Economia

Pniec: 4 miliardi alle imprese per gli investimenti green

L’obiettivo del Piano nazionale integrato energia e clima è realizzare una nuova politica energetica che punti sulla sostenibilità. Ma le associazioni ambientaliste non sono soddisfatte della nuova bozza
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5 luglio 2023 Aggiornato alle 11:00

La scorsa settimana il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha trasmesso la bozza dell’aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) a Bruxelles. Il nuovo testo dovrà essere approvato entro giugno 2024. Ma che cos’è il Pniec?

Si tratta di uno strumento essenziale per incoraggiare la svolta climatica, favorendo la decarbonizzazione del nostro Paese. L’obiettivo? Realizzare una nuova politica energetica che punti sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Le linee di intervento sono diverse: le principali sono la decarbonizzazione, l’efficienza e la sicurezza energetica, l’innovazione, la ricerca, lo sviluppo e l’incremento della competitività.

«Con questo testo, frutto di un lavoro intenso del Mase, vogliamo indicare una via alla transizione che sia realistica e non velleitaria, dunque sostenibile per il sistema economico italiano», ha dichiarato il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

I contenuti principali sono i seguenti: una quota del 40% di rinnovabili nei consumi finali lordi di energia che sale al 65% per i consumi solo elettrici; il 37% di energia da rinnovabili per riscaldamento e raffrescamento, il 31% nei trasporti, 42% di idrogeno da rinnovabili per gli usi dell’industria. Ma non solo.

La bozza prevede anche 4 miliardi di euro, provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, da destinare alle imprese sotto forma di crediti di imposta per gli investimenti green. Il motivo è chiaro: Regioni, ministeri e Comuni fanno fatica a spendere i fondi del Pnrr e, per evitare di perderli, ci si affida a un “percorso esterno”.

Le imprese, da parte loro, sono pronte a investire i fondi in nuove tecnologie, come stanno già facendo per il piano Transizione 4.0. Andando nel dettaglio, questi fondi saranno destinati alle imprese residenti in Italia, ma anche alle straniere che hanno nel nostro territorio una sede operativa, indipendentemente dal settore e dalla dimensione dell’impresa stessa.

La bozza, però, non ha avuto molti riscontri positivi al di fuori della maggioranza e tra le principali associazioni ambientaliste. Tante sono state le critiche che sono state rivolte al Governo. È il caso di Legambiente: l’associazione ambientalista, infatti, non è assolutamente soddisfatta del lavoro svolto dal Governo ed esprime la sua delusione.

In particolare, il presidente Stefano Ciafani ha dichiarato che «dopo i disastri climatici sul territorio nazionale degli ultimi anni, dalla tempesta Vaia nel nord-est del 2018 all’alluvione in Emilia-Romagna nei mesi scorsi, e dopo l’impazzimento delle bollette degli ultimi due anni, ci saremmo aspettati un piano coraggioso con obiettivi ambiziosi ma a portata di mano per l’Italia, per combattere l’emergenza climatica e per rendere velocemente indipendente dall’estero il nostro Paese».

Dello stesso parere anche Greenpeace, che sostiene come la nuova proposta di aggiornamento del Pniec sia fuori dagli obiettivi europei dedicati alle rinnovabili elettriche. Critiche anche dal Wwf, in particolare riguardo alla scarsa trasparenza da parte del Governo sulla bozza.

Infine, non sono mancate polemiche anche dagli attivisti di Ultima generazione: si chiedono come verrà raggiunto l’obiettivo del 65% delle rinnovabili, dal momento che in Italia si investe molto più sull’energia fossile piuttosto che sulla rinnovabile. Viene proposto anche qualche dato: nel 2021 sono stati stanziati 41,8 miliardi di euro per le fonti fossili, ovvero 7,2 miliardi in più rispetto al 2020.

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