Ambiente

Nigeria: le migrazioni sono causate anche dalla crisi climatica

Milioni di cittadini sono stati costretti a trasferirsi a causa dell’instabilità economica e del climate change: il Paese, infatti, non ha mai affrontato adeguatamente i problemi e le conseguenze del surriscaldamento globale
Credit: Peter Godfrey 
Tempo di lettura 10 min lettura
15 dicembre 2023 Aggiornato alle 20:00

Il fenomeno migratorio ha sempre costituito un tassello importante della storia della Nigeria, concepito tradizionalmente come il trasferimento dal Paese africano verso Paesi occidentali come Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti; ma non si limita a questo. In questo articolo ti voglio parlare del tema della migrazione interna in Nigeria, causata anche dalla crisi ambientale.

Tra i gruppi etnici che popolano il Paese, dai più grandi ai più piccoli, è opinione diffusa che i loro insediamenti siano il risultato di precedenti migrazioni avvenute a opera dei loro antenati. Secondo la storia, il Regno di Warri è un esempio di questi fenomeni migratori. I Jekri, gli Isekiri (o Ishekiri) sono un gruppo etnico nigeriano che abita la parte più occidentale del Delta del fiume Niger, nella Nigeria meridionale. Parlano una lingua yoruboide, appartenente al ramo Benue-Congo delle lingue Niger-Congo e condividono elementi di cultura con Yoruba, Igala, Edo, Ilaje, Urnobo e Ijaw.

All’inizio del XX secolo, dopo l’arrivo degli europei nel loro Paese, molti Nigeriani si sono trasferiti in Paesi come il Ghana, la Costa d’Avorio, il Mali, il Togo e il Sudan, in cerca di opportunità di lavoro. Prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, molti hanno anche lasciato il loro Paese di origine per raggiungere luoghi più lontani, come il Regno Unito e gli Stati Uniti, per poi tornare nel in Nigeria come professionisti qualificati in medicina, ingegneria, arte e così via. Si può notare come il desiderio di migrare (definito japa), essendo sempre stato molto diffuso, non è nulla di nuovo per i nigeriani.

Secondo uno studio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), circa l’80% degli intervistati ha espresso il desiderio di lasciare la propria comunità a causa delle difficoltà economiche, manifestando la volontà di trasferirsi in contesti più urbanizzati all’interno della stessa Nigeria o in altri Paesi non africani. La Nigeria è un importante paese di destinazione all’interno dell’Africa occidentale, noto come Paese di transito. La Nigeria, infatti, fa parte di quella che l’Ilo definisce “la terra dei migranti irregolari”. Molte delle persone che raggiungono l’Europa dalla Libia passano per la Nigeria, con la conseguenza che il Paese si caratterizza per l’alta incidenza del traffico di esseri umani, con le donne come categoria più vulnerabile.

In particolare, il fenomeno della migrazione interna ha colpito milioni di persone che sono state costrette a trasferirsi a causa di problemi legati all’instabilità economica e alla crisi ambientale. La Nigeria, infatti, non ha mai affrontato in modo adeguato i problemi attinenti alla situazione climatica, lasciando la propria popolazione in condizione di insicurezza, con il conseguente aumento delle migrazioni interne.

Nonostante ciò, in Africa Occidentale la Nigeria è uno dei pochi Paesi ad avere sviluppato una politica nazionale sulla migrazione. Si tratta di una politica onnicomprensiva che copre diversi ambiti, dalla migrazione allo sviluppo, dalle questioni sociali alla sicurezza nazionale, riguarda altresì temi come le migrazioni irregolari e quelle forzate, i diritti umani e quelli dei migranti, la migrazione organizzata del lavoro e la migrazione interna. La politica ha anche lo scopo di monitorare la popolazione nazionale, i dati e le statistiche sulla migrazione e i finanziamenti per la sua gestione.

Ma di questa politica non si fa menzione quando il Governo parla dei piani di sviluppo del Paese. I dati ufficiali sugli emigranti nigeriani sono limitati e provengono tutti dai ministeri e dalle agenzie nigeriane. La documentazione e la raccolta dei dati a livello locale, regionale e internazionale sono limitate e unificate.

Il cambiamento climatico e il degrado ambientale della Nigeria sono ben documentati in un lungometraggio intitolato Nowhere to Run: Nigeria’s Climate and Environmental Crisis. Il film è stato prodotto dalla Fondazione Yar Adua per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esaurimento delle risorse ambientali in ogni parte del Paese, causato dai cambiamenti climatici e dall’attività umana. Si tratta di una grande sfida per lo sviluppo nazionale nigeriano a fronte di una popolazione in rapida crescita. A causa della limitata consapevolezza dell’opinione pubblica, la gestione dell’impatto del cambiamento climatico e del degrado ambientale viene presa poco in considerazione nella discussione sullo sviluppo nazionale.

Questi problemi, anche se non vengono regolarmente presi in considerazione dai vari parlamenti, fanno parte delle questioni transazionali e sociali. Dal 2009, insorti armati e pastori hanno ucciso decine di migliaia di nigeriani e interrotto il commercio e l’agricoltura del Nord-Est, causando un aumento dell’insicurezza alimentare e un declino della crescita economica e dello sviluppo, nonché uno sfollamento di milioni di persone. Il cambiamento climatico e il degrado ambientale del delta del Niger hanno inoltre provocato un aumento di opposizioni armate, la perdita dei mezzi di sussistenza indigeni (la pesca), la disoccupazione e le difficoltà economiche e di sviluppo.

A livello globale si è verificato un deterioramento significativo nello stato dell’ambiente. I cambiamenti climatici sono in aumento e sono all’origine di numerosi disastri naturali, come lo scioglimento dei ghiacci, le inondazioni, gli tsunami, l’inquinamento atmosferico, la diffusione di malattie infettive e non trasmissibili che comportano vari rischi per la salute dell’essere umano. I rischi ambientali legati alla salute stanno diventando una fonte primaria di preoccupazione in Nigeria, tra questi vi sono i diversi problemi ambientali come l’inquinamento atmosferico, l’inquinamento idrico, la fuoriuscita di petrolio, la deforestazione, la desertificazione, l’erosione del terreno e le inondazioni (dovute a sistemi di drenaggio inadeguati) causati principalmente da attività antropiche.

Ciò ha provocato una migrazione interna che ha avuto un notevole impatto su molti nigeriani sia istruiti sia non. La limitatezza dei dati disponibili non rende possibile esplorare il reale impatto che le migrazioni interne hanno sulle dimensioni sociali ed economiche del Paese. È necessario indagare l’impatto che i migranti interni in Nigeria stanno avendo e la strada da seguire, soprattutto con riguardo alla politica nazionale in materia.

Nel 2010, un’indagine ha mostrato che il 23% dei nigeriani erano migranti che avevano cambiato residenza negli ultimi 10 anni. Il 46% dei migranti interni aveva un’età compresa tra i 20 e i 34 anni. Questi dati mettono in evidenza che la migrazione interna è soprattutto una migrazione giovanile, con il 51% di donne e il 49% di uomini.

Nigeria: looking at migration with a different lens

Migration has always been a significant part of Nigeria’s history. We tend to look at Nigeria’s migration with the lens of moving to Western countries like Australia, Canada, UK and the US, but there is more to migration. This article is about Nigeria’s internal migration and of the relevant environmental problems.

The major and minor ethnic groups in Nigeria believe that their current settlements resulted from their ancestors’ prior migration. The Warri Kingdom is one example of such migration according to history. The Jekri, Isekiri, or Ishekiri are a Nigerian ethnic group inhabiting the westernmost part of the Niger River Delta of southern Nigeria. They speak a Yoruboid language of the Benue-Congo branch of Niger-Congo languages and share elements of culture with the Yoruba, Igala, Edo, Ilaje, Urhobo and Ijaw through a variety of contacts.

In the early 20th century, after the Europeans arrived in Nigeria, many Nigerians moved abroad to countries like Ghana, Ivory Coast, Mali, Togo and Sudan looking for job opportunities. Pre and after World War II, many Nigerians left the country to places like the United Kingdom and United States to later return home as qualified professionals in medicine, engineering, arts and so on. There has always been a widespread desire to migrate among Nigerians, thus “japa”, as it is currently defined, is not a new desire for Nigerians.

Based on a study by the International Labour Organisation (Ilo) on Nigeria, about 80% of the participants indicated their desire to leave their communities for economic reasons and move to urban settings within Nigeria or non-African countries. Nigeria is an important country of destination within West Africa, as it is known as a country of transit (Nigeria is part of what the ILO calls “irregular migrants”), with many people reaching Europe via Libya, and it has a high incidence of human trafficking, especially women who pertain to the most vulnerable group.

However, when we look within Nigeria, the country has been affected by the internal displacement of millions of people owing to issues such as insecurity and environmental issues. Nigeria has not been paying adequate attention to environmental issues, resulting in insecurity of its population and the rise of internal migration. In West Africa, Nigeria is one of the few countries to develop a national policy on migration.

This policy is all-inclusive and covers migration and development, migration and social issues, national security, irregular movement, forced displacement, the human rights of migrants, organised labour migration, internal migration, the national population, migration data and statistics, and funding for migration management, altough this policy does not feature when the government speaks about the country’s development plans.

Currently, there is still limited official data on Nigerian emigrants from any Nigerian ministries or agencies. There is limited unified documentation and data collection at local, regional, and international levels.

The current climate change and environmental degradation of Nigeria is well documented in a feature length film called, Nowhere to Run: Nigeria’s Climate and Environmental Crisis. This was produced by the Yar Adua Foundation to raise awareness of the depleting environmental resources in every part of the country, occasioned by climate change and human activity, which poses a grave challenge to Nigerian national development in the face of a rapidly growing population. Due to limited public awareness, managing the impact of climate change and environmental degradation is scarcely a consideration in the discourse on national development.

These issues, although not highlighted in the various parliaments, are regularly part of the transnational and social issues. Since 2009, insurgent fighters and herdsmen have killed tens of thousands of Nigerians and disrupted trade and farming in the Northeast, causing a rise in food insecurity and a decline in economic growth and development, displacing millions of people. The climate change and environmental degradation of the Niger Delta have also resulted in rise in militancy, loss of indigenous livelihoods (fishing), unemployment, as well as economic and development struggles.

Globally, there has been a significant change in the status of the environment. Climate change has been on the rise leading to so many natural disasters (such as ice melting, floods, tsunami, air pollution, the emergence of infectious and non-communicable diseases) leading to various health risks for humans.

Environmental health-related risks are becoming a primary concern in Nigeria, with diverse environmental problems such as air pollution, water pollution, oil spillage, deforestation, desertification, erosion and flooding (due to inadequate drainage systems) caused mostly by anthropogenic activities.

These have resulted in internal migration, which affects many educated and unskilled Nigerians. With limited data, the real impact the internal movements have on the social and economic dimensions of the country has not yet been explored.

There is a need to explore the impact of internal migrant across Nigeria and the way forward especially with the national policy on migrants. In 2010, a survey showed that 23% of Nigerians were migrants who had changed their residences within the last 10 years. It also reported that 46% of the internal migrants were between 20 and 34 years of age. This highlights the movement of young people across the country with 51% female and 49% male.

Leggi anche
Africa
di Weyinmi Orighoye 11 min lettura
Sparizioni
di Mario Di Giulio 2 min lettura