Diritti

Nel 2022 sono stati uccisi 177 attivisti ambientali

Il Paese più letale è la Colombia (60 morti), mentre più di 1 omicidio su 5 è avvenuto in Amazzonia. Le donne sono l’11% delle vittime, ma molte subiscono violenze di genere. I dati della Ong Global Witness
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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15 settembre 2023 Aggiornato alle 08:00

Un giorno sì e uno no: è la frequenza con cui, in media, nel 2022, sono stati uccisi in tutto il mondo gli attivisti che si stavano battendo per difendere l’ambiente, la loro terra e i diritti umani. Gli omicidi documentati da Global Witness, infatti, hanno raggiunto quota 177. Negli ultimi 11 anni la Ong che lotta contro le violazioni ambientali e dei diritti umani ha registrato e denunciato ondate di minacce, violenza e uccisioni di difensori della terra e dell’ambiente in tutto il Pianeta: “Il mondo è cambiato radicalmente da quando abbiamo iniziato a documentarli nel 2012. Ma una cosa che non è cambiata è l’inesorabilità degli omicidi”, spiegano nel nuovo rapporto intitolato Standing firm.

Con le vittime del 2022, il numero totale degli omicidi documentati da Global Witness è salito a 1.910 dal 2012. Almeno 1.390 di questi omicidi sono avvenuti tra l’adozione dell’Accordo di Parigi il 12 dicembre 2015 e il 31 dicembre 2022. Nonostante il dato di quest’anno sia leggermente inferiore rispetto a quello passato (200 omicidi), “ciò non significa che la situazione sia migliorata significativamente: il peggioramento della crisi climatica e la domanda sempre crescente di materie prime agricole, combustibili e minerali non faranno altro che intensificare la pressione sull’ambiente – e su coloro che rischiano la vita per difenderlo. Per mettere a tacere i difensori vengono utilizzate sempre più spesso anche strategie non letali come la criminalizzazione, le molestie e gli attacchi digitali”.

Scorrendo tra i nomi degli attivisti uccisi, distribuiti tra i Paesi in cui è stato compiuto l’omicidio, si nota che la Colombia è in cima alla classifica con 60 vittime in un anno, quasi il doppio rispetto alle 33 del 2021. La situazione è “particolarmente preoccupante” in America Latina: nel 2022, la regione ha rappresentato l’88% degli omicidi. Ben 11 dei 18 Paesi in cui la Ong ha documentato casi erano in America Latina.

Più di 1 omicidio su 5 dei 177 registrati a livello globale è avvenuto in Amazzonia, la foresta più grande del mondo che si estende in Brasile, Bolivia, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname e nel territorio della Guyana francese. In qualità di “guardiani della foresta” e difensori del territorio e dell’ambiente, gli attivisti si oppongono agli interessi dell’agroindustria, dell’estrazione mineraria e del disboscamento, venendo sistematicamente intimiditi, criminalizzati, attaccati e assassinati.

Le aziende che operano in Amazzonia “agiscono impunemente”, così come le “spietate forze di sicurezza statali” e “gli assassini a contratto”. Nel 2022 aveva fatto il giro del mondo la notizia dell’omicidio dell’esperto indigeno brasiliano Bruno Pereira e del giornalista britannico del Guardian Dom Phillips, scomparsi nell’Amazzonia brasiliana mentre realizzavano un reportage. Per il loro assassinio è stato incriminato il presunto mandante, Ruben Dario da Silva Villar, a capo di un gruppo criminale dedito alla pesca illegale nella foresta amazzonica.

Tra gli assassinati nel 2022, come dimostra questo caso, figurano anche giornalisti, funzionari statali, manifestanti, ranger dei parchi e avvocati. Alcuni non erano nemmeno il bersaglio degli attacchi, ma si trovavano con il difensore assassinato al momento dell’omicidio. Inoltre, tra le vittime del 2022 ci sono almeno 5 bambini: 3 in Brasile, 1 in Colombia e 1 in Messico. 3 di loro erano indigeni, come il caso di Jonatas Oliveira, 9 anni, figlio di un leader rurale del Brasile.

Come ogni anno le popolazioni indigene, le comunità di discendenza afro, i piccoli agricoltori e gli attivisti ambientali sono stati brutalmente presi di mira: il 36% dei difensori assassinati nel mondo erano indigeni e il 7% afro-discendenti. Più di un quinto, il 22%, erano piccoli agricoltori.

Tra le 177 vittime registrate nel 2022, l’11% erano donne. Una cifra che, a prima vista, può sembrare relativamente piccola, perché non prende in considerazione le forme di violenza di genere a cui vengono sottoposte le attiviste: dalla violenza sessuale al rifiuto da parte delle famiglie e delle comunità. “Le donne che difendono le donne si trovano quindi ad affrontare attacchi su due fronti: oltre a essere prese di mira per il loro attivismo, subiscono anche violazioni dei diritti specifici di genere, spiega il rapporto.

Xiomara Castro, la prima presidente donna dell’Honduras in carica da gennaio 2022, si è impegnata a proteggere gli attivisti e i difensori dell’ambiente in uno dei Paesi più letali per chi lotta per proteggere il Pianeta: lo Stato ha il più alto numero di omicidi pro capite al mondo, con 14 difensori dell’ambiente uccisi nel 2022. I primi dati del 2023, però, indicano che la violenza è ancora in corso. Omicidi e attacchi non letali proseguono senza sosta.

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