Economia

Gli italiani vogliono essere sempre più cashless

Secondo lo studio dell’Istituto Bva Doxa e Nexi, l’81% dei commercianti crede che i pagamenti digitali siano sicuri, il 79% che soddisfino il cliente; il 29% sarebbe addirittura disposto a utilizzare lo smartphone
Credit: Ivan Samkov
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29 settembre 2023 Aggiornato alle 08:00

L’indagine condotta dall’Istituto Bva Doxa e commissionata da Nexi, azienda specializzata nel paytech (servizi legati ai pagamenti digitali) ha rilevato come gli esercenti italiani siano sempre più propensi a utilizzare le forme di pagamento digitale. Dall’analisi emerge che per i commercianti italiani, il Pos garantisce sicurezza (81%), migliora la gestione dell’attività commerciale (70%) e soddisfa le richieste dei clienti (79%). Gli intervistati (artigiani, liberi professionisti e negozianti) ritengono sia utile per fornire un’immagine più moderna e attraente dell’attività (64%). Inoltre, il 29% sarebbe disposto a utilizzare lo smartphone per ricevere pagamenti; tra le ragioni: la sostenibilità della transazione, oltre alla possibilità di moltiplicare le casse senza doversi dotare di ulteriori Pos.

«La ricerca Bva Doxa conferma che sempre più esercenti italiani sono consapevoli che sicurezza, velocità, comodità e sostenibilità sono elementi chiave dei pagamenti digitali - afferma Vanessa Maneo, responsabile Pos di Nexi - Per questo cresce costantemente il numero di coloro che prediligono accettarli sia in cassa sia per le consegne a domicilio del cliente oltre che per le vendite effettuate durante un mercato o una fiera o per incassare il conto al tavolo se si tratta di bar e ristoranti».

Se gli esercenti sono più propensi al pagamento digitale, questo vale anche per i consumatori. Il rapporto redatto dall’Osservatorio sugli Innovative Payments del Politecnico di Milano ha rilevato che le transazioni digitali nel 2022 sono aumentate fino a quasi 400 miliardi di euro, in aumento di 66 miliardi rispetto all’anno precedente.

La crescita più importante è stata registrata per le nuove forme di pagamento, tra cui i dispositivi mobili e indossabili (circa 20,3 miliardi di euro, +107% rispetto al 2021); le forme di pagamento elettronico tradizionale sono aumentate del 45%, arrivando a 186 miliardi di euro.

Secondo Confesercenti, alla luce dei dati provenienti da Polimi, Istat, Banca d’Italia e Cer, i pagamenti elettronici supereranno i 500 miliardi di euro nel 2025. Le ragioni di questo aumento sono “certamente la maggiore diffusione dei Pos di nuova generazione per pagamenti contactless rapidi” e “in generale una maggiore propensione all’uso dello strumento da parte dei consumatori maturata a seguito della pandemia”.

Del resto, secondo lo studio commissionato da Visa, i pagamenti digitali migliorano il fatturato delle imprese. Il 29% dei piccoli esercenti e delle Pmi - piccole medie imprese italiane ha visto un aumento di fatturato tra il 6 e il 15% che può essere collegato alle transazioni contactless. Inoltre, il 66% li considera come forme di pagamento più semplici, mentre il 67% crede che riduca il rischio di non essere pagati.

«In Visa, negli ultimi anni, abbiamo contribuito ad accelerare la digitalizzazione di 8 milioni di Pmi in Europa, fornendo loro una rete di pagamento globale, veloce e sicura – sottolinea Stefano Stoppani, country manager Visa Italia – Aiutiamo le piccole imprese a crescere migliorando le loro capacità digitali e collegandole alla nostra rete di pagamenti, mettendole in contatto con un maggior numero di clienti, migliorandone l’esperienza complessiva e contribuendo ad aumentare le vendite. La nostra ricerca conferma che il digitale rappresenta una leva per la crescita, anche in contesti difficili».

L’Italia, però, rimane indietro: nel crescente mercato del pagamento BnplBuy now, pay later, che solo nel 2021 rappresentava l’8,1% del mercato digitale, il Belpaese si classifica 18°.

Il Cash Intensity Index 2023, presentato in occasione della tavola rotonda della Community Cashless Society, piattaforma istituita dall’European House Ambrosetti, illustra che l’economia italiana è tra le prime 30 al mondo per dipendenza dal denaro contante.

Gli investimenti del Pnrr nella digitalizzazione, secondo la piattaforma, dovrebbero generare quasi 800 milioni di nuove transazioni contactless, per un controvalore di 27 miliardi di euro. Oltre 7 italiani su 10 vorrebbero utilizzare di più il cashless e 6 italiani su 10 dichiarano di voler ridurre l’utilizzo del contante in futuro.

Finalizzare questi investimenti sarà dunque importante per riportare l’Italia al passo con le economie europee e del G7 e aumentare la capacità produttiva delle imprese.

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