Culture

La sfida tra Musk e Zuck: non c’è nulla di geniale

Perché le scaramucce e l’ipotetico sconto tra i 2 ricchi proprietari (X e Meta) sta facendo tanto scalpore? Tutto questo trambusto per ospitarli in Italia solo per un po’ di spettacolo?
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18 agosto 2023 Aggiornato alle 06:30

Alla fine, come confermato direttamente da Zuckerberg, il tanto agognato combattimento tra il proprietario di Meta e quello di X non avverrà perché Musk deve sottoporsi a un intervento alla spalla (anche se era stato proprio lui a proporlo con insistenza).

Mark si era subito detto pronto all’idea e il suo desiderio di fare a pugni col miliardario sudafricano è una delle più concrete prove del fatto che Zuckerberg sia ancora capace di mostrare emozioni umane (alla faccia dei meme che circolano da anni).

Il continuo dissing di Elon Musk (qualche notte fa ha pubblicato messaggi su X dove affermava di star andando verso l’abitazione del rivale pronto a combattere) serve solo a distogliere l’attenzione da notizie più importanti sul suo conto: secondo l’analisi del Washington Post, sotto la sua direzione, l’ex Twitter sta limitando i collegamenti ai siti Web che non gli piacciono, aggiungendo un ritardo di 5 secondi quando le persone fanno clic sui link che collegano a siti non graditi da Musk, come il New York Times e Facebook e molti altri ancora.

Drew Harwell, giornalista del Washington Post, ha inoltre fatto notare che queste sue azioni, che avrebbero rivelato la localizzazione privata di Zuckerberg, avrebbero violato le policies introdotte da Musk lo scorso anno per bannare l’account che tracciava i movimenti del suo jet privato. Sebbene non ci sia il minimo rischio per l’incolumità di Zuckerberg (spende 4 milioni di dollari l’anno per garantire la sicurezza della sua famiglia), la promozione di questi comportamenti infantili e criminali, anche se non realmente avvenuti, va ben oltre il cringe.

Il Circo Massimo non è solo l’arena dove si è esibito Travis Scott (il 7 agosto per il primo live del suo nuovo album Utopia), ma di esponenti politici italiani quali sindaci di diverse città che si sono mostrati subito pronti ad avallare la messa in scena di 2 tra le persone più ricche al mondo, sostenendo che in cambio sarebbero stati ottenuti fondi in beneficenza per la sanità.

Tra la proposta del sindaco di Benevento Clemente Mastella di organizzare il match al Teatro Romano della sua città e l’invito di Sgarbi di farlo al Colosseo, spicca l’idea del sindaco di Firenze Dario Nardella: «Una sfida tra geni come Leonardo e Michelangelo (…) Facciamone una sfida di menti, di intelligenze. Non un duello muscolare, fisico. Sono pronto a organizzare con il ministero uno “scontro” di idee e di visioni sul futuro tra questi due grandi personaggi». Ma siamo sicuri che sia davvero geniale una persona (Musk) che posta insulti di “elevato calibro” quali “Zuck is a chicken”?

Forse, l’opinione pubblica italiana non ha ancora ben capito chi sia realmente Elon Musk e compreso le conseguenze terrificanti della sua visione dei social media; proprio per questo motivo la politica non dovrebbe appoggiare l’iniziativa, bensì farne da contrappeso.

A giugno avevo parlato di come, a seguito dell’acquisto di Twitter da parte di Musk, la piattaforma fosse diventata una sorta di far west digitale dove chi sceglie l’abbonamento mensile gode della quasi completa libertà di pubblicare qualunque tipo di discriminazione, dove esponenti di estrema destra si sono sentiti liberi di lanciare messaggi d’odio contro varie minoranze, in particolar modo nei confronti della comunità Lgbtq+, al centro della culture war americana.

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