Zaporizhzhia: necessaria la “santuarizzazione” della centrale
É stato pubblicato il rapporto dell’International Atomic Energy Agency (IAEA) sulla situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, dopo che gli esperti dell’IAEA si sono recati all’impianto la settimana scorsa; due di loro resteranno lì permanentemente: la richiesta, infatti, è di «una zona di sicurezza e di protezione» attorno al sito.
Come ha dichiarato il direttore dell’Agenzia IAEA Rafael Grossi, la presenza degli ispettori all’interno della centrale non è simbolica: c’è molto lavoro da fare per monitorare costantemente quello che accade perché i bombardamenti sono continui. La presenza dell’IAEA in Ucraina è un «segno tangibile di stabilità e trasparenza - ha continuato - possiamo sapere in tempo reale cosa accade».
Per ben due volte da marzo, cioè da quando il sito è sotto il controllo dei russi, sono state compromessi tutti i 7 pilastri della sicurezza: il 5 agosto e il 25 agosto. In questo ultimo caso, addirittura, 17 dei 20 motori di emergenza del reattore 6 (l’ultimo ancora funzionante) sono entrati in funzione: quel giorno la centrale è entrata in “modalità isola”, cioè poteva fare affidamento solo sull’energia autoprodotta.
L’importanza di un’alimentazione elettrica continua e sicura è un aspetto essenziale per garantire la sicurezza del sito e, come ha ribadito Grossi, «questo requisito fa parte dei 7 pilastri indispensabili per la sicurezza nucleare». La situazione è però degenerata l’altro ieri quando, come ha reso noto la compagnia nucleare ucraina Energoatom, un incendio causato dai bombardamenti ha interrotto l’ultima linea di trasmissione fra la centrale nucleare e la rete elettrica ucraina.
Kyiv si è subito detto d’accordo nello spostare la linea del fronte a 30 km dalla centrale nucleare, ma il direttore dell’IAEA sa che questo impegno non è verosimile poiché richiederebbe grossi negoziati e tempi lunghissimi, così come l’idea di una zona demilitarizzata. La soluzione proposta dall’agenzia parte quindi dall’idea che russi e ucraini, che continuano a rimbalzarsi le responsabilità, siano d’accordo in linea di principio sul non attaccare l’impianto. Pertanto, un accordo di santuarizzazione della centrale potrebbe essere la soluzione più semplice e veloce.
La situazione è vicina al punto di non ritorno, e il mondo non può permettersi un altro incidente nucleare, ma intanto l’Unione Europea dona 5 milioni di compresse di ioduro di potassio per proteggere gli ucraini dalla potenziale esposizione alle radiazioni. Non ci resta che aspettare, sperando che si faccia in tempo a evitare il peggio. Non aveva forse ragione Flaubert quando scriveva “l’avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge” ?