Ambiente

Green jobs: la sostenibilità guida le professioni del futuro (e del presente)

Sempre più imprese puntano sui “lavori verdi”, i mestieri che nascono o si trasformano per guidare la transizione ecologica. E nelle università, intanto, proliferano i corsi di laurea sulla tutela ambientale
Credit: Wework.com  

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17 ottobre 2023 Aggiornato alle 08:00

Parlare di sostenibilità e di transizione ecologica è, ormai, all’ordine del giorno. Nell’ottica di un futuro che guarda sempre di più in una direzione green, le parole della rivoluzione verde si sono fatte strada nel dibattito pubblico e nella quotidianità di ognuno di noi, toccandoci da vicino in innumerevoli aspetti della vita: dalle scelte alimentari a quelle energetiche, dai comportamenti alle abitudini personali, passando per la mobilità, gli stili di vita e… il lavoro.

Hai mai sentito parlare di green jobs? Si tratta di mestieri, sempre più diffusi, le cui figure professionali hanno il compito di guidare la transizione ecologica sostenendo, da un lato, la crescita economica del Paese e, dall’altro, la tutela ambientale.

Sappiamo che, inevitabilmente, il primo pensiero che viene in mente parlando dei lavori verdi è quello che riporta a ingegneri ambientali, tecnici installatori e ingegneri energetici. È vero, i green jobs sono tutto questo, ma sono anche molto di più.

Immagina di dover installare un enorme impianto fotovoltaico sul terrazzo del tuo condominio, ma di doverlo costruire da solo a partire da zero senza averne mai studiato neanche la composizione.

E poi immagina di non conoscere la normativa che regola l’installazione, né la tecnologia con cui renderlo efficiente.

In un mondo in costante cambiamento, perché un meccanismo possa funzionare, ogni ingranaggio deve essere in grado di trasformarsi, evolversi e adattarsi.

Ed è quello che sta succedendo nel mercato del lavoro per far sì che, in un processo di transizione ecologica, il tuo impianto fotovoltaico possa essere installato e possa essere funzionante, senza venir meno alle norme che ne regolamentano l’utilizzo.

Grazie alla loro competenza tecnico scientifica, gli installatori possono realizzare l’impianto e grazie alle consulenze e ai pareri degli ingegneri ambientali è possibile farlo tutelando l’ambiente, ma grazie alle figure giuridiche che si sono aggiornate e formate per restare al passo con le norme europee sulla sostenibilità, il tuo impianto è sicuro e grazie alle figure umanistiche che hanno osservato e compreso tutto il lavoro è possibile raccontarlo e tramandarlo anche al tuo vicino di casa.

Qualche economista magari poi si interesserà a quello che hai realizzato e cercherà di studiarlo in un’ottica economica circolare, mentre qualcun altro ne analizzerà i benefici nel lungo periodo e potrà consigliare modifiche per migliorarne l’efficacia.

Ecco, allora, perché “i green jobs sono anche molto di più”: perché non sono solo i “lavori verdi” comunemente intesi dall’immaginario comune, ma abbracciano i mestieri più disparati, le conoscenze e gli studi più differenti e li pongono davanti a un reskilling in chiave green, raccogliendoli in nome della sostenibilità.

Oggi, con l’idea di un futuro sostenibile che si rende più necessario che mai, manifestando una sempre crescente consapevolezza della necessità di evolvere verso modelli di business sostenibili, a puntare sui green jobs sono sempre più imprese e aziende.

Deloitte nel suo piano per il 2024/2025 prevede l’integrazione di 450 figure che spaziano tra più settori per ampliare Deloitte Climate&sustainability, una nuova Società Benefit di Deloitte Italia interamente dedicata ai temi del cambiamento climatico e della sostenibilità.

«La sostenibilità abbraccia tutte le caratteristiche di un’azienda e per dare risposta ai bisogni per la rivoluzione green delle imprese abbiamo creato una squadra ad hoc – spiega Paolo Galletti, people & purpose Leader del network Deloitte ItaliaClimate&sustainability è una realtà multidisciplinare composta da persone con competenze molto diverse come ingegneri energetici, ambientali, matematici, statistici, economisti, giuristi e umanisti. Le aree di azione sono 4: cambiamento climatico e decarbonizzazione, economia circolare, finanza sostenibile, Esg e data architecture. Vogliamo rispondere in maniera completa alle richieste e alle necessità delle aziende».

«Il nostro obiettivo è chiaro: accompagnare le imprese, guidarle in questo percorso verso la sostenibilità, offrendo loro i servizi di cui necessitano, anche quelli più evoluti e innovativi, secondo un approccio end-to-end e science based rivolto a tutti i settori industriali e finanziari», aggiunge Stefano Pareglio, Presidente di Deloitte Climate&Sustainability.

Iren, invece, è una multi utility che opera negli ambiti dell’energia e della raccolta rifiuti e che porta la transizione ecologica a livello locale.

Da gennaio a luglio 2023, Iren ha portato a termine 700 nuove assunzioni. Di queste, circa il 30% dei profili assunti è legato alla transizione ecologica, in particolare a produzione di energia da fonti rinnovabili e realizzazione comunità energetiche efficienza energetica degli edifici e controlli ambientali.

Entro la fine dell’anno sono previsti altri 300 inserimenti e, con l’aggiornamento del Piano Industriale al 2030, si prevede l’ingresso nel gruppo di 3.200 lavoratori.

«Abbiamo una sezione dedicata alle rinnovabili e alle comunità energetiche – ha dichiarato Alessandro Rusciano, direttore del personale e organizzazione di Iren – All’interno di questa fascia cerchiamo permitting specialist, ovvero gli specialisti che lavorano sulle autorizzazioni, e construction manager. Nell’ambito dell’economia circolare, per la raccolta e smaltimento di rifiuti, cerchiamo progettisti del servizio di raccolta differenziata e operatori. Ma ci occupiamo anche di efficienza energetica degli edifici e per questo servono assistenti di cantiere. Per la mobilità elettrica e sostenibilità cerchiamo product manager e assistenti tecnici che si occupino di controlli ambientali».

Si tratta di figure professionali nuove, ancora poco presenti su un mercato del lavoro in piena evoluzione e non facili da reperire. Ma negli atenei italiani, con una proiezione nel futuro, già proliferano innovativi corsi di studi pronti a formare i professionisti green del domani che le aziende ricercano fortemente.

Padova, Milano, Roma, Napoli, Catania sono solo alcune delle città i cui Atenei offrono possibilità di formazione nell’ambito della sostenibilità.

A Padova, l’università offre un corso di laurea magistrale in Water and geological risk engineering per formare profili specializzati nell’analisi, nel monitoraggio e nella mitigazione dei rischi connessi ai fenomeni calamitosi con origine idrologica e geologica; a Milano, l’Università Bocconi ha un master di primo livello in lingua inglese in Sustainability and energy management per parlare di green economy e di uno sviluppo sostenibile sul piano ambientale e sociale.

A Roma, all’Università La Sapienza è possibile iscriversi a un corso di laurea magistrale in Economia e politiche per la sostenibilità globale, per comprendere le sfide e le opportunità collegate allo sviluppo di politiche economiche sostenibili, orientate verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

A Napoli, invece, è offerto il corso di laurea magistrale Biologia ed ecologia dell’ambiente marino e uso sostenibile delle sue risorse.

Molti di questi corsi di laurea sono creati ex novo, altri già esistono ma sono rivisitati e rinnovati nelle materie oggetto di studio in chiave green per comprendere e affrontare le esigenze di un cambiamento verso la sostenibilità.

In ogni caso, l’obiettivo è sempre lo stesso: creare nuove figure professionali pronte a stretto giro e competenti per guidarci verso la transizione ecologica.

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