Ambiente

Italia, sei il Paese europeo dove si muore di più per il caldo

Nell’estate 2022 sono decedute oltre 18.000 persone per le alte temperature. Un record che ci ricorda la necessità di agire su prevenzione e taglio emissioni. Ce lo spiega uno studio pubblicato su Nature Medicine
Credit: Eduardo Parra/Contacto via ZUMA Press
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11 luglio 2023 Aggiornato alle 16:00

Stiamo attenti, soprattutto ad anziani, donne e bambini. In questi giorni di caldo estremo, con picchi che sfiorano i quaranta gradi, tra città bollenti e polveri sub sahariane che impattano sul Mediterraneo peggiorando la qualità dell’aria, riflettiamo su un fatto: il caldo può uccidere, e in Italia lo fa più che altrove. Lo scorso anno, nell’estate bollente che abbiamo vissuto boccheggiando, nel nostro Paese sono morte per gli effetti legati alle ondate di calore 18.010 persone. Si tratta di un triste primato in un’Europa dove nell’intera estate 2022, la più calda di sempre, sono morte 61.672. I dati escono da un nuovo studio pubblicato su Nature Medicine e condotto dagli esperti dell’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal) in collaborazione con l’Istituto nazionale della salute francese (Inserm).Nel nostro Paese tra fine maggio e inizio settembre ci sono stati in media 2,28 gradi in più rispetto alla media storica: temperature che - soprattutto nella popolazione anziana - sono risultate letali, con un netto impatto sulle donne (11,917 donne decedute e 6,268 uomini).Non solo, anche guardando le morti per milione, l‘Italia risulta prima in Europa con circa 295 decessi per milione contro una media europea di 114 vittime.In termini di Paesi, il nostro è quello che ha pagato il prezzo più alto per vittime, seguito da Spagna (oltre 11.000), Germania (oltre 8.000) e Francia (quasi 5.000). Nella maggior parte degli Stati, tutti colpiti oltretutto da fenomeni quali siccità, ondate di calore e pesanti incendi, a essere più soggette alle alte temperature sono state soprattutto le persone fragili e vulnerabili come anziani, bambini ma anche lavoratori costretti a operare sotto caldo e umidità. Lo studio traccia inoltre una analisi basata sui dati di età e sesso, osservando un marcato aumento della mortalità nelle fascia d’età più avanzata e soprattutto nelle donne.In base all’età si stimano “4.822 decessi tra i minori di 65 anni, 9.226 decessi tra le persone di età compresa tra 65 e 79 anni e 36.848 decessi tra le persone di età superiore a 79 anni” mentre se si guarda al sesso “la mortalità attribuibile al caldo è stata del 63% più alta nelle donne che negli uomini con un totale di 35.406 morti premature (145 morti per milione), rispetto ai 21.667 morti stimati negli uomini (93 morti per milione)”.Cifre allarmanti che presto, ricordano gli esperti, rischiano di essere superate se il fenomeno naturale di El Niño, unito agli effetti della crisi del clima in corso, si farà sentire anche in Europa (probabilmente più nel 2024). Serve dunque sempre più preparazione, prevenzione e adattamento in Europa per reggere gli impatti del nuovo clima. A livello di anomalie termiche, ci sono luoghi come la Francia dove la colonnina ha mostrato valori record per nulla invidiabili: oltralpe si è arrivati a +2,43°C sopra i valori medi per il periodo 1991-2020, in Svizzera (+2,30°C), in Italia (+2,28°C), in Ungheria (+2,13°C) e in Spagna (+2,11°C).Secondo Hicham Achebak, ricercatore dell’Inserm e dell’ISGlobal e ultimo autore dello studio, «il fatto che più di 61.600 persone in Europa siano morte a causa dello stress da caldo nell’estate del 2022, anche se, a differenza del 2003, molti Paesi disponevano già di piani di prevenzione attivi, suggerisce che le strategie di adattamento attualmente disponibili potrebbero essere ancora insufficienti. L’accelerazione del riscaldamento osservata negli ultimi dieci anni sottolinea l’urgente necessità di rivalutare e rafforzare in modo sostanziale i piani di prevenzione, prestando particolare attenzione alle differenze tra i Paesi e le regioni europee, nonché ai divari di età e di genere, che attualmente segnano le differenze di vulnerabilità al calore».Per Agostino Di Ciaula, presidente del Comitato scientifico Isde (Associazione Medici per l’Ambiente), «i dati epidemiologici pubblicati su Nature Medicine sono la conferma della “tempesta perfetta” presente già da anni nel nostro Paese. Le conseguenze dei cambiamenti climatici agiscono in Italia su una popolazione resa più vulnerabile di altre dall’età media avanzata e dalla crescita epidemiologica costante di malattie cronico-degenerative a insorgenza sempre più precoce, senza dimenticare il numero di lavoratori a rischio di particolare esposizione alle ondate di calore (soprattutto in Italia meridionale) e il maggiore rischio presente in fasce sociali a basso reddito e, di conseguenza, a bassa capacità di resilienza».Infine, come se non bastasse, anche le previsioni per il prossimo futuro sono nere: le stime suggeriscono che in assenza di una risposta adattativa efficace alla crisi “il continente dovrà affrontare una media di oltre 68.000 morti premature ogni estate entro il 2030 e oltre 94.000 entro il 2040”.Invertire la rotta del surriscaldamento è una questione complessa, ma possibile se si agisce sin da subito sul taglio delle emissioni climalteranti, ricordano gli scienziati. Non possiamo più negarlo: se vogliamo evitare un domani in cui sempre più persone moriranno di caldo, dobbiamo mettere la crisi del clima al primo posto di ogni agenda politica nel mondo.

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