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Giubileo 2025: a Roma è caos cantieri

Mentre la Città Eterna si prepara ad accogliere i pellegrini, i disagi legati allo stravolgimento della viabilità si moltiplicano, soprattutto in zona Vaticano, dove sono iniziati i lavori per la pedonalizzazione di Piazza Pia
Credit: Mathieu Stern
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19 settembre 2023 Aggiornato alle 12:30

Cantieri che aprono, sensi unici che cambiano, auto che rimangono impantanate in un girone dantesco di traffico e si incolonnano, una dietro l’altra, in una cacofonia di clacson mentre la fila si allunga inesorabile. È un giorno come tanti nella Roma che si prepara al Giubileo, in cui i cantieri “eccezionali” si uniscono al lungo elenco di lavori ordinari.

Il traffico, per i cittadini romani, non è certo una novità. Nelle ultime settimane, però, con i grandi cantieri in vista del 2025 che sono entrati nel vivo, giusto in tempo per il rientro di fine estate e la riapertura delle scuole, la viabilità nella Capitale è diventata ancora più sfidante.

Le aree principali della città in cui si svolgono i grandi cantieri sono 3. La zona tra piazza della Repubblica e piazza dei Cinquecento, a poca distanza dalla stazione Termini. Quella del Ponte di Ferro al quartiere Ostiense che, dopo l’incendio dell’ottobre 2021, è di nuovo fermo per lavori di consolidamento necessari per scongiurarne la chiusura definitiva: iniziati a luglio, dureranno (almeno) 14 mesi, durante i quali la viabilità del quadrante sudest sarà “rivoluzionata”.

Ma la zona più critica è quella tra Castel Sant’Angelo e San Pietro, a ridosso del Tevere: qui, dove verrà creata un’area pedonale dal lungotevere fino al Vaticano, passando per Piazza Pia e via della Conciliazione, i disagi per i cittadini si moltiplicano.

Non parliamo solo dell’aumento del traffico legato all’inevitabile rivoluzione della viabilità – in un’area in cui finora transitavano 3.000 macchine all’ora – ma anche dei problemi che vanno dalla raccolta dei rifiuti alle difficoltà per chi gli studenti che frequentano le Università della zona e a quelle – che si aggiungono a quelle che la Capitale già conosce bene – di trovare un taxi: oggi ha rivelato a Il Fatto Quotidiano un tassista «noi tassinari rifiutiamo le corse se sono nelle vicinanze dei cantieri perché t’infili nell’imbuto e sei perso. Soldi e pazienza vanno al Creatore e tu, rincoglionito, torni a casa con l’incasso dimezzato. Solo se chiama l’ospedale e a volte senti la compassione bussarti dentro».

Già, gli ospedali: come dimenticare che, nella zona interessata dai cantieri, ci sono due dei servizi sanitari più rilevanti del centro città: il Pronto Soccorso dell’ospedale Santo Spirito e la sede dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Ultimo, ma non ultimo, lo Stadio Olimpico, di cui la zona Castel Sant’Angelo-San Pietro è una delle principali arterie, e i grandi eventi collegati.

Ma i cantieri che dovrebbero restare aperti “24 ore su 24, 7 giorni su 7” fino alla scadenza, fin troppo vicina, di dicembre 2024 sono solo l’enorme punta di un enorme iceberg di voragini, lavori e cantieri che stringono la città eterna in una morsa di traffico. Lavori di manutenzione ordinaria che popolano la città di microcantieri, gli ormai storici lavori della Metro C – proprio la settimana scorsa, a pochi metri da via del Corso, una voragine ha inghiottito il manto stradale – a cui si aggiungono quelli dei tram in superficie.

L’amministrazione Gualtieri, intanto, cerca di correre ai ripari e pensa a più agenti di Polizia Locale sulle strade, pugno duro con le auto in doppia fila, stretta sul rispetto delle regole nelle attività di scarico merci, tolleranza zero per la sosta selvaggia, più rigore per gli accessi alla Ztl e revisione delle tariffe per le aree di sosta dei bus turistici.

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