dato, così preoccupante per il futuro economico del Paese, e attribuibile contemporaneamente a diversi fattori.

Il declino è stato causato nel 61% dei casi dalla calo del desiderio dei giovani di cimentarsi nel settore dell’imprenditoria, mentre per il restante 39% dal calo demografico della popolazione under 35, che in soli 10 anni è diminuita dell’8,8% (pari a 999.049 giovani). Un’altra causa: il crescente timore tra i giovani circa il possesso di adeguate competenze per avviare un’impresa e, soprattutto, per rimanere competitivi sul mercato.

La complessità della burocrazia nazionale rappresenta, poi, un ulteriore ostacolo che scoraggia molti giovani imprenditori, preoccupati soprattutto della gestione dell’impresa nella fase post-apertura. Nonostante la presenza di iniziative di supporto, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), il 70% delle imprese under 35 valuta le procedure come troppo complesse per beneficiare delle risorse offerte.

L’analisi dell’Istituto Tagliacarne mostra come la situazione vari notevolmente a livello territoriale, nonostante solo poche Regioni italiane siano riuscite a resistere alla tendenza negativa: un esempio è dato dalla Campania, che registra un leggero calo (15,5%) rispetto al resto della Penisola. In particolare, il Trentino-Alto Adige si distingue come un’eccezione positiva, registrando nelle città di Bolzano e Trento un aumento delle imprese giovanili rispettivamente del 15,6% e del 3,2%. Ottimi risultati anche dal punto di vista della popolazione under 35, che a Bolzano è cresciuta dell’1,4%, mentre a Trento ha raggiunto un + 1,7%.

Al contrario, le Marche vivono la situazione più critica dello Stivale, registrando un calo del 36,6% delle imprese giovanili, passate da 17.570 nel 2012 a 11.141 nel 2022. È il peggiore dato a livello nazionale, in parte legato al trend di invecchiamento demografico della Regione: la popolazione tra i 18 e i 34 anni nelle Marche è diminuita dell’11,2% negli ultimi 10 anni, perdendo ben 31.293 residenti.

Subito dopo le Marche, è l’Abruzzo a registrare il dato più grave, con -32,7% di imprese under 35 in 10 anni; a seguire, solo per citarne alcune, troviamo Molise (-31,6%), Toscana (-31,4%), Calabria (-28,9%) e Umbria (-28,5%).

E se le previsioni per il futuro dell’imprenditoria italiana e sul calo demografico (elaborate rispettivamente dall’Istituto Tagliacarne e dall’Istat) dovessero realizzarsi concretamente, entro il 2050 le imprese giovanili potrebbero diminuire ancora del 39,5% rispetto al 2012, raggiungendo quota 408.191.

Per invertire questa pericolosa tendenza, è fondamentale un sostegno istituzionale mirato che integri formazione, semplificazione burocratica e agevolazioni finanziarie per i giovani imprenditori. Un sostegno continuativo che attraversi le varie fasi di sviluppo dell’impresa e ne favorisca il passaggio generazionale. Che potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro economico del Paese.

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