Ambiente

Limiti alle emissioni dei veicoli: è pressing su Bruxelles

L’accordo sull’inquinamento delle automobili è indebolito da diversi Paesi europei sotto la presidenza di turno spagnola. Che ora sta cercando di mediare soprattutto con gli 8 Stati più refrattari ad avallare l’”Euro 7”
Credit: Alaa Cherni
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25 settembre 2023 Aggiornato alle 13:00

Le nazioni dell’Unione europea continuano a trattare per trovare un compromesso su i nuovi regolamenti dedicati al contrasto dell’inquinamento e delle emissioni dei mezzi di trasporto.

A partire dal 1992 le autorità europee hanno progressivamente rafforzato le norme ambientali introducendo una serie di limitazioni alla circolazione dei mezzi più inquinanti, sia con i motori a benzina, sia con quelli diesel, partendo dal sistema “Euro 1” fino ad arrivare al più restrittivo “Euro 6”.

Nel novembre del 2022 la Commissione europea ha formulato una nuova serie di limiti, chiamata “Euro 7”, da sottoporre all’approvazione dei governi.

La regolamentazione ha subito suscitato un aspro dibattito, soprattutto da parte delle case automobilistiche che hanno accusato i funzionari di Bruxelles di aver ideato un sistema troppo oneroso per essere implementato velocemente e con dei vantaggi ambientali trascurabili.

Per il settore industriale, al posto degli stringenti limiti, servirebbero nuovi ed estesi investimenti europei per accelerare l’incremento della produzione di veicoli elettrici.

Il governo spagnolo, che detiene la presidenza di turno della Ue, sta cercando di mediare soprattutto con gli 8 Paesi più refrattari ad avallare l’”Euro 7” (Francia, Italia, Repubblica Ceca, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia), che già a maggio avevano espresso la loro contrarietà.

Nel nuovo documento di compromesso proposto dalla Spagna viene affermato che alcune nazioni hanno richiesto espressamente l’indebolimento delle regole proposte dalla Commissione europea: “Queste delegazioni ritengono che il rapporto tra costi di investimento e benefici ambientali, derivanti dalla proposta di regolamento, sarebbe sproporzionato. Hanno espresso preoccupazione per la significativa capacità di sviluppo richiesta e per gli investimenti necessari oltre a quelli già destinati all’elettrificazione e per i benefici complessivi che si otterranno dall’approccio proposto”, si legge nella bozza del testo.

Con la nuova proposta spagnola i limiti di emissione per le automobili e gli altri veicoli vengono sostanzialmente indeboliti.

Non viene effettuata nessuna modifica per auto e furgoni rispetto al precedente sistema “Euro 6” e vengono eliminati i limiti per l’avviamento a freddo, fondamentali per ridurre il pesante inquinamento presente nelle città.

L’inquinamento da particelle PM2,5 non viene contrastato e anzi le regolamentazioni sono più deboli di quelle fissate negli Stati Uniti. Inoltre non vi è nessun miglioramento nei test su strada per i camion rottamati e gli altri camion potranno continuare a generare emissioni in grandi quantità nelle città.

Infine, l’entrata in vigore dei limiti di inquinamento da particolato per i nuovi pneumatici è fissata a 4 anni e per i pneumatici già immessi sul mercato sono previsti ulteriori 2 anni e mezzo. In sintesi tutti pneumatici sul mercato non rispetteranno i limiti ambientali prima del 2030.

Secondo Anna Krajinska, responsabile della sezione Vehicle Emissions and Air Quality per il network dell’Ong Transport & Environment «questa proposta è un disastro per l’inquinamento atmosferico nelle città europee. La Commissione dovrebbe riflettere se vuole o meno che questo scherzo di regolamento venga adottato. Cedendo alle minacce delle case automobilistiche i nostri politici condannano le persone a malattie evitabili e a morte prematura per i decenni a venire. Si fornisce alle case automobilistiche la licenza di rendere più ecologiche le auto “Euro 6” inquinanti come se fossero “Euro 7” ecologiche, senza apportare alcuna ulteriore riduzione dell’inquinamento tossico dallo scarico».

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