Ambiente

Piani mitigazione: le società energetiche indietreggiano

Mentre nel mondo si raggiungono temperature record, il settore dell’oil&gas sta rivedendo i propri programmi green per continuare a investire nei fossili. Infrangendo le promesse per raggiungere il net-zero
Credit: Stewart MacLean
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24 luglio 2023 Aggiornato alle 08:00

Le ondate di calore che stanno investendo il Sud Europa, con record di temperature a Roma e in altre città spagnole e greche, sono alcuni degli eventi estremi che stanno interessando il nostro Pianeta. Il ritorno de El Niño sta contribuendo a spingere verso l’alto le temperature del globo in combinazione con la crisi climatica-ambientale, con un aumento delle probabilità che il 2023 diventi l’anno più caldo registrato dalle statistiche moderne.

Ma, nonostante i continui allarmi e una serie di eventi negativi in successione, i piani di mitigazione continuano a risultare troppo lenti, mentre le società energetiche stanno rivedendo al ribasso i loro programmi di transizione ecologica, tradendo le promesse fatte negli anni precedenti.

La multinazionale BP recentemente ha affermato che la riduzione delle sue emissioni di gas alteranti sarà in un range fra il 20 e il 30%, rispetto al 35% che era stato promesso per il 2030. La ExxonMobil ha ridotto i fondi per i low carbon-fuel, mentre la compagnia Shell ha annunciato che quest’anno non incrementerà i suoi investimenti nelle rinnovabili nonostante gli annunci precedenti.

«Rimaniamo del parere che la domanda globale di energia continuerà a crescere e sarà soddisfatta da diversi tipi di energia, inclusi petrolio e gas. In questo scenario, una transizione energetica equilibrata fa bene al nostro portafoglio, una transizione che offra più valore, con meno emissioni, concentrandosi su prestazioni, disciplina e semplificazione» ha dichiarato un portavoce della Shell.

Della stessa opinione è il Ceo della società energetica TotalEnergies Patrick Pouyanne, che al canale Cnbc ha ribadito gli investimenti nel settore oil & gas: «Oggi la nostra società richiede petrolio e gas… Perché stanno insieme, sono l’80% dei combustibili fossili. Non si può pensare che da un giorno all’altro possiamo semplicemente eliminare tutto questo e fare affidamento solo sul 10% di energia a basse emissioni di carbonio. Ci vorranno decenni per costruire un nuovo sistema. Quindi, dobbiamo fare due cose: continuare a produrre petrolio e gas, mentre rimaniamo molto severi sulle emissioni. La questione non sono i combustibili fossili, sono le emissioni, ridurre le emissioni». Inoltre ha aggiunto: «Se non investiamo abbastanza, il prezzo [del petrolio] non sarà di 75 dollari al barile, sarà di 150 o 200 e tutti i consumatori saranno super infelici e la nostra vita sarà un incubo ».

Nei prossimi 7 anni le maggiori compagnie energetiche investiranno oltre 900 miliardi di dollari per sviluppare i nuovi giacimenti petroliferi e quelli legati al gas naturale. Lo stesso presidente designato della COP28 Sultan Ahmed Al Jaber, a capo anche della compagnia petrolifera degli Emirati Arabi Uniti, a fine del 2021 aveva affermato che ogni anno si sarebbero dovuti investire circa 600 miliardi di dollari nelle risorse fossili per soddisfare l’aumento della domanda di energia. Una serie di politiche industriali nettamente contrarie alle politiche green richieste per raggiungere il net-zero.

La riluttanza delle compagnie energetiche nello sviluppare le fonti rinnovabili continua a suscitare l’indignazione di molti attivisti e climatologi, che denunciano l’inazione di questo settore energetico: «L’industria dei combustibili fossili ha tratto enormi profitti dalla vendita di un prodotto pericoloso e ora persone e governi innocenti in tutto il mondo stanno pagando il prezzo della loro incoscienza» ha affermato Naomi Oreskes, professoressa di storia della scienza alla Harvard University.

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