Ambiente

Zaporizhzhia: necessaria la “santuarizzazione” della centrale

Dopo la visita della settimana scorsa, gli esperti dell’IAEA propongono come soluzione un accordo russo ucraino che imponga il divieto di attacco all’impianto nucleare
Il direttore generale dell'IAEA Rafael Grossi durante la conferenza stampa sulla missione di supporto e assistenza dell'agenzia a Zaporizhzhia
Il direttore generale dell'IAEA Rafael Grossi durante la conferenza stampa sulla missione di supporto e assistenza dell'agenzia a Zaporizhzhia Credit: EPA/MAX BRUCKER
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8 settembre 2022 Aggiornato alle 15:00

É stato pubblicato il rapporto dell’International Atomic Energy Agency (IAEA) sulla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, dopo che gli esperti dell’IAEA si sono recati all’impianto la settimana scorsa; due di loro resteranno lì permanentemente: la richiesta, infatti, è di «una zona di sicurezza e di protezione» attorno al sito.

Come ha dichiarato il direttore dell’Agenzia IAEA Rafael Grossi, la presenza degli ispettori all’interno della centrale non è simbolica: c’è molto lavoro da fare per monitorare costantemente quello che accade perché i bombardamenti sono continui. La presenza dell’IAEA in Ucraina è un «segno tangibile di stabilità e trasparenza - ha continuato - possiamo sapere in tempo reale cosa accade».

Per ben due volte da marzo, cioè da quando il sito è sotto il controllo dei russi, sono state compromessi tutti i 7 pilastri della sicurezza: il 5 agosto e il 25 agosto. In questo ultimo caso, addirittura, 17 dei 20 motori di emergenza del reattore 6 (l’ultimo ancora funzionante) sono entrati in funzione: quel giorno la centrale è entrata in “modalità isola”, cioè poteva fare affidamento solo sull’energia autoprodotta.

L’importanza di un’alimentazione elettrica continua e sicura è un aspetto essenziale per garantire la sicurezza del sito e, come ha ribadito Grossi, «questo requisito fa parte dei 7 pilastri indispensabili per la sicurezza nucleare». La situazione è però degenerata l’altro ieri quando, come ha reso noto la compagnia nucleare ucraina Energoatom, un incendio causato dai bombardamenti ha interrotto l’ultima linea di trasmissione fra la centrale nucleare e la rete elettrica ucraina.

Kyiv si è subito detto d’accordo nello spostare la linea del fronte a 30 km dalla centrale nucleare, ma il direttore dell’IAEA sa che questo impegno non è verosimile poiché richiederebbe grossi negoziati e tempi lunghissimi, così come l’idea di una zona demilitarizzata. La soluzione proposta dall’agenzia parte quindi dall’idea che russi e ucraini, che continuano a rimbalzarsi le responsabilità, siano d’accordo in linea di principio sul non attaccare l’impianto. Pertanto, un accordo di santuarizzazione della centrale potrebbe essere la soluzione più semplice e veloce.

La situazione è vicina al punto di non ritorno, e il mondo non può permettersi un altro incidente nucleare, ma intanto l’Unione Europea dona 5 milioni di compresse di ioduro di potassio per proteggere gli ucraini dalla potenziale esposizione alle radiazioni. Non ci resta che aspettare, sperando che si faccia in tempo a evitare il peggio. Non aveva forse ragione Flaubert quando scriveva “l’avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge” ?

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