Diritti

Ue: è entrata in vigore la Convenzione di Istanbul

Il trattato vincola gli Stati membri a prevenire ed eliminare la violenza di genere. Secondo i dati della Commissione europea, 1 donna su 3 ha subito abusi fisici o sessuali a partire dai 15 anni
Credit: ANSA 
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4 ottobre 2023 Aggiornato alle 15:00

Violare i diritti delle donne significa violare i diritti umani. Lottare affinché donne, ragazze e bambine siano finalmente libere di non aver paura è un dovere di tutti. Il primo ottobre è entrata in vigore la Convenzione di Istanbul nell’Unione europea: un passo che allinea tutti e 27 i Paesi alla lotta contro la violenza sulle donne e che li vincola giuridicamente alla prevenzione, all’azione penale e all’eliminazione degli abusi di genere.

La decisione non è mai stata scontata. La Commissione europea ha proposto l’adesione dell’Ue nel 2016, ma la ratifica si è arenata a causa della reticenza di alcuni Paesi. Infatti, benché la maggior parte dei 27 membri avesse già repentinamente ratificato la Convenzione, alcuni Stati come Bulgaria e Ungheria hanno ritardato a schierarsi. Nonostante questo, il parere della Corte di giustizia Ue del 6 ottobre 2021 ha confermato che l’Unione poteva ratificare la Convenzione di Istanbul senza l’accordo di tutti gli Stati membri. Ma ci sono ancora singoli Paesi che devono ratificare la norma e che sono stati esortati dal Parlamento Ue a farlo il prima possibile.

Secondo i dati forniti dalla Commissione europea, 1 donna su 3 ha subito violenze fisiche o sessuali a partire dai 15 anni. Molte vittime, però, non denunciano, con la conseguenza che i colpevoli spesso restano impuniti. In Italia, dall’inizio dell’anno, sono circa 80 le donne uccise.

L’entrata in vigore della Convenzione rappresenta un passo in avanti non solo perché, per la prima volta, si ha un quadro giuridico vincolante a livello dell’Unione: con l’adozione, infatti, l’Ue si dichiara pronta a farsi portabandiera a livello mondiale della lotta contro la violenza nei confronti di donne, ragazze e bambine.

Una volontà che la stessa presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha esplicitato lo scorso 13 settembre a Strasburgo, in occasione del discorso sullo Stato dell’Unione davanti al Parlamento europeo. In questa occasione, la Presidente ha ribadito la necessità di trasformare la frase manifesto “no significa no” in legge.

Secondo Helena Dalli, commissaria europea all’uguaglianza, l’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul costituisce una tappa fondamentale per l’Ue, dato che «la violenza nei confronti delle donne costituisce una violazione dei loro diritti fondamentali».

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