Economia

India: con la parità di genere il Pil potrebbe aumentare del 18%

Il Paese registra bassi tassi di partecipazione femminile nel mondo del lavoro (24%). Tra le cause: la concezione patriarcale della società e la scarsa sicurezza dei luoghi pubblici
Credit: Carlos Torres 
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2 ottobre 2023 Aggiornato alle 08:00

Il divario di genere è presente, da sempre, in tutto il mondo. Piano piano si stanno raggiungendo piccoli traguardi, ma non è così ovunque. Sicuramente, il numero di donne che lavorano è ancora molto basso rispetto a quello degli uomini, sottolinea lo studio realizzato da Banca d’Italia.

Secondo la ricerca, il gender gap è più accentuato in quei Paesi a reddito medio o basso. Negli Stati ad alto reddito, invece, la riduzione si è verificata soprattutto nel corso degli ultimi 30 anni, grazie anche all’espansione del settore dei servizi, dove la concentrazione delle lavoratrici femminili è più elevata.

La ricerca sottolinea anche una questione importante: durante la pandemia, la disoccupazione ha colpito soprattutto le donne e questo ha contribuito ad accentuare il divario di genere in quasi tutto il Mondo.

In questo contesto, si inserisce una situazione particolare: quella dell’India, che quest’anno ha superato per popolazione la Cina, diventando il Paese più popoloso del Mondo. Rappresenta, inoltre, una delle economie più potenti del Pianeta raggiungendo il quinto posto.

Questi presupposti dovrebbero far pensare all’India come un Paese in cui la spinta economica derivi sia dal lavoro maschile che da quello femminile, ma non è così. Secondo l’elaborazione dei dati della Banca mondiale, dal 1990 il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro ha raggiunto il 31% nel 2000, per poi scendere nuovamente al 24% al 2022. Il tasso di occupazione delle indiane è tra i 12 più bassi al mondo, insieme a Paesi come Afghanistan e Somalia.

C’è anche un altro fattore da considerare: quasi la metà delle donne lavora nel settore agricolo, che rappresenta forse il comparto maggiormente a rischio, data la continua meccanizzazione delle aziende.

Ma quali sono, in realtà, i motivi principali di questa persistente discriminazione? Alla base c’è sicuramente un problema di tipo culturale: nel Paese è ancora fortemente radicata una concezione patriarcale, che ritiene adeguato che gli uomini vadano a lavoro e le donne rimangano a casa a prendersi cura dei figli. Ma non è tutto. Altri ostacoli riguardano la sicurezza e l’impossibilità di raggiungere il posto di lavoro in comodità e facilità.

La sicurezza, infatti, è uno dei problemi centrali per le cittadine: spazi pubblici e mezzi di trasporto, infatti, non sono luoghi sicuri per loro. Secondo il report realizzato da Breakthrough India, il 78,4% delle persone intervistate ha dichiarato di aver subito violenza, sia fisica che verbale, almeno una volta negli spazi pubblici. Ben 7 casi di violenza su 10 sono avvenuti sui mezzi di trasporto.

In realtà, colmare (almeno in parte) il divario di genere rappresenterebbe anche una grande opportunità di produrre ulteriore ricchezza economica per il Paese. Infatti, secondo il rapporto The power of parity: advancing women’s equality in Asia-Pacific, realizzato dal McKinsey Global Institute, promuovendo la parità di genere si potrebbe generare una crescita del Pil non indifferente.

In particolare, con una minor gender gap, l’India potrebbe raggiungere un aumento del 18% rispetto al Pil normale, per un valore pari a 770 miliardi di dollari.

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