Economia

Tim: verso lo smart working al 100%

Il progetto sperimentale inizierà a settembre e coinvolgerà 1.000 dipendenti. Obiettivo: verificare l’impatto della conciliazione tra vita privata e lavorativa sull’andamento aziendale e favorire la sostenibilità
Credit: cottonbro studio
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24 agosto 2023 Aggiornato alle 08:00

La necessità di trovare un costante equilibrio tra lavoro e vita privata si fa sempre più insistente, soprattutto tra le grandi aziende. Al centro, questa volta, troviamo la grande società italiana di telefonia, Tim.

La grande azienda attiva nel settore delle telefonia, infatti, ha già da tempo sperimentato una modalità ibrida di smart working: sono attualmente 32.000 i dipendenti che hanno la possibilità di scegliere il lavoro da remoto fino a tre giorni a settimana (uno di questi è obbligatoriamente il venerdì), permettendo la chiusura delle sedi.

Un passo avanti è stato fatto anche per quest’estate, in particolare per le settimane centrali del mese di agosto, quando l’azienda ha proposto 5 giornate su 5 di completo smart working.

Ma ora si vuole alzare l’asticella: è pronto un progetto che coinvolgerà, da settembre, circa 1.000 addetti, che fanno parte del servizio clienti di Tim Enterprise, e che durerà fino a febbraio 2024. La sperimentazione prevede un lavoro quasi al 100% da remoto, con due incontri al mese, ogni 15 giorni, in sede per favorire il confronto e la condivisione con i colleghi di lavoro.

Gli obiettivi principali per cui si vuole far partire questo progetto sono essenzialmente due: da un lato, verificare l’impatto della conciliazione tra vita lavorativa e vita privata sull’impegno e sull’andamento aziendale, dall’altro lato puntare su una maggiore sostenibilità dal punto di vista ambientale.

Infatti, soltanto attraverso la valutazione degli indicatori aziendali Kpi, che vanno dalla produttività fino all’impatto ambientale e alla quantità di emissioni di CO2, si deciderà se estendere lo smart working per un periodo ancor più lungo oppure no.

«L’obiettivo è di verificare quanto la conciliazione vita-lavoro impatti sull’impegno aziendale e quanto questi equilibri possano essere confermati nel lungo periodo, alla ricerca di un modello di lavoro ibrido che consenta di ottenere i risultati più soddisfacenti per l’azienda e per i colleghi», queste le parole di Paolo Chiriotti, chief human resources and organization officer di Tim.

Non solo smart working: in questi ultimi tempi, la grande azienda è al centro anche di un’altra questione delicatissima: la vendita della società.

Infatti, nel comunicato stampa diffuso il 10 agosto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze si legge “Oggi è stato siglato il Memorandum of Understanding (MoU) tra il Ministero dell’economia e delle finanze e Kkr. L’accordo prevede la formulazione di un’offerta vincolante che stabilisce, tra l’altro, l’ingresso del Mef nella Netco nella percentuale fino al 20%. I termini dell’offerta dal punto di vista dei rapporti tra le parti prevedono un ruolo decisivo del governo nella definizione delle scelte strategiche. I prossimi passaggi saranno relativi all’adozione di un Dpcm per completare l’iter procedurale”.

Questo memorandum di intesa, dunque, rafforza il dialogo tra la compagnia telefonica Tim e il fondo statunitense e società di investimenti Kkr, che ha tempo fino al 30 settembre per presentare un’offerta vincolante per l’acquisto della rete.

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