Ambiente

Transizione ecologica: la Corea del Sud non mantiene gli impegni

Il Paese asiatico è in ritardo sui piani di mitigazione: i Governi passati si sono concentrati sull’industrializzazione pesante e la crescita economica, rendendo la Nazione fortemente dipendente dalle risorse fossili
Attivisti di Greenpeace e di altri organismi ambientali internazionali hanno organizzano, il 5 giugno 2023, una manifestazione davanti all'Assemblea nazionale a Seoul, per chiedere al Parlamento di elaborare misure per affrontare la crisi climatica
Attivisti di Greenpeace e di altri organismi ambientali internazionali hanno organizzano, il 5 giugno 2023, una manifestazione davanti all'Assemblea nazionale a Seoul, per chiedere al Parlamento di elaborare misure per affrontare la crisi climatica Credit: EPA/YONHAP SOUTH KOREA OUT
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3 luglio 2023 Aggiornato alle 12:00

I piani di mitigazione promessi dalla Corea del Sud prevedono che il Paese riduca del 40% le emissioni di gas alteranti entro il 2030 rispetto ai livelli del 2018, mentre il net-zero dovrebbe essere conseguito entro il 2050. Ma dietro queste solenni promesse, iniziano a emergere notevoli dubbi riguardo le reali intenzioni dei Governi sud-coreani, che negli ultimi 2 decenni hanno più volte tradito i propositi espressi pubblicamente.

Nel lontano 2009 l’ex presidente coreano Lee Myung-bak annunciò al vertice annuale sul clima delle Nazioni Unite che la Corea del Sud avrebbe investito il 2% del Pil ogni anno per attuare i piani di mitigazione climatici, sostenendo che il suo Paese sarebbe diventato «Un precursore nell’affrontare il cambiamento climatico».

Negli anni successivi, però, la Nazione asiatica non ha seguito minimamente il percorso annunciato, con i vari Governi che hanno preferito concentrarsi principalmente sull’industrializzazione pesante del Paese e la crescita economica, fino a trasformare lo Stato nella 12° economia del Pianeta, fortemente dipendente dalle risorse fossili. Questa crescita impetuosa ha comportato un netto aumento delle emissioni e dell’inquinamento, mentre le iniziative sostenibili sono rimaste sotto-finanziate, con uno sviluppo molto debole delle fonti rinnovabili. Tanto che il picco delle emissioni è arrivato solo nel 2018.

La combinazione di ritardi e scarse iniziative rendono la decarbonizzazione annunciata dal Governo in carica di Yoon Suk-yeol decisamente più difficile e impegnativa, specialmente se non ci saranno imponenti interventi per accelerare la transizione ecologica. Per raggiungere il target net zero, la Corea del Sud dovrebbe abbattere le emissioni del 5,4% ogni anno per i prossimi 27 anni, pari a oltre il doppio delle sforzo richiesto alle Nazioni dell’Unione Europea.

Per il momento le iniziative legislative si basano ancora sulle misure adottate dal Governo del predecessore Moon Jae-in, che aveva annunciato la riduzione dell’energia generata dal carbone dal 42% al 22% e il taglio delle emissioni del settore industriale dalle 261 milioni di tonnellate del 2018 alle 223 milioni per il 2030. Vaghe promesse sono state fatte anche per l’espansione dell’energia nucleare, mentre per le rinnovabili sono stati tagliati i sussidi dietro la pressione di numerose lobby industriali-economiche. Una serie di segnali negativi che hanno portato Youn Se-jong, membro della ong Plan 1.5 ad affermare che il Governo «Ha solo intenzione di ritardare la transizione necessaria ».

Questo cronico ritardo è alla base anche dell’azione legale portata avanti da 3 giovani attivisti coreani dell’organizzazione Youth 4 Climate Action, che hanno intentato nel 2020 una causa contro il Governo e l’Assemblea nazionale, ritenuti responsabili della mancanza di azioni adeguate nel contrasto al cambiamento climatico.

«La loro immutabile affermazione (del Governo) è stata che riconoscono il problema, ma che risolverlo non è realistico. Per coloro che non condividono il valore del tempo, gli ultimi 3 anni potrebbero non aver significato nulla. Ma per noi quel periodo ha significato speranza e motivo per essere pazienti, il che ci ha spinto a continuare con questa campagna» hanno recentemente dichiarato a marzo i membri dell’organizzazione in una conferenza stampa a Seul.

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