Ambiente

Torino: processo per gli ex amministratori “omissivi” nell’affrontare lo smog

La procura ha chiesto al Tribunale di fissare una data per l’udienza: indagati Chiara Appendino, Piero Fassino e Piero Chiamparino. Torino Respira chiede di costituirsi parte civile
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6 ottobre 2023 Aggiornato alle 13:00

Proprio nei giorni in cui i satelliti ci mostrano una fitta cappa di smog che ricopre l’intera Pianura Padana, area sempre più inquinata e dove secondo diversi report un cittadino su tre respira aria malsana, da Torino, una delle città più inquinate d’Italia, arriva notizia che si andrà verso il processo per tre ex amministratori comunali e alcuni ex assessori proprio per comportamenti omissivi nelle politiche relative alla gestione del deterioramento dell’aria nel capoluogo piemontese.

La procura torinese ha infatti chiesto al Tribunale di fissare la prima data dell’udienza per la citazione diretta a giudizio di alcuni ex amministratori locali, tra cui gli ex sindaci Chiara Appendino (M5S), Piero Fassino (Pd) e Piero Chiamparino (Pd) ex presidente della Regione.

Insieme a loro sono indagati anche gli assessori all’Ambiente di allora e il fascicolo riguarda l’“inquinamento ambientale in forma colposa”, dato che sono contestati comportamenti omissivi fino al 2019 che avrebbero provocato “abusivamente una compromissione o un deterioramento significativo e misurabile dell’aria della città di Torino”.

Se si andrà a processo lo si deve anche all’impegno dell’associazione di cittadini Torino Respira che nel 2017, attraverso il presidente del comitato Roberto Mezzalama, depositò un esposto proprio contro l’operato, in termini di politiche legate all’inquinamento, degli amministratori cittadini. Ora Torino Respira “chiederà di costituirsi parte civile al processo, per avere modo di offrire anche in quella sede il proprio contributo di approfondimento scientifico e giuridico”.

Come racconta la stessa associazione “l’esposto venne presentato solo dopo che gli avvocati del Comitato dissero che i nuovi reati ambientali introdotti nel 2015 (tra cui il reato di inquinamento ambientale colposo contestato in questo procedimento penale) avevano aperto uno spazio importante per una iniziativa legale di questo tipo. Ma non fu sufficiente il solo esposto a convincere la Procura della Repubblica ad approfondire ulteriormente la vicenda: allo stesso seguirono numerose memorie sempre presentate da Torino Respira in cui vennero, tra le altre cose, analizzate le politiche ambientali, del tutto lacunose, della Regione Piemonte e del Comune di Torino, gli enti garanti per legge della tutela della qualità dell’aria del nostro territorio”.

La data della possibile prima udienza non è nota ma secondo Torino Respira sarà “un’occasione di approfondimento molto importante dove gli amministratori coinvolti, i loro difensori e consulenti tecnici avranno l’occasione di spiegare cosa è stato fatto per ridurre lo smog, quali risultati sono stati ottenuti e comprendere perché gli obiettivi di qualità dell’aria non sono stati raggiunti. Ci auguriamo che questo possa essere di aiuto agli attuali e futuri decisori pubblici che hanno e avranno il compito di proteggere al meglio la qualità dell’aria che respiriamo ogni giorno, per difendere i soggetti più fragili e maggiormente esposti ai danni alla salute provocati dallo smog”.

In precedenti relazioni, come quella ordinata dal pm Gianfranco Colace, erano state definite le cifre delle morti per smog tra 2015 e il 2019 a Torino, un dato che oscilla tra le 1.000 e le 1.400 vittime oltre a 1.179 persone ricoverate per malattie respiratorie o cardiovascolari.

Secondo l’accusa, gli ex amministratori non avrebbero perso le misure necessarie per contrastare le concentrazioni di Pm 10, Pm 2,5 e altre sostanze nocive, misure che erano in loro potere per esempio tramite ordinanze specifiche legate al traffico.

Secondo la procura infatti gli indagati “cagionavano una compromissione o un deterioramento significativo e misurabile dell’aria della Città di Torino” hanno detto, ricordando che un sindaco “ha potere di emanare ordinanze contingibili e urgenti in caso di emergenze sanitarie quali possono essere ritenute quelle, tra l’altro, derivanti dal superamento dei valori limite di Pm 10, perché l’esposizione a tale inquinante è dimostrato essere agente causale di un eccesso di mortalità”.

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