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Elezioni Ecuador: chi è Luisa González?

La candidata di Revolución Ciudadana ha vinto il primo turno: ora andrà al ballottaggio con Daniel Noboa. Nel suo programma elettorale: lotta al narcotraffico, alla corruzione e prestiti per le famiglie indebitate
Credit: EPA/Jose Jacome
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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21 agosto 2023 Aggiornato alle 16:00

Luisa González ha condotto la sua campagna elettorale senza giubbotto antiproiettile, nonostante la violenza senza precedenti che sta attraversando l’Ecuador, dove il 15 agosto è stato assassinato il terzo politico dall’inizio dell’anno. «Il primo che si prende cura di me è Dio», ha detto la donna durante i suoi comizi, «Cristo è colui che si prende cura di me a ogni passo». Lei, classe 1977, ha vinto il primo turno alle elezioni presidenziali, ottenendo il 33% delle preferenze, e il 15 ottobre si sfiderà al ballottaggio con Daniel Noboa Azin, dell’Alleanza Acción Democrática Nacional, che si è fermato al 24%.

Secondo i risultati del Consiglio elettorale nazionale González è la favorita tra gli 8 candidati alla presidenza del Paese. Ed è stata l’unica donna in corsa. «Questo coraggioso Ecuador, questo Ecuador con un senso di patriottismo, si è mobilitato, ha rotto la paura e ha votato per una donna. È la prima volta che una donna ottiene una percentuale così alta al primo turno», ha detto González.

Il resto dei candidati ha ammesso la propria sconfitta; quindi, a contendersi la presidenza saranno González e Noboa: lei è la candidata di Revolución Ciudadana, il movimento dell’ex presidente Rafael Correa, che ha governato il Paese dal 2007 al 2017; lui, 35 anni, è figlio dell’uomo d’affari e politico Álvaro Noboa, che nel 2006 ha perso al secondo turno contro Correa.

González è cresciuta nella città costiera di Chone, nella provincia di Manabí, la terza più importante in termini di peso elettorale. Qui, secondo il quotidiano spagnolo El País, votano 1,25 milioni di persone ed è la zona in cui il Correísmo ha maggiore influenza politica. Come candidata del partito di sinistra Revolución Ciudadana ha promesso di rilanciare i programmi sociali di Correa e in precedenza ha annunciato che l’ex presidente sarebbe stato il suo consigliere se fosse stata eletta. Ma Correa vive in esilio in Belgio da 6 anni perché nel 2020 è stato condannato in contumacia a 8 anni di carcere per corruzione. In un’intervista a El País ha precisato che, in caso di vittoria, Correa la affiancherà solo virtualmente e non gli verrà concessa la grazia.

Le accuse erano emerse da un’indagine condotta da Fernando Villavicencio, giornalista che parlava apertamente di presunti legami tra criminalità organizzata e politica e quest’anno era candidato alle presidenziali per il Movimento Build Ecuador. è stato ucciso 11 giorni prima del voto, mentre lasciava un evento elettorale, ed è stato sostituito all’ultimo minuto da un caro amico e collega, Christian Zurita, che è arrivato terzo con il 16 % dei voti.

Dopo l’omicidio, Correa ha twittato: “L’Ecuador è diventato uno stato fallito. Coloro che cercano di seminare ancora più odio con questa nuova tragedia, spero che capiscano che continua solo a distruggerci”. Nel Paese il tasso di omicidi è più che raddoppiato tra il 2020 e il 2022, con 4.603 morti violente, ovvero un tasso di 25 casi ogni 100.000 abitanti.

Durante il voto sono stati schierati 100.000 soldati in tutto il Paese per proteggere il processo elettorale. González, avvocata, ha assicurato che la priorità del suo eventuale Governo sarà combattere le «gravissime infiltrazioni del narcotraffico». Nel suo programma elettorale ha promesso il pugno duro contro la criminalità e per rafforzare il Paese, le forze armate e i sistemi di intelligence.

Non era molto nota agli elettori prima che Correa non la indicasse come candidata, ma è stata membro dell’Assemblea nazionale dal 2021 fino allo scioglimento avvenuto il 17 maggio 2023. Nel 2014 è stata nominata vice console dell’Ecuador a Madrid e da gennaio a maggio 2017 è stata segretaria nazionale della pubblica amministrazione durante il mandato presidenziale di Rafael Correa; ha anche ricoperto il ruolo di viceministra della gestione del turismo.

Riguardo le questioni sociali, González è una conservatrice: durante il suo mandato come membro dell’assemblea per la provincia di Manabí, si è opposta alla legalizzazione dell’aborto per stupro, depenalizzato dalla Corte costituzionale nel 2021. La legge consente a donne e ragazze di accedere all’interruzione di gravidanza in caso di stupro, ma prima lo prevedeva solo in caso di pericolo di vita per la donna.

Nel suo discorso post voto la candidata ha assicurato che lotterà contro la corruzione, soprattutto nel sistema sanitario, fornirà prestiti alle famiglie indebitate e al settore agricolo, e sovvenzionerà il prezzo del carburante. Chi vincerà il secondo turno a ottobre governerà solo per meno di 1 anno e mezzo, concludendo il mandato incompiuto del presidente uscente Guillermo Lasso che ha indetto le elezioni anticipate a maggio per evitare l’impeachment.

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