Bambini

Children’s museum: tocco, faccio e imparo

La rete internazionale Hands On! promuove esperienze museali a misura di bambino, basate sulla capacità di apprendere tramite l’esperienza diretta. In Italia sei musei fanno parte di questo circuito
Credit: Hocm.org 
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21 ottobre 2023 Aggiornato alle 20:00

Fino al 2020 bambini e ragazzi erano al primo posto come segmento di popolazione che, con più frequenza, frequentava musei e mostre. Dopo la pandemia però, l’accesso è calato del 10%.

Le strutture museali sono luoghi in cui i più piccoli possono approcciarsi alla pittura, alla scultura, alla storia e alle scienze, in modo differente rispetto alle lezioni frontali scolastiche ma, nonostante l’Italia disponga di uno dei patrimoni culturali più estesi del mondo, molti non ne fruiscono, anche per ragioni economiche. L’ingresso, infatti, spesso prevede un costo che non tutti possono sostenere, e a oggi, poco più di un museo su 10 ha attivato progetti di contrasto della povertà educativa.

Su come avvicinare i bambini ai musei, facendo in modo che da quell’esperienza tragga giovamento il loro sviluppo cognitivo e creativo, si sono interrogato in tanti, dando vita a diversi progetti. A raccoglierli tutti ci pensa dal 1998 l’associazione internazionale Hands On! Europe Association of Children’s Museum, che raccoglie le migliori esperienze in questo settore di cui fanno parte anche sei strutture museali italiane.

A caratterizzare questa rete europea è l’approccio visivo e tattile applicato ai musei per i bambini. “La possibilità di interagire con oggetti reali aiuta il bambino a imparare e stimola la sua curiosità senza annoiarlo. – si legge sul sito - Da questa visione è nato il metodo Hands-on, letteralmente mani sopra/mani in pasta, che restituisce spazi innovativi dedicati ai piccoli. Ecco allora, che la dimensione interattiva diventa centrale tra exhibit (macchine interattive), installazioni multimediali, attività ludiche o percorsi creativi che chiamano in causa i 5 sensi.”

Gli obiettivi che questa realtà si pone sono di aumentare la consapevolezza, la visibilità e il valore riconosciuto dei bambini nei musei, facendo conoscere gli spazi museali come luoghi di apprendimento.

All’interno del portale Hands On!, sono segnalate sei strutture museali italiane, che fanno parte della rete dei musei per bambini e abbracciano questo metodo pedagogico.

A Milano c’è il Muba, un museo in cui bambine, bambini, ragazze e ragazzi sperimentano, conoscono e imparano attraverso il gioco e l’esperienza diretta. Un metodo che incoraggia il pensiero creativo a tutte le età con progetti culturali pensati anche per licei e università, formazioni dedicate a insegnanti, educatrici ed educatori e conferenze tematiche inerenti alle mostre-gioco temporanee.

A Gallarate il laboratorio di ricerca sulle arti nei processi di educazione e partecipazione Alchemilla organizza visite interattive per bambine e bambini nei musei attraverso la piattaforma Artoo4education.“perché la loro sensibilità e il loro sguardo sul mondo possono aiutarci a trasformare la realtà in cui viviamo”.

A Trento, al museo delle scienze Muse c’è uno spazio sensoriale dedicato a piccoli da 0 a 5 anni, dove tutti i sensi sono messi in gioco e dove si trovano fondali marini, pavimenti tattili e cuscini dalle forme strane per saltare in libertà. È presente, inoltre, una discovery room chiamata “Il bosco delle scoperte” nella quale i più piccoli possono annusare, toccare e esplorare l’ambiente boschivo.

A Verona, il Verona Children’s Museum ha come regole d’acceso: “vietato non toccare”, “essere curiosi” e “entrare senza scarpe”. La struttura è stata progettata per bambini da 0 a 12 anni e offre esperienze visive, sensoriali, ludiche ed emozionali in grado di trasmettere in modo semplice concetti scientifici complessi e stimolare la loro creatività. Un filo rosso collega le aree del museo che si estendono su due piani per un totale di 1000 mq: dal Think Lab – un laboratorio polifunzionale concepito per lo sviluppo di attività pratiche dove la realizzazione e la costruzione sono al centro dell’esperienza – all’Area Interattiva.

A Mestre (Venezia) l’M9-children è più di un museo: è un luogo inclusivo, uno spazio dove scoprire e imparare, attraverso l’esplorazione e la valutazione del ruolo che la storia riveste nel mondo attuale. “Spiegare alle nuove generazioni le radici più prossime dello stile di vita cui sono abituati è la porta d’accesso per trasformare la storia in un fatto concreto, tangibile e vicino. L’esplorazione di altri ambiti di conoscenza, dai linguaggi artistici a quelli performativi, dalle discipline informatiche e della programmazione alle scienze chimiche e fisiche, è il mezzo per immaginare per il domani un mondo inclusivo, paritario e sostenibile”.

L’ultimo museo della rete è a Roma, l’Explora Museo dei bambini. Al suo interno si trova un padiglione interamente dedicato alla scoperta del corpo umano e un’installazione che conduce alla scoperta delle emozioni. Nel percorso espositivo c’è anche l’area mercato in cui i più piccoli possono conoscere e toccare con mano il funzionamento della filiera agroalimentare, comprendere il valore di una sana e corretta alimentazione e lottare contro gli sprechi.

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