Ambiente

El Niño: come impatterà sul Sud America? Economia e agricoltura osservati speciali

In questi giorni, in pieno inverno in Cile e Argentina si sfiorano i 40 gradi. Per le autorità è colpa di un mix di cause che potrebbe compromettere l’economia di diversi Paesi
Credit: Kazi Arifuzzaman
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4 agosto 2023 Aggiornato alle 09:00

In pieno inverno dell’emisfero sud in certe aree del Cile e dell’Argentina in questi giorni si sono sfiorati i 40 gradi.

A Vicuna, in Cile, per esempio la colonnina di mercurio ha superato i 37 gradi e oltre nove città dell’Argentina, Cordoba compresa, hanno toccato temperature sopra i 35.

Nel Cile centrale erano settant’anni che non faceva così caldo e a più riprese anche l’Uruguay, in un periodo solitamente freddo, ha superato i 30 gradi.

Secondo il ministro dell’Ambiente cileno Maisa Rojas si tratta di un segnale chiaro, la combinazione di due fenomeni: «Una tendenza al riscaldamento globale dovuta al cambiamento climatico più il fenomeno El Niño. Quando El Niño finirà, la situazione meteorologica globale dovrebbe smettere di essere così estrema», ha spiegato.

Il problema è che il ciclo di El Niño, fenomeno naturale che a seconda delle zone del mondo può portare a ondate di calore oppure a instabilità con piogge e inondazioni, è appena iniziato con conseguenze serie per tutto il Sud America.

Negli ultimi giorni climatologi ma anche economisti hanno avvertito proprio di questo: il Sud America dovrà prepararsi a un contraccolpo, anche economico, dovuto dal ritorno di El Niño perché potrebbe portare a una ondata inflazionistica a causa della carenza di cibo ed energia.

Inondazioni e siccità, secondo alcuni esperti, potrebbero infatti produrre un impatto durissimo su un continente che dipende dalle esportazioni agricole per esempio.

Nel tempo, il fenomeno potrebbe colpire il Perù, per esempio, con forti piogge, mentre in altre dalla Colombia al Cile favorire la siccità.

Secondo Corficolombiana, una società di servizi finanziari colombiana, la crescita si contrarrà rispettivamente dell’1,7% e dell’1,6% in Perù ed Ecuador, e dello 0,6% in Colombia, con gli economisti che avvertono che la carenza di cibo ed energia potrebbe causare un’altra ondata di inflazione.

A livello di pesca, secondo una società di consulenza di Lima, sempre per gli effetti di questo fenomeno naturale combinati alla crisi del clima, la produzione in Perù potrebbe ridursi del 19,3%.

Rischi simili in Ecuador riguardano il comparto delle banane e dello zucchero (il governo ha stanziato 266 milioni di dollari per mitigare perdite e danni) mentre in Brasile, dove potrebbe esserci meno pioggia a nord, si temono incendi in Amazzonia.

Per tutti questi motivi gli esperti avvertono i governi di prepararsi agli impatti combinati di El Niño e della crisi del clima che, nel tempo, potrebbero essere devastanti: alcune stime, da qui al 2029, prevedono perdite per il Sudamerica di 300 miliardi di dollari.

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