Ambiente

Ecuador, un Paese a credito nei confronti della natura

Lo Stato - con il più grande debt for nature al mondo - mira a proteggere le Galapagos, scrigno di biodiversità. Quasi 16 milioni di euro l’anno per politiche di conservazione
Credit: Kike Calvo /ZUMA Wire
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12 maggio 2023 Aggiornato alle 15:00

Un debito trasformato in una enorme opportunità di credito nei confronti della natura.

L’Ecuador - con il più grande debt for nature al mondo - ha appena deciso di impegnare ingenti risorse per la conservazione e la protezione della biodiversità delle Galapagos, arcipelago che ospita oltre 3.000 specie (di cui molte a rischio estinzione) ed è un vero e proprio paradiso per fauna, flora e persino coralli che sono stati recentemente scoperti in profondità.

In cosa consiste il debt for nature? Di fatto si tratta di un accordo tra uno Stato e più soggetti che detengono il suo debito sovrano: anziché ripagare il debito, lo Stato e i suoi creditori si accordano per stralciare una parte di questo a condizione che le risorse tornate disponibili vengano investite in progetti di conservazione.

In sostanza, il debito viene venduto dai soggetti detentori a delle Ong e associazioni che lo cancellano previa acquisizione delle garanzie ambientali.

In questo modo l’Ecuador ha convertito quasi 1,5 miliardi di euro di debito in un prestito a favore della natura che sarà rimborsato nei prossimi 18 anni mentre il Paese fornirà circa 16 milioni di euro all’anno per politiche di conservazione.

Quando nel 2040 le operazioni termineranno, l’Ecuador spiega che le risorse derivanti da investimenti stabili e rimborsi dovrebbero essere sufficienti per continuare a finanziare la conservazione allo stesso livello.

«Si tratta della più grande operazione di scambio di debiti a favore di risorse naturali uniche», ha detto Pablo Arosemena Marriott, ministro dell’Economia e delle Finanze, aggiungendo che «questa strategia riduce il debito pubblico, aumenta la stabilità fiscale e crea opportunità per soddisfare bisogni di base come l’assistenza sanitaria e l’istruzione».

L’operazione, scattata ad aprile, è stata possibile grazie all’aiuto del Pew Bertarelli Ocean Legacy Project e altri partner, con un prestito di 600 milioni di euro tramite un’obbligazione emessa dalla banca d’investimento globale Credito Suisse.

Tentativi simili sono già stati portati avanti, anche se con cifre minori, in Belize, alle Barbados e alle Seychelles. In particolare i fondi serviranno in strategie di azione e mitigazione contro la crisi del clima e contro la pesca eccessiva che fa pressione sui delicati ecosistemi delle Galapagos.

«I fondi promuoveranno la resilienza climatica e sosterranno la pesca sostenibile, compiendo così un passo cruciale verso una transizione finanziaria in cui diplomazia, conservazione e finanza cammineranno insieme verso il benessere generale», ha fatto sapere in una nota il ministro degli Affari esteri, Gustavo Manrique Miranda.

Di fatto le nuove risorse disponibili (oltre 450 milioni per l’ambiente) saranno dedicate soprattutto alle due grandi riserve marine che danno vita a un corridoio tra l’arcipelago delle Galapagos e il Costarica in grado di ospitare specie uniche sul Pianeta.

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