Economia

Desertificazione bancaria: perché ci sono sempre meno sportelli e filiali?

Un problema che riguarda soprattutto i piccoli comuni, dove si abbassano le saracinesche delle agenzie bancarie. Rendendo complesso l’accesso al credito e al contante per oltre 4 milioni di persone
Credit: Julian
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9 agosto 2023 Aggiornato alle 20:00

In un mondo sempre più digitale anche le banche si trasformano e investono in misura crescente nella tecnologia e nello sviluppo informatico.

Ne è un esempio Intesa San Paolo che per il piano commerciale 2022 – 2025 ha investito oltre 5 miliardi di euro in questo settore.

In effetti i dati ci dicono che anche i cittadini sono sempre più propensi all’utilizzo di pagamenti elettronici: le carte, secondo le analisi della Banca Centrale Europea, nel 2022 rappresentano una quota maggiore di transazioni rispetto ai pagamenti in contanti (46%), così come oramai il 92% di coloro che hanno superato la maggiore età è proprietario di una carta di credito.

Per tutta risposta anche le imprese hanno reagito a questi cambiamenti, negli ultimi 11 anni siamo passati da 1 milione e mezzo di attività commerciali con il pos agli oltre 3,4 milioni di oggi.

Ma che effetti sta avendo tutto ciò sulla banca tradizionale?

Con l’innalzamento dei tassi d’interesse (che ha pesato sul conto profitti e perdite delle varie filiali territoriali), la pandemia e l’affermazione del digital banking sul mercato le banche si sono ritrovate a fronteggiare una realtà ben lontana da quella che ne aveva decretato il successo. Difatti, a oggi, dobbiamo fare i conti con quella che viene definita desertificazione bancaria, ovvero la riduzione (ed in diversi casi addirittura la scomparsa) di banche di riferimento sul territorio locale. Secondo l’Osservatorio della Desertificazione Bancaria First Cisl tra il 2018 e il 2022 sono stati chiusi 6.388 sportelli automatici, circa 1.277 ogni anno.

Un problema non certo da poco perché a subirne gli effetti sono, come al solito, i soggetti più fragili per i quali l’utilizzo dei sistemi digitali, per assenza di conoscenze o mezzi, diventa inaccessibile. In questo modo inaccessibili diventano anche servizi basilari come il ritiro del contante o l’accesso al credito, finendo per isolare famiglie e imprese e lasciando campo libero all’illegalità.

Secondo la Cisl sono circa 4 milioni e 300.000 le persone e 249.000 le imprese senza sportelli bancari nelle vicinanze. Altre 6 milioni di persone e 387.000 imprese si trovano, invece, all’interno di comuni dove è presente un unico sportello bancario.

A giugno 2023 era meno del 35% dei comuni ad avere più di uno sportello Atm in funzione, mentre il 24% ne aveva solamente uno attivo e il 28% neanche uno già dal lontano 2015.

Se è vero che l’utilizzo del digital banking coinvolge sempre più persone, è anche vero però che l’Italia rispetto alle vicine Francia e Spagna è indietro (48%, contro il 68% e il 69%) e tantissime persone utilizzano ancora il contante come metodo principale di pagamento.

Ciononostante questi paesi hanno una presenza più capillare degli Atm: in Spagna troviamo 41 sportelli “bancomat” ogni 100 abitanti, in Francia 53, in Italia appena 36.

I numeri poi ci mostrano una realtà frammentata: nelle regioni del Nord Italia cresce la percentuale di utilizzatori delle banche digitali e si registra il numero maggiore di sportelli sul territorio (ogni 100 abitanti ne sono presenti 67 in provincia di Trento, 62 in provincia di Bolzano, 55 in Valle D’Aosta), numeri che invece scendono nell’Italia Meridionale, a esempio in Calabria solo il 27% della popolazione utilizza l’home banking e ogni 100 abitanti troviamo appena 18 sportelli “bancomat”.

Un fenomeno che coinvolge tanto gli sportelli quanto le filiali locali: Intesa San Paolo ha previsto la chiusura di 1.500 agenzie tra il 2022 e il 2025 ed ha già abbassato la serranda di 800 di queste, si fa riferimento a quelle filiali che presentano un basso livello di operatività con un numero di operazioni al di sotto della media prevista e per lo più facilmente sostituibili dagli sportelli.

Anche la Bcc (Banca del Credito Cooperativo), banca storicamente legata al territorio, diminuisce la propria presenza e rimane in circa 1.900 comuni come unica banca di riferimento.

Una realtà che ha portato la Uilca ha perseguire la campagna Chiusura filiali? No, grazie che spinge nell’identificazione delle banche come punto di riferimento territoriale e che, pertanto, non dovrebbe operare unicamente in un’ottica di costi e ricavi, ma anche – e soprattutto - ricoprire un ruolo sociale, garantendo la tutela dei proprio clienti e degli stessi dipendenti (che tra il 2018 e il 2022 contano circa 14 mila unità in meno).

Gran Bretagna, Scozia, Svezia e Stati Uniti si sono spinti già da qualche anno alla ricerca di soluzioni ad hoc: si parla di filiali condivise e chioschi bancari gestiti da più istituti, oltre allo studio della distanza massima ammissibile tra i vari istituti.

L’obiettivo è quello di mantenere in piedi un settore fondamentale per l’intero sistema economico, accanto a questo si inserisce la necessità di tutelare milioni di persone nello svolgimento delle attività finanziarie.

Tecnologia e informatizzazione dovrebbero costituire un valido supporto per il miglioramento e l’efficientamento del sistema bancario, ma non dovrebbero mai diventare un ostacolo allo stesso.

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