Ambiente

La Corrente del Golfo collasserà tra 2 anni?

No. A bloccarsi potrebbe essere Amoc, ovvero la Corrente Atlantica Meridionale, importante regolatore delle temperature globali e dell’innalzamento dei mari. Ma non abbiamo certezze sul quando
Credit: Johnny Goerend
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
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28 luglio 2023 Aggiornato alle 10:00

Nelle ultime ore, la diffusione di uno studio secondo cui “la Corrente del Golfo potrebbe collassare già nel 2025” hanno scatenato il panico per l’imminente catastrofe climatica che vedrebbe l’Europa soccombere sotto una coltre di ghiaccio in meno di 24 mesi. Ma è proprio così?

Andiamo con ordine. Il 25 luglio Nature Communication ha pubblicato i risultati di un nuovo studio guidato dal professor Peter Ditlevsen dell’University of Copenaghen dal titolo Warning of a forthcoming collapse of the Atlantic meridional overturning circulation.

Questo studio afferma che, se non sarà fermato il surriscaldamento antropico legato alle emissioni di gas serra, in un scala temporale che va dal 2025 al 2095 il sistema Amoc potrebbe collassare.

L’impatto sarebbe drastico, sia sul clima del Pianeta – e in particolare quello dell’Europa, che sarebbe molto più fredda – che sulla vita di milioni di persone.

Analizzando i dati relativi agli ultimi 150 anni e usando nuovi modelli matematici, i ricercatori hanno individuato che questo stop avverrà al 95% nel lasso temporale tra il 2025 e il 2095, con un picco di probabilità nel 2057.

“Amoc” è l’acronimo di Atlantic Meridional Overturning Circulation, una corrente dell’Oceano Atlantico caratterizzata da un flusso in direzione nord di acqua salina calda negli strati superficiali e da un flusso in direzione sud di acqua fredda in profondità. Nelle notizie riportate anche sulle principali testate internazionali, però, si fa riferimento a un’altra corrente, ben più conosciuta, quella del Golfo, che nasce dal Messico e si sposta verso l’Atlantico del Nord, e che invece non è parte di questo sistema di correnti, tranne per un piccolo ramo chiamato North Atlantic Drift, che si dirige verso i mari di Norvegia e Groenlandia ed è l’unica connessione tra i due sistemi.

Non sono la stessa cosa. Affatto. È come confrontare una superstrada con una strada laterale. […] Pensa a una super autostrada di acqua calda che fa un grande giro intorno all’Atlantico. Questa è la Corrente del Golfo. Una piccola “strada laterale” d’acqua (circa il 10% della Corrente del Golfo) si dirige a nord - come un’uscita - verso l’estremo nord, al largo della costa della Norvegia e della Groenlandia. Quella è la NA Drift” ha spiegato lo scienziato del clima Jonathan Foley in un thread segnalando un articolo del Guardian che, mentre scriviamo, continua ad aver come titolo “La Corrente del Golfo potrebbe crollare già nel 2025, suggerisce uno studio”.

“Se l’Amoc crolla - ma non ci sono prove dirette di ciò - sarebbe un problema serio per quella regione. Ma la più ampia circolazione della Corrente del Golfo continuerebbe a funzionare, in gran parte come prima”, ha affermato.

“Un promemoria che la Corrente del Golfo NON crollerà, mai, finché soffiano i venti e la Terra ruota. Se vedi uno titolo che dice il contrario, smetti di leggere e sii * molto * scettico su quella fonte d’ora in poi. Non sanno di cosa stanno parlando. Oppure non gli interessa”, ha avvertito in un altro tweet.

Quindi la Corrente del Golfo non si interromperà ma lo farà – forse tra due anni, forse tra 72, più probabilmente tra 34 – l’Amoc e l’apocalisse glaciale sull’Europa è solo rimandata, al massimo di qualche decennio? Anche su questo punto gli scienziati (che stanno studiando da anni i cambiamenti di questa corrente e i possibili effetti di una sua interruzione) non sono d’accordo e le critiche allo studio – che secondo David Thornalley dell’University College di Londra “presentava grandi riserve” – sono state numerose.

Non solo, infatti, la valutazione più recente dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) ha concluso che l’Amoc non crollerà in questo secolo, ma secondo il prof. Niklas Boers, del Potsdam Institute for Climate Impact Research in Germania, che ha rivelato i primi segni premonitori del collasso di Amoc nel 2021, «i risultati del nuovo studio sembrano allarmanti, ma se le incertezze nel modello fortemente semplificato [del tipping point] e nei dati sottostanti [della temperatura del mare] sono inclusi, allora diventa chiaro che queste incertezze sono troppo grandi per fare una stima affidabile del tempo di ribaltamento».

«Questo studio evidenzia che la circolazione del Nord Atlantico sta mostrando segni di instabilità, il che potrebbe indicare che potrebbe verificarsi un crollo, con importanti implicazioni climatiche. Tuttavia, l’instabilità potrebbe anche essere meno drammatica, a esempio non un arresto su vasta scala ma un cambiamento nei siti di formazione di acque profonde. Ciò potrebbe essere più probabile, dal momento che la maggior parte dei modelli attualmente suggerisce un rallentamento, ma non un arresto, durante questo secolo», ha spiegato il professor Andrew Watson FRS, professore di ricerca della Royal Society presso il Global Systems Institute dell’University of Exeter.

L’Amoc, inoltre, che è attiva da oltre 12.000 anni e ha avuto diversi momenti di criticità, «è molto variabile. Più variabile di quanto gli scienziati si aspettassero all’inizio delle osservazioni [iniziate nel 2004]», ha spiegato in un thread la Dottoressa Eleanor Frajka-Williams, oceanografa e scienziata del clima dell’Universität Hamburg.

Dietro alle incertezze, però, qualcosa di certo c’è: forse le correnti oceaniche (soprattutto quella del Golfo) non collasseranno tra due anni portando l’apocalisse di ghiaccio come aveva previsto quasi 20 anni fa la pellicola con Dennis Quaid e Jake Jake Gyllenhaal, ma gli effetti del riscaldamento antropico sugli Oceani e sulle sue correnti sono molto, molto reali e potrebbero avere effetti devastanti. Alcuni li stiamo già vedendo, e non è un film.

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