Diritti

Aborto Usa: quali Stati sono pronti a vietarlo?

Secondo il Center for reproductive rights, solo 21 su 50 garantiscono il diritto all’interruzione di gravidanza. L’Idaho vorrebbe imporre un divieto quasi totale; Florida, Iowa e South Carolina fino a 6 settimane
Credit: Gina M Randazzo/ZUMA Press Wire
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28 luglio 2023 Aggiornato alle 09:00

Il 24 giugno 2022, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di revocare la storica sentenza Roe v. Wade che, dal 1973, garantiva il diritto all’aborto. Oggi, infatti, sono i singoli Stati a legiferare in materia. La decisione ha immediatamente innescato grandi proteste in tutto il Paese e all’estero, oltre la reazione di diverse figure politiche statunitensi (tra cui il presidente Joe Biden e la sua vice Kamala Harris) e internazionali.

I repubblicani hanno accolto positivamente la notizia e alcuni Stati da loro guidati si sono fatti trovare pronti, grazie alle cosiddette trigger laws. Si tratta di leggi già promulgate ma non in vigore fino al verificarsi di specifiche condizioni: in questo caso, la decisione della Corte Suprema. Questa tecnica ha permesso a 9 Stati (Kentucky, Louisiana, South Dakota, Arkansas, Missouri, Oklahoma, Alabama, Wisconsin e Utah) di rendere immediatamente effettivo il divieto.

Il Center for reproductive rights, organizzazione che si batte per la tutela dei diritti riproduttivi, ha recentemente pubblicato una mappa in cui monitora la situazione in ciascuno Stato: al momento, sono solo 21 su 50 a garantire pienamente il diritto di interruzione volontaria di gravidanza.

Alcuni Stati stanno mettendo a punto leggi ancora più severe che, se approvate, ridurrebbero ulteriormente l’accesso all’aborto. In Idaho, dove accompagnare una persona minorenne fuori dai confini statali per abortire senza il permesso dei genitori è già reato, si vorrebbe arrivare a un divieto quasi totale (esclusi solo casi di stupro, incesto o pericolo di vita della madre).

La Florida, l’Iowa e il South Carolina hanno approvato leggi per impedire l’interruzione volontaria di gravidanza dopo 6 settimane dal concepimento, una finestra temporale talmente ristretta che a volte non consente alla donna di rendersi conto di essere incinta. Nei 3 casi, sono attese conferme legali per l’entrata in vigore.

Il Texas ha utilizzato una trigger law per proibire l’aborto con la sola eccezione in cui ci sia pericolo di vita per la donna. Con il cosiddetto Women and Child Safety Act, lo Stato intende inasprire ulteriormente la legislazione, chiedendo che venga fatto ogni possibile “sforzo per limitare l’accesso su Internet a ogni informazione o materiale che intenda assistere o facilitare ogni tentativo di ottenere un aborto volontario o una pillola abortiva”.

Un giudice dello stato del Wyoming ha temporaneamente bloccato una legge approvata a marzo che vietava l’utilizzo o la prescrizione di pillole abortive. Alcune regioni, infatti, si stanno impegnando per cercare di proteggere il diritto all’aborto.

In California, a esempio, è stata approvata una legge per proteggere i medici che prescrivono pillole abortive a pazienti di altri Stati. Anche in Illinois i medici pro choice vengono tutelati, grazie a una legge approvata a gennaio che difende anche le pazienti provenienti da altre aree. In Ohio e in Missouri gli attivisti per i diritti riproduttivi stanno portando avanti petizioni per approvare la tutela dell’aborto nella costituzione statale.

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