Ambiente

Minacce atomiche e paure per la centrale di Zaporizhzhia

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, parla di “apocalisse”. Il sindaco di Energodar, vicina alla centrale nucleare, spiega che 100 dipendenti hanno abbandonato l’impianto
Credit: ndriy Andriyenko/SOPA Images via ZUMA Press Wire
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3 luglio 2023 Aggiornato alle 21:00

La minaccia nucleare russa non si ferma. Da una parte ci sono le minacciose parole di Dmitry Medvedev, dall’altra i fatti annunciati dal sindaco della città di Energodar, che parla di 100 dipendenti che hanno abbandonato l‘impianto di Zaporizhzhia.

Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia, su Telegram è tornato a ribadire addirittura che l’apocalisse non è lontana: ’‘Noterò una cosa che i politici di ogni parte non amano ammettere: un’apocalisse nucleare non è solo possibile, ma anche abbastanza probabile. Il mondo è impegnato in uno scontro molto peggiore che durante la crisi dei Caraibi, perché i nostri avversari hanno deciso di sconfiggere la più grande potenza nucleare: la Russia. Sono, senza dubbio, degli idioti squattrinati”.

Parole velenose, già usate in passato in termini di minacce, che però questa volta preoccupano ancor di più se accostate a quanto denunciato dal sindaco della città di Energodar, Dmytro Orlov, che ha raccontato come circa 100 dipendenti hanno lasciato la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, nella città di Energodar, attualmente occupata dai russi, lanciando l’allarme in caso di esplosione nella centrale dato che in città non ci sono rifugi in cui la gente possa nascondersi.

«Gli occupanti stanno usando la centrale per ricattare il mondo intero», ha spiegato mentre poco dopo anche Volodymyr Zelensky si è appellato alla comunità internazionale per «monitorare con particolare attenzione la situazione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia».

Secondo Orlov «la situazione a Zaporizhzhia sta rapidamente sfuggendo di mano. Sono molto spaventato dall’uso cinico e strumentale che Putin fa dei disastri ambientali per raggiungere i suoi obbiettivi militari e politici. L’attacco alla diga dimostra che è pronto a tutto e rappresenta un precedente gravissimo», ha spiegato il sindaco. Alcune agenzie citano addirittura l’ipotesi di una “esplosione nucleare controllata”, fatto poco possibile dato che un evento di questo tipo non solo non sarebbe controllabile ma andrebbe anche potenzialmente a impattare sui territori russi in termini di perdite di radioattività.

La paura resta quella di una sorta di ricatto pensando ai casi di Chernobyl o di Fukushima, voluto dalla Russia. Motivo per cui l’Ucraina chiede aiuto alle forze internazionali per monitorare la situazione. Va ricordato che con i suoi reattori la centrale di Zaporizhzhia è il più grande impianto nucleare europeo che prima forniva circa metà del fabbisogno elettrico di tutta l’Ucraina. Da mesi la centrale, occupata dai russi, è diventata oggetto delle più disparate provocazioni.

Fra le ultime dichiarazioni da parte dei membri dell’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, il direttore generale Rafael Grossi ha detto però che le sue squadre non hanno osservato alcun dispiegamento militare russo all’interno della centrale nucleare di Zaporizhia da far pensare a un imminente attacco ma ha ribadito che la situazione è “seria” e che “l’impianto è incredibilmente fragile e soggetto a danni in caso di scontro a fuoco”.

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