Economia

ITS Academy: cosa prevede il decreto?

Stanziati circa 500 milioni e saranno estese le aree di specializzazione per la formazione negli istituti tecnologici superiori. Ma in Italia le iscrizioni rimangono basse e solo il 46% dei cittadini possiede competenze digitali
Il ministro dell'Istruzione Valditara, che ha firmato il decreto dedicato agli ITS Academy
Il ministro dell'Istruzione Valditara, che ha firmato il decreto dedicato agli ITS Academy Credit: ANSA/ANGELO CARCONI
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21 agosto 2023 Aggiornato alle 13:00

A giugno il Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) ha pubblicato il testo di un decreto che ha ripartito 27,6 milioni di euro per i laboratori di 14 ITS Academy (Istituti tecnologici superiori) che “abbiano attivato almeno un percorso formativo nell’anno 2022”.

Già nel mese di novembre 2022 erano stati stanziati dal Mim 450 milioni di euro “in favore delle fondazioni ITS Academy che negli anni 2020 e 2021 abbiano avuto almeno un percorso di formazione attivo per il conseguimento della qualifica”.

L’ultimo decreto prevede ulteriori 48 milioni per l’anno formativo 2023/2024. “Questo stanziamento è un nuovo passo nell’ottica di potenziare sempre più il sistema dell’istruzione tecnologica superiore e garantire una migliore attuazione della riforma degli ITS Academy e delle misure del Pnrr” ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Valditara.

Le ITS Academy sono scuole di eccellenza a alta specializzazione tecnologica post-diploma che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore; possono accedere ai nuovi percorsi ITS Academy gli studenti in uscita dalle scuole secondarie e dai percorsi quadriennali Iefp (Istruzione e Formazione Professionale). Ogni Istituto è specializzato in una singola area; tuttavia, la riforma del luglio 2022 (Legge 99) consente di formare studenti anche in più aree tecnologiche.

Il nuovo provvedimento implementerà i settori di specializzazione per: Energia, Mobilità sostenibile e logistica, Nuove tecnologie della vita (che comprende tutta l’area del pharma e del biomedicale), Sistema Agroalimentare, Sistema Casa, Meccatronica, Sistema Moda, Servizi alle imprese, Tecnologie Innovative per i beni e le attività artistiche e culturali e per il Turismo e Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione dei dati. Questi sono ambiti che prima erano racchiusi sotto la voce del Made In Italy, ma che ora diventeranno indipendenti.

Inoltre, saranno raddoppiate le figure nazionali di riferimento (da 29 a 58), tra cui i tecnici superiori System Cybersecurity, importanti per la transizione digitale, spinta anche dal Pnrr. Quasi del tutto assenti sono invece le specializzazioni in competenze legate alla transizione ecologica e alla sostenibilità, strategiche tanto quanto quelle digitali.

Il decreto apre anche alla possibilità di far partire percorsi formativi ibridi, caratterizzati dall’inserimento di alcune “Unità Formative” (tra il 10% e il 25% delle ore complessive del biennio formativo).

Sul piano occupazionale, le ITS Academy istruiscono e formano studenti su competenze e abilità molto richieste dal mercato (si stima che l’80% dei diplomati trova lavoro a 1 anno dalla fine degli studi, mentre il 91% un impiego coerente con il percorso di studi); tuttavia, il numero di iscrizioni è inferiore a 20.000 studenti l’anno (circa l’1,4% del totale degli iscritti ai percorsi terziari), sebbene il dato sia in lenta crescita.

Un modello dunque vincente, ma poco conosciuto in Italia, dove quasi un quinto dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora e dove il 21% dei giovani è disoccupato (la media Ue è del 14%). Nel resto d’Europa, gli iscritti ai percorsi accademici analoghi in Germania sono quasi 306.000 (9,3%), in Austria oltre 72.000 (17%) e in Svizzera 61.000 (19,2%).

Per quanto riguarda le competenze digitali, l’Italia resta 25° (secondo i dati del rapporto Desi 2022) nell’indicatore legato alle e-skills, mentre solo il 46% degli italiani possiede competenze digitali di base, contro una media Ue del 54%.

Il settore High-Tech è di grande interesse economico. Nel 2021 in Europa sono stati investiti circa 100 miliardi di dollari (poco più di 90 miliardi di euro) nell’industria tecnologica mentre, secondo il report annuale del venture capital Atomico, Stato della tecnologia in Europa, il Vecchio Continente è cresciuto nel campo dell’innovazione; dato confermato anche dall’aumento di quasi 100 unità tra gli “unicorni” (compagnie private dal valore superiore a 1 miliardo di dollari), balzati a un totale di 321.

I decreti del Mim sono parte di un piano mirato per rilanciare la formazione dedicata al settore, potenziale volano per l’occupazione e la produttività in Italia. Nel Pnrr, infatti, sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro da destinare agli ITS ed è stato fissato come obiettivo raddoppiare le iscrizioni entro il 2025.

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